14 aprile 2019

Indennità europea di disoccupazione. La proposta di Zingaretti

Scritto da Redazione di Monza
Ecco la proposta del segretario Nicola Zingaretti dopo gli incontri con i sindacati e con gli esponenti del mondo produttivo. Incontri segnati dagli ultimi e scoraggianti dati sul nostro paese. “l’Italia sta andando peggio e serve un cambiamento radicale delle politiche economiche”.
Una discussione propositiva e condivisa soprattutto sulle misure che saranno utili a contrastare la recessione in atto. L’allarme è alto, la recessione una realtà con cui fare i conti e le stime di crescita ridotte ormai riconosciute dallo stesso governo pentastellato-leghista preoccupanti per tutte le parti in causa.

8 aprile 2019

Basta col teatrino, Salvini e Di Maio si dimettano

Ci risparmino inutili sceneggiate mentre i cittadini e le imprese stanno continuando a pagare il dilettantismo e l’incapacità di questo governo
Di Nicola Zingaretti
 

Oggi per la prima volta, come noi denunciamo da tempo, il governo ha ammesso che dovranno tagliare importanti servizi ai cittadini e alle imprese per due miliardi di euro a causa della drammatica situazione in cui hanno portato i conti pubblici. Nel prossimo autunno tra clausole di salvaguardia IVA e sforamento dei conti derivanti dalla bassa crescita economica rischiamo una manovra correttiva da oltre 30 miliardi di euro. Ora basta. Così non possiamo andare avanti. Sono mesi che stiamo denunciando la gravità della situazione in cui questo governo ci ha portato e il pericolo di pesanti tagli ai servizi per i cittadini. Purtroppo il governo non sta facendo nulla per cambiare questo stato di cose. Il "decreto crescita" appare del tutto inadeguato a fronteggiare la gravità della recessione in cui è caduta l'economia italiana. Da quando sono in carica è crollata l'occupazione: 116 mila occupati in meno, di cui 88mila in meno a tempo indeterminato. L'Italia è andata in recessione e per il 2019 si prevede una contrazione dell'economia dello 0,2%, è crollata la fiducia delle imprese del 5% e quella dei consumatori è ai minimi degli ultimi 20 mesi, è diminuito dello 0,5% il reddito disponibile reale delle famiglie.

SettegiorniPD in Regione Lombardia

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L'Editoriale Una politica in stallo

La scusa delle imminenti elezioni, amministrative ed europee, potrebbe anche essere buona, ma non riesce a coprire una realtà che presenta una Giunta sostanzialmente ferma e un Consiglio regionale caduto in uno strano letargo primaverile. Poche sedute, pochissimi progetti di legge in commissione, completa assenza di prospettive che vadano al di là di proroghe, rinvii e atti dovuti.
Questa è la Lombardia che si appresta ad andare al rinnovo amministrativo di quasi 1000 comuni e che dovrebbe giocare un ruolo da protagonista nella decisiva consultazione elettorale per il nuovo Parlamento Europeo. Possiamo ormai parlare di un vero e proprio stallo politico. A Roma, per i reciproci veti tra Lega e 5 Stelle con un Presidente del Consiglio che pare ormai una sorta di mediatore alle prese con un matrimonio che sta per scoppiare e nel quale i coniugi non paiono avere nessuna intenzione di riconciliarsi. In Lombardia non c’è alcuna crisi coniugale, anche perché la regione pare una famiglia mono-genitoriale, con una Lega che fa il bello e il cattivo tempo.
Qualcuno l’ha definita “pax salviniana”, ma il fuoco potrebbe covare sotto la cenere, come dimostrano i casi di due città alle porte di Milano: a Legnano e Corsico la maggioranza di centrodestra si è sgretolata. Nella città del Carroccio sono in atto strane manovre per restare aggrappati al potere, con un prefetto che non decide e un difensore civico regionale “costretto” a un’inedita forzatura: ma il popolo non doveva essere sovrano?

7 aprile 2019

Arrestate lui

di Michele Santoro

Di fronte al mondo civile mi vergogno di essere italiano, mi vergogno di avere un Ministro dell’Interno che si chiama Matteo Salvini. Uno che ha trasformato il Viminale, che dovrebbe essere la casa sicura di tutti, in un’agenzia di pubblicità al servizio di un partito, uno che dovrebbe garantire il rispetto della legge e invece non fa altro che violarla.

Non è il Ministro della sicurezza, è il ministro della guerra civile: trattiene impunemente gente inerme in ostaggio, si sostituisce ai magistrati nell’indicare reati, celebra processi sommari pronunciando a mezzo stampa sentenze che prevedono il carcere per chi non condivide la sua disumanità. Salvini è un pericolo per la nostra democrazia e continuare a sottovalutarne la natura eversiva è una responsabilità che non voglio condividere.

Ogni giorno che passa il suo disprezzo per le minoranze si fa più grande e minaccioso e la civile convivenza tra diversi nel nostro Paese diventa più improbabile. Dialoga con i fascisti, si presenta ai convegni dei tradizionalisti che insorgono contro i diritti civili e la libertà della donna, viola i principi su cui si basa la nostra Costituzione che ha giurato solennemente di rispettare. Se c’è uno che va processato è lui. Se c’è uno che ha invaso la nostra vita è lui. Se c’è uno che va arrestato è lui.

6 aprile 2019

L’oltraggio al pane di Torre Maura

Il magnifico articolo sui fatti di Torre Maura (periferia di Roma, ma simbolo di tutte le periferie, anche di Brescia, Milano, Bari...) dell'antropologo Marino Niola, su Repubblica.

Calpestare il pane significa calpestare l’umanità. Ed è proprio quel che è accaduto martedì nel quartiere romano di Torre Maura dove una folla inferocita ha distrutto i panini destinati ai rom, ospiti indesiderati nel centro di accoglienza del Comune. Se è vero che ogni protesta legittima è possibile, questo gesto è intollerabile. Addirittura sacrilego. Perché fa scempio di quello che dagli albori della civiltà occidentale, ai cui valori si richiamano molti dei manifestanti, è il simbolo stesso dell’umano. Alimento ordinario dell’uomo civilizzato lo definiscono i dizionari. Come dire che chi oltraggia il pane si chiama automaticamente fuori dal consorzio civile. Non solo perché mal tollera che quegli “zingari”, temuti ed esecrati, sostino su quello che considera un territorio di sua esclusiva proprietà dimenticando che uno spazio pubblico è di tutti e non solo degli abitanti del quartiere. Ma soprattutto perché i trecento giustizieri, a quelle donne, a quegli uomini, a quei bambini non hanno riconosciuto lo statuto di persone. Li hanno trattati come residui ingombranti da smaltire con le buone o le cattive.

5 aprile 2019

Governo del cambiamento?

I dati Istat aiutano sempre meglio a capire come questo governo sia “il governo del cambiamento”, però in peggio. Gli ultimi dati forniti, lunedì mattina, riguardano il Rapporto sulla competitività dei settori produttivi 2019 dell’ISTAT e indicano che nel 2018 è rallentata la crescita dell’economia italiana, passata a +0,9%, mentre era a +1,6% nel 2017.

Ma va ancora peggio, appena contestualizziamo. Il divario nei confronti dell’area euro – cresciuta in media dell’1,8% – torni ad ampliarsi, dopo essersi ridotto nel biennio precedente grazie alle politiche economiche dei governi a guida Pd. La dinamica del Pil è stata frenata dalla significativa decelerazione delle componenti interne di domanda: insomma, meno disponibilità economica dei cittadini, e anche meno fiducia, e meno crescita.

2 aprile 2019

Il Papa di ritorno dal Marocco: mettiamo ponti nei porti

Intervista sul volo da Rabat: chi costruisce muri ne resterà «prigioniero». La dichiarazione su Gerusalemme «un passo avanti» da fratelli. Sui migranti appello all'Europa che «vende le armi allo Yemen per ammazzare dei bambini». E Francesco consiglia di leggere un articolo di Vatican Insider  

Nel discorso alle autorità ha detto che il fenomeno migratorio non si risolve con le barriere fisiche, ma qui in Marocco la Spagna ha costruito due barriere con lame per tagliare quelli che le vogliono superare. E il Presidente Trump in questi giorni ha detto che vuole chiudere completamente le frontiere e in più sospendere gli aiuti a tre paesi centro americani. Che cosa vuole dire a questi governanti?

«Prima di tutto: i costruttori di muri, siano di lame tagliate con coltelli o di mattoni, diventeranno prigionieri dei muri che fanno. Secondo: ho visto un pezzo di quel filo con i coltelli. Io ti dico sinceramente che mi sono commosso e poi quando se ne è andato ho pianto. Ho pianto perchè non entra nella mia testa e nel mio cuore tanta crudeltà. Non entra nella mia testa e nel mio cuore vedere affogare nel Mediterraneo. Mettiamo ponti nei porti. Questo non è il modo di risolvere il grave problema dell’immigrazione. Io capisco: un governo, con questo problema ha la patata bollente nelle mani, ma deve risolverlo altrimenti, umanamente. Quando io ho visto quel filo, con i coltelli, sembrava di non poter credere. Poi una volta ho avuto la possibilità di vedere un filmato nel carcere, dei rifugiati che tornano, che sono mandati indietro. Carceri non ufficiali, carceri di trafficanti. Fanno soffrire… fanno soffrire. Le donne e i bambini li vendono, rimangono gli uomini. e le torture che si vedono filmate lì sono da non credere. È stato un filmato fatto di nascosto, con i servizi. Ecco io non lascio entrare: è vero perchè non ho posto, ma ci sono altri Paesi, c’è l’umanità dell’unione europea. deve parlare l’Unione Europea intera. Non lascio entrare, o li lascio affogare lì, o li mando via sapendo che tanti di loro cadranno nelle mani di questi trafficanti che venderanno le donne e i bambini, uccideranno o tortureranno per fare schiavi gli uomini? Una volta ho parlato con un governante, un uomo che io rispetto e dirò il nome, Alexis Tsipras, e parlando di questo e degli accordi di non lascare entrare, lui mi ha spiegato le difficoltà, ma alla fine mi ha parlato col cuore e ha detto questa frase: “I diritti umani sono prima degli accordi”: questa frase merita il premio Nobel».

1 aprile 2019

SettegiorniPD in Regione Lombardia

     La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale Ancora una volta?

E’ andata bene, ma l’immagine dei due treni che si sono scontrati a Inverigo, sulla linea Milano Asso, rischia di diventare l’icona dell’attuale situazione del trasporto ferroviario lombardo. Solo poche settimane fa, in una fredda e buia mattina di fine gennaio, a Pioltello si è sentito un coro unanime di “non dovrà accadere mai più”. Purtroppo è accaduto ancora e, per fortuna, non siamo qui a piangere conseguenze drammatiche.
Abbiamo chiesto che la Giunta regionale riferisca martedì in Consiglio su quanto è accaduto. Nessun processo o giudizio sommario, ma bisogna assolutamente capire perché e che cosa è successo. Lo dobbiamo agli 800.000 lombardi che ogni giorno utilizzano il treno.
Nei giorni scorsi, in Consiglio si è parlato (poco) di Europa e finalmente si è riconosciuto, anche da parte della maggioranza, come l’Europa sia l’unica prospettiva possibile per la Lombardia. La stessa Lega ha abbandonato la propaganda sovranista per entrare nel merito delle politiche comunitarie e delle loro conseguenze sulla regione. Le visioni sul futuro dell’Unione sono profondamente diverse, ma sentire che non se ne mette in discussione l’esistenza, di questi tempi, è già un successo.