Il Consiglio di Stato dà torto a Matteo Salvini e al ministero dell’Interno e smonta il provvedimento con cui il Viminale aveva escluso Riace dalla rete dello Sprar. La decisione di Palazzo Spada dà quindi ragione all’ex sindaco Mimmo Lucano e definisce “encomiabile” il cosiddetto ‘modello Riace’ sull’accoglienza dei migranti.
Il Consiglio di Stato difende il modello Riace per l’accoglienza dei migranti creato dall’ex sindaco Mimmo Lucano. E boccia il piano del ministero dell’Interno del 2018, allora guidato da Matteo Salvini, con cui il modello di accoglienza veniva smontato. Nasce tutto da un’ordinanza del 2018 del Viminale: il ministero di Salvini decideva di chiudere le strutture e interrompere i progetti di accoglienza per più di 60 persone ospitate a Riace. Una sentenza del Tar aveva già dato torto al leader della Lega e al Viminale. Ora arriva la conferma anche dal Consiglio di Stato, che dà ragione all’ex primo cittadino del piccolo centro calabrese.
Il Consiglio di Stato ha quindi annullato il provvedimento del ministero dell’Interno che aveva escluso Riace dallo Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Per i giudici di Palazzo Spada, inoltre, il modello costruito da Lucano è “encomiabile”: “Che il modello Riace fosse assolutamente encomiabile negli intenti e anche negli esiti del processo di integrazione è circostanza che traspare anche dai più critici tra i monitoraggi compiuti”, si legge. Inoltre il Consiglio di Stato ribadisce che il modello funzionava – tanto che dalla prefettura di Reggio Calabria era arrivata una “relazione positiva” – e che il ministero non poteva chiuderlo senza neanche prima inviare una diffida.
9 giugno 2020
7 giugno 2020
Commissione Covid: le dimissioni di Patrizia Baffi
Le dimissioni di Patrizia Baffi rimettono in gioco la commissione, ora tocca alla maggioranza
CORONAVIRUS: PIZZUL (PD), “APPREZZIAMO DECISIONE BAFFI, AUSPICHIAMO CHE MAGGIORANZA METTA CONDIZIONI PER FAR PARTIRE LA COMMISSIONE D’INCHIESTA”
“Apprezziamo la decisione della consigliera Baffi di dimettersi dal ruolo di presidente della commissione d’inchiesta. Le avevamo chiesto questo atto di responsabilità e la ringraziamo per averlo compiuto. Concordiamo con lei che ciò possa contribuire a ristabilire un clima favorevole allo svolgimento di un importante lavoro che dobbiamo fare nell’interesse dei cittadini lombardi. Auspichiamo che la maggioranza, a partire dalla Lega, intenda porre le condizioni per rimettere la commissione in grado di partire su nuove basi. Se così sarà, noi non ci tireremo indietro e ripresenteremo i nostri componenti al presidente del Consiglio regionale, perché li reintegri.”
Lo dichiara il capogruppo del PD in Regione Fabio Pizzul dopo l’annuncio delle dimissioni di Patrizia Baffi da presidente della commissione speciale d’inchiesta sull’emergenza Covid in Regione Lombardia.
Milano, 5 giugno 2020
CORONAVIRUS: PIZZUL (PD), “APPREZZIAMO DECISIONE BAFFI, AUSPICHIAMO CHE MAGGIORANZA METTA CONDIZIONI PER FAR PARTIRE LA COMMISSIONE D’INCHIESTA”
“Apprezziamo la decisione della consigliera Baffi di dimettersi dal ruolo di presidente della commissione d’inchiesta. Le avevamo chiesto questo atto di responsabilità e la ringraziamo per averlo compiuto. Concordiamo con lei che ciò possa contribuire a ristabilire un clima favorevole allo svolgimento di un importante lavoro che dobbiamo fare nell’interesse dei cittadini lombardi. Auspichiamo che la maggioranza, a partire dalla Lega, intenda porre le condizioni per rimettere la commissione in grado di partire su nuove basi. Se così sarà, noi non ci tireremo indietro e ripresenteremo i nostri componenti al presidente del Consiglio regionale, perché li reintegri.”
Lo dichiara il capogruppo del PD in Regione Fabio Pizzul dopo l’annuncio delle dimissioni di Patrizia Baffi da presidente della commissione speciale d’inchiesta sull’emergenza Covid in Regione Lombardia.
Milano, 5 giugno 2020
2 giugno 2020
SettegiorniPD in Regione Lombardia
La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia
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1 giugno 2020
Da plastic free a free plastic
Una riflessione di Francesco Bertolini (SDA Bocconi) - Ecoscienza
Sono passati solo pochi mesi, ma abbiamo invertito le parole; rischiamo di sacrificare decenni di impegno ambientale in poche settimane. Plastic free era il mantra pre-coronavirus; ora la plastica è tornata prepotente, colonizzando bar, ristoranti , supermercati e negozi come mai nella storia.
Un cambio di paradigma allarmante, in una retorica buonista e di sostenibilità ambientale che poi finanzia i monopattini elettrici come se fossero l’evoluzione naturale della mobilità urbana e non una simpatica modalità di una piccola nicchia di giovani in forma e che probabilmente non si muoverebbero comunque in automobile; il panico che è stato diffuso nel paese ha distrutto decenni di retorica, di incentivi e di investimenti miliardari nel trasporto pubblico, abbandonato per paura di un contagio ormai remoto, ma che influenzerà i comportamenti dei cittadini per anni.
In questo contesto impazzito la priorità è una sola; combattere il virus, senza pensare alle conseguenze, senza capire che igienizzare tutto e rendere il mondo un ambiente asettico è follia e la migliore premessa per una caduta della salubrità pubblica e per il ritorno di malattie probabilmente peggiori del coronavirus stesso.
Sono passati solo pochi mesi, ma abbiamo invertito le parole; rischiamo di sacrificare decenni di impegno ambientale in poche settimane. Plastic free era il mantra pre-coronavirus; ora la plastica è tornata prepotente, colonizzando bar, ristoranti , supermercati e negozi come mai nella storia.
Un cambio di paradigma allarmante, in una retorica buonista e di sostenibilità ambientale che poi finanzia i monopattini elettrici come se fossero l’evoluzione naturale della mobilità urbana e non una simpatica modalità di una piccola nicchia di giovani in forma e che probabilmente non si muoverebbero comunque in automobile; il panico che è stato diffuso nel paese ha distrutto decenni di retorica, di incentivi e di investimenti miliardari nel trasporto pubblico, abbandonato per paura di un contagio ormai remoto, ma che influenzerà i comportamenti dei cittadini per anni.
In questo contesto impazzito la priorità è una sola; combattere il virus, senza pensare alle conseguenze, senza capire che igienizzare tutto e rendere il mondo un ambiente asettico è follia e la migliore premessa per una caduta della salubrità pubblica e per il ritorno di malattie probabilmente peggiori del coronavirus stesso.
27 maggio 2020
Riflessioni sulla scuola al tempo del Coronavirus
Scritto da Patrizia Marchesi PD Monza
Alcune considerazioni sulla scuola al tempo del Coronavirus (riflessioni personali che nascono dal tavolo di lavoro tematico promosso dalla Federazione Provinciale del Pd Monza e Brianza riunitosi il 12 maggio u.s.)
Questi mesi di sospensione dell’attività scolastica normalmente intesa hanno inciso pesantemente sulla vita di tutti noi, ragazzi, insegnanti, famiglie. Il 22 febbraio siamo tornati a casa pregustando un fine settimana che precedeva i due giorni di festa di Carnevale, e non siamo più rientrati.
La scuola ha reagito alla situazione con una vivacità e capacità di adattamento inaspettate; un’istituzione da sempre ancorata ai rigidi schemi della tradizione, nel giro di pochi giorni ha introdotto modalità di funzionamento completamente nuove, basate sull’impiego degli strumenti informatici. Dove ciò è stato possibile, è accaduto grazie ad anni in cui gli istituti (non tutti, certo) si sono dotati di reti, LIM, registri elettronici, e i docenti si sono progressivamente adeguati all’uso di strumenti e modalità diverse. Ammirevole è stato l’impegno dei dirigenti e del personale, che ha ribaltato in poco tempo il proprio modo si lavorare. Piattaforme, accreditamenti, password; colleghi più attrezzati sotto l’aspetto informatico si sono messi a disposizione di altri in difficoltà. Impegno tanto più ammirevole in quanto ha richiesto una quantità di lavoro enormemente superiore al normale, anche da parte di insegnanti precari e supplenti che hanno fatto tutto ciò senza una vera prospettiva di stabilizzazione.
Alcune considerazioni sulla scuola al tempo del Coronavirus (riflessioni personali che nascono dal tavolo di lavoro tematico promosso dalla Federazione Provinciale del Pd Monza e Brianza riunitosi il 12 maggio u.s.)
Questi mesi di sospensione dell’attività scolastica normalmente intesa hanno inciso pesantemente sulla vita di tutti noi, ragazzi, insegnanti, famiglie. Il 22 febbraio siamo tornati a casa pregustando un fine settimana che precedeva i due giorni di festa di Carnevale, e non siamo più rientrati.
La scuola ha reagito alla situazione con una vivacità e capacità di adattamento inaspettate; un’istituzione da sempre ancorata ai rigidi schemi della tradizione, nel giro di pochi giorni ha introdotto modalità di funzionamento completamente nuove, basate sull’impiego degli strumenti informatici. Dove ciò è stato possibile, è accaduto grazie ad anni in cui gli istituti (non tutti, certo) si sono dotati di reti, LIM, registri elettronici, e i docenti si sono progressivamente adeguati all’uso di strumenti e modalità diverse. Ammirevole è stato l’impegno dei dirigenti e del personale, che ha ribaltato in poco tempo il proprio modo si lavorare. Piattaforme, accreditamenti, password; colleghi più attrezzati sotto l’aspetto informatico si sono messi a disposizione di altri in difficoltà. Impegno tanto più ammirevole in quanto ha richiesto una quantità di lavoro enormemente superiore al normale, anche da parte di insegnanti precari e supplenti che hanno fatto tutto ciò senza una vera prospettiva di stabilizzazione.
Lombardia: Patrizia Baffi, che presiede la commissione d’inchiesta Covid, lavora per una Rsa (campo su cui dovrà ‘indagare’)
Andrea Sparaciari - Business Insider Italia
Una donna sola al comando, ma in evidente conflitto di interesse (politico). È Patrizia Baffi, la consigliera regionale di Italia Viva eletta ieri – grazie ai voti di Lega e Forza Italia (più il suo) – alla presidenza della commissione chiamata a far luce sulle tante e macroscopiche falle della gestione dell’emergenza sanitaria da parte del duo Attilio Fontana – Giulio Gallera.
Tra le tante magagne sulle quali si dovrà indagare, c’è sicuramente la famosa delibera regionale dell’8 marzo 2020 che mise i malati Covid nelle Rsa, causando una vera e propria strage di anziani. Un punto nodale della gestione della crisi pandemica di Fontana, che la Commissione dovrà vivisezionare. Il problema è che la neo-presidentessa Baffi risulta essere dipendente – in aspettativa – proprio di una Rsa, la Fondazione Opere Pie Riunite di Codogno Onlus.
Il suo curriculum recita infatti: “Fino al 2001 mi sono occupata di materia societaria e riclassificazione bilanci presso uno Studio Professionale di Dottori Commercialisti, in seguito e fino al 2018 ho lavorato presso una Residenza Sanitaria Assistenziale operando in materia amministrativa gestionale”.
Una donna sola al comando, ma in evidente conflitto di interesse (politico). È Patrizia Baffi, la consigliera regionale di Italia Viva eletta ieri – grazie ai voti di Lega e Forza Italia (più il suo) – alla presidenza della commissione chiamata a far luce sulle tante e macroscopiche falle della gestione dell’emergenza sanitaria da parte del duo Attilio Fontana – Giulio Gallera.
Tra le tante magagne sulle quali si dovrà indagare, c’è sicuramente la famosa delibera regionale dell’8 marzo 2020 che mise i malati Covid nelle Rsa, causando una vera e propria strage di anziani. Un punto nodale della gestione della crisi pandemica di Fontana, che la Commissione dovrà vivisezionare. Il problema è che la neo-presidentessa Baffi risulta essere dipendente – in aspettativa – proprio di una Rsa, la Fondazione Opere Pie Riunite di Codogno Onlus.
Il suo curriculum recita infatti: “Fino al 2001 mi sono occupata di materia societaria e riclassificazione bilanci presso uno Studio Professionale di Dottori Commercialisti, in seguito e fino al 2018 ho lavorato presso una Residenza Sanitaria Assistenziale operando in materia amministrativa gestionale”.
25 maggio 2020
SettegiorniPD in Regione Lombardia
La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia
18 maggio 2020
SettegiorniPD in Regione Lombardia
La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia
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17 maggio 2020
Ecco Immagina

Un sito per ridefinire "il tempo che stiamo vivendo"
Scritto da Redazione PD Monza
Arriva Immagina, (clicca qui per andare al sito)
una nuova piattaforma di notizie e opinioni che gravitano attorno al mondo progressista e democratico. Per dirla con le parole degli stessi fondatori "Uno spazio dove elaborare e condividere idee e progetti per una società nuova".
"La piattaforma web e social che si propone di coinvolgere esperti, pensatori, addetti ai lavori, professionisti, cittadini nel processo di ridefinizione di un sistema di valori in linea con il tempo che stiamo vivendo".
Buona lettura.
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