14 febbraio 2018
13 febbraio 2018
Il programma del M5s porta un disavanzo di 63 miliardi
Sotto la lente, le elezioni e l’economia /2 Rispetto ai calcoli del Movimento il reddito minimo non costa 15 miliardi ma quasi il doppio. Superare la Fornero genera aggravi per 15 miliardi invece degli 11 previsti. Con la riforma Irpef minori entrate per 16 miliardi, non per 4.
Tratto dall’articolo di ROBERTO PEROTTI professore alla Università Bocconi
Il costo totale del programma M5S, secondo lo stesso movimento, è di 78,5 miliardi (il 4,5 per cento del Pil), di cui più di tre quarti di maggiori spese. Secondo le mie stime, il costo totale è di 108 miliardi. A queste cifre bisogna aggiungere svariati ma imprecisati miliardi da almeno tre voci non quantificate nel programma del M5S. La somma delle coperture è di 79 miliardi secondo il M5S, 45 miliardi secondo le mie stime. Sottraendo le coperture dal totale dei costi, si ottiene un avanzo di 0,5 miliardi secondo il M5S, un disavanzo 63 miliardi (il 3,5 per cento del Pil) secondo le mie stime. Di seguito una breve spiegazione delle maggiori proposte.
Tratto dall’articolo di ROBERTO PEROTTI professore alla Università Bocconi
Il costo totale del programma M5S, secondo lo stesso movimento, è di 78,5 miliardi (il 4,5 per cento del Pil), di cui più di tre quarti di maggiori spese. Secondo le mie stime, il costo totale è di 108 miliardi. A queste cifre bisogna aggiungere svariati ma imprecisati miliardi da almeno tre voci non quantificate nel programma del M5S. La somma delle coperture è di 79 miliardi secondo il M5S, 45 miliardi secondo le mie stime. Sottraendo le coperture dal totale dei costi, si ottiene un avanzo di 0,5 miliardi secondo il M5S, un disavanzo 63 miliardi (il 3,5 per cento del Pil) secondo le mie stime. Di seguito una breve spiegazione delle maggiori proposte.
10 febbraio 2018
“Quello che ho capito del M5s”
Jacopo Iacoboni parla del suo “L’esperimento”
Il giornalista della stampa nel suo libro parla della poca trasparenza, della mancanza di meritocrazia e del punto di forza del Movimento“Pericolosi? Sì, ma non perché fascisti. Sono indifferenti a idee, sono un tool che può essere usato per qualunque cosa, e da chiunque. Questo è massimamente pericoloso. Se un domani scoprissero, per esempio, dai social e dai sondaggi, che l’Italia ama gli immigrati, diventerebbero immediatamente tutti pro-migranti”.
E’ così che Jacopo Iacoboni (Napoli, ’72), giornalista de La Stampa, vede i pentastellati. A loro ha dedicato un libro-inchiesta, intitolato: L’esperimento (Editori Laterza).
“Un libro – spiega – che ho dovuto, non che volevo scrivere. Quel poco o molto che so, che ho capito o scoperto sul Movimento 5stelle, ho pensato fosse necessario che lo sapessero tutti”. E cioè? Che il Movimento 5stelle, sebbene appaia come una creatura di democrazia dal basso, partecipata, nata per idea dei Vaffa day di Beppe Grillo, un comico famoso, è in realtà stato fondato soprattutto da un’altra persona, Gianroberto Casaleggio, che aveva in mente di duplicare i suoi giochi di ingegneria sociale in politica.
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Chi ha il coraggio di dire che il M5s è un pericolo per l'Italia?
La nostra classe dirigente non può più permettersi di essere neutrale. AppelloA poche settimane dalle elezioni presidenziali francesi, dunque circa un anno fa, la stragrande maggioranza degli imprenditori, della classe dirigente, degli intellettuali, degli editorialisti e dei direttori dei giornali della Francia scelse di utilizzare ogni mezzo a disposizione per spiegare che cosa avrebbe rischiato il proprio paese sottovalutando la minaccia di un partito antisistema come il Front national. A poche settimane dalle elezioni politiche tedesche, circa sei mesi fa, la stragrande maggioranza degli imprenditori, della classe dirigente, degli intellettuali, degli editorialisti e dei direttori dei giornali tedeschi scelse di utilizzare ogni mezzo a disposizione per spiegare che cosa avrebbe rischiato il proprio paese sottovalutando la minaccia di un partito antisistema come Alternative für Deutschland. A poche settimane dalle elezioni politiche italiane, la stragrande maggioranza degli imprenditori, della classe dirigente, degli intellettuali, degli editorialisti e dei direttori dei giornali ha scelto invece di non utilizzare alcun mezzo per spiegare che cosa rischierebbe il nostro paese a sottovalutare la minaccia di un partito antisistema come il Movimento 5 stelle. Mancano 24 giorni alle elezioni, ma allo stato attuale possiamo dire che la maggioranza dell’establishment italiano sembra avere fatto una precisa scelta: considerare il partito di Luigi Di Maio un partito come tutti gli altri, e i leader politici tutti indistintamente dei populisti. Tutti uguali, tutti pericolosi, tutti cialtroni, tutti impresentabili, tutti invotabili.
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9 febbraio 2018
Politiche 2018. La newsletter di Matteo Renzi
Mancano 24 giorni alle elezioni e mentre l'Italia è giustamente stregata da Sanremo noi continuiamo con la campagna elettorale. Qualcuno di voi mi ha scritto: qual è il vero obiettivo del PD? Diciamolo con forza: noi vogliamo arrivare primi. Punto. Vogliamo essere il primo partito, vogliamo essere il primo gruppo parlamentare. La partita per il primo posto sul proporzionale, che assegnerà la grande maggioranza dei seggi, non riguarda Berlusconi e neppure Salvini. È una sfida a due, tra noi e i Cinque Stelle. Nonostante tutti gli attacchi di questi giorni (dagli attacchi in rete di queste ore al folle che, a Macerata, non solo ha ferito sei persone ma ha sparato ad altezza d'uomo anche alla nostra sede), il PD è il vero punto di riferimento di chi vuole andare avanti. Di chi non vuole fermarsi. Il PD è la vera forza tranquilla di questo Paese. E quella che un tempo si chiamava maggioranza silenziosa degli italiani lo sa perfettamente. Abbiamo le idee chiare su che cosa va fatto e qui trovate il volantino che andrà in cinque milioni di copie in giro per l'Italia. Gli altri lanciano promesse a vanvera, noi abbiamo un progetto concreto. Gli altri promettono miracoli, noi abbiamo dalla nostra i risultati. A livello nazionale, ma anche in tanti comuni. Prendo un esempio a caso, tra i tanti che si stanno muovendo in queste ore: il segretario provinciale del PD di Parma, Nicola Cesari, è sindaco a Sorbolo e questo è il materiale che sta facendo girare nel suo comune. Dico a tutti i sindaci: forza, tutti al lavoro, tutti insieme. |
8 febbraio 2018
Gori Presidente
Per leggere il programma clicca qui: www.giorgiogori2018.it/programma
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6 febbraio 2018
Ci ha lasciato una persona da non dimenticare
La Resistenza di 'Cif' Villani:
"Mi salvò un repubblichino che avevo deciso di non uccidere"
Il racconto di un partigiano milanese.
Dall'8 settembre al 25 aprile, passando dalle carceri della Repubblica di Salò e i tentativi di liberare Parri
di ZITA DAZZI
Giunto a Milano l'8 settembre 1943, col ritorno dei fascisti che pretendevano di reclutare i giovani, a Villani sembrò del tutto normale rispondere di no e schierarsi contro. Si collegò subito ad Arturo Capettini, gappista milanese, che gli diede fiducia e lo incaricò di organizzare un gruppo di giovani autonomi e che battezzò "Giovani studenti per la libertà".
"Mi salvò un repubblichino che avevo deciso di non uccidere"
Il racconto di un partigiano milanese.
Dall'8 settembre al 25 aprile, passando dalle carceri della Repubblica di Salò e i tentativi di liberare Parri
di ZITA DAZZI
Giunto a Milano l'8 settembre 1943, col ritorno dei fascisti che pretendevano di reclutare i giovani, a Villani sembrò del tutto normale rispondere di no e schierarsi contro. Si collegò subito ad Arturo Capettini, gappista milanese, che gli diede fiducia e lo incaricò di organizzare un gruppo di giovani autonomi e che battezzò "Giovani studenti per la libertà".
5 febbraio 2018
Politiche 2018. La newsletter di Matteo Renzi
Mancano 32 giorni alle Elezioni del 4 marzo. Dopo averne parlato per mesi, finalmente ci siamo. E conteranno i voti dei cittadini, non le polemiche dei soliti noti.
Parto dall'agenda dei prossimi appuntamenti:
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4 febbraio 2018
Giovani e lavoro: nascono 300 imprese al giorno, boom in agricoltura
Un terzo delle nuove imprese iscritte nel 2017 è di under 35. L'Italia primeggia in Europa per aziende agricole condotte da giovani
Repubblica - 01 febbraio 2018
Chi l'ha detto che i giovani vogliono soltanto fuggire verso altri lidi? C'è una buona fetta di loro che ancora si mette in gioco, in Italia. Senza nulla togliere al problema della 'fuga dei cervelli', che anzi è quanto mai urgente affrontare con riforme radicali che vanno dall'Università al mercato del lavoro, i dati della Camera di Commercio di Milano, MonzaBrianza e Lodi sono un inno all'imprenditoria che nasce e cresce in casa: nello scorso anno in Italia sono nate circa 300 imprese giovanili al giorno lungo tutta la penisola (circa 110mila), pari al 30,5% di tutte le imprese iscritte nel 2017.
Repubblica - 01 febbraio 2018
Chi l'ha detto che i giovani vogliono soltanto fuggire verso altri lidi? C'è una buona fetta di loro che ancora si mette in gioco, in Italia. Senza nulla togliere al problema della 'fuga dei cervelli', che anzi è quanto mai urgente affrontare con riforme radicali che vanno dall'Università al mercato del lavoro, i dati della Camera di Commercio di Milano, MonzaBrianza e Lodi sono un inno all'imprenditoria che nasce e cresce in casa: nello scorso anno in Italia sono nate circa 300 imprese giovanili al giorno lungo tutta la penisola (circa 110mila), pari al 30,5% di tutte le imprese iscritte nel 2017.
3 febbraio 2018
Politiche 2018.

Scritto da Redazione PD Monza
La campagna elettorale per le politiche 2018 è davvero alle porte. La data del voto – 4 marzo 2018 – si avvicina a grandi passi e il Partito Democratico vuole porre l'accento su quanto costruito durante questa legislatura. Cosa è stato fatto? Tanto. Anzi, tantissimo.
Industria 4.0
Sono stati stanziati 20 miliardi di euro fra incentivi, fondi per la ricerca e detrazioni per le start-up. Azioni concrete che hanno guardato a ricerca e innovazione, garantito investimenti e il conseguente aumento dei posti di lavoro. Risorse economiche che guardano al futuro. Per essere pronti e mettere, davvero, la priorità al lavoro.
Si legge sul sito "Deputati Pd Fatti Concreti": “Abbiamo puntato su Industria 4.0 venti miliardi di euro fra incentivi, fondi per la ricerca, detrazioni per le start-up. Il Piano nazionale ha un potenziale enorme perché guarda con coraggio al futuro, e comincia però a dare già con chiarezza i suoi frutti. Siamo la seconda realtà manifatturiera in Europa, la settima nel mondo, ma per crescere e restare competitivi di fronte all’esplosione di novità offerto dalla quarta rivoluzione industriale dobbiamo accettare la sfida del cambiamento e trasformarla in opportunità. Industria 4.0 significa questo. Il Piano nazionale del governo mette in campo un progetto che integra impresa e ricerca, lavoro e tecnologia avanzata”.
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