20 novembre 2020

Incontri online

La scuola, prima di tutto

La scuola rappresenta la più grande ed importante infrastruttura sociale su cui investire per lo sviluppo del Paese e il principale strumento di lotta alle diseguaglianze.

Tutte e tutti noi siamo chiamati a fare ogni sforzo possibile per garantire alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi il diritto allo studio e scongiurare che paghino un duro prezzo per la loro formazione a causa della pandemia.

Per questo, abbiamo avviato un percorso di ascolto e di confronto con il Paese e tutti i protagonisti del mondo della formazione e dell'istruzione. Una sorta di Stati Generali che costituiranno un'importante occasione di dibattito ma soprattutto di proposte.

Nella prima parte, che prenderà il via il 21 novembre con il segretario Nicola Zingaretti e lo psicanalista Massimo Recalcati, incontreremo il mondo della cultura: intellettuali, scrittori, cantanti, docenti universitari e accademici ci racconteranno la loro visione dalle più diverse prospettive.

Nella seconda parte, che ci vedrà il 12 dicembre assieme in una grande assemblea plenaria, ascolteremo il punto di vista di tutti coloro che vivono la scuola ogni giorno e ne conoscono le potenzialità, le criticità ma soprattutto i bisogni: studentesse e studenti, docenti, dirigenti, personale amministrativo, genitori, amministratori locali e regionali, organizzazioni sindacali, esperti, associazioni e fondazioni.

Tutti gli incontri saranno trasmessi in streaming sulla pagina facebook del Partito Democratico.

Ci ascolteremo, ci confronteremo e lanceremo le nostre proposte.

Un punto di partenza, e non di arrivo, per sostenere un settore fondamentale per il futuro del nostro Paese.

Perché la Scuola, per noi, prima di tutto.

16 novembre 2020

SettegiorniPD in Regione Lombardia

   La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale Venerdì Tredici

Ci sono, talvolta, coincidenze curiose. Aprendo la pagina di Wikipedia dedicata alla Giunta Fontana, si scopre che l’elenco degli assessori pone al 13esimo posto il nome di Giulio Gallera, titolare del welfare. Proprio oggi, venerdì 13 di anno bisestile, il nome di Gallera pare essere stato al centro di un vertice di maggioranza che, per fortuna, non era stato fissato alle 13.
Curioso è anche il modo in cui il presidente Fontana e la sua maggioranza stanno tentando di affrontare l’emergenza: piuttosto che instaurare una stretta collaborazione con tutti gli altri livelli istituzionali, hanno sempre tentato di cavalcare la specificità lombarda, a partire dall’idea che qui da noi le cose si fanno sempre e comunque meglio. L’unica eccellenza che questa crisi ci consegna è, purtroppo, quella del numero dei contagiati e delle vittime.
Sarà anche la sorte ad avere fatto sì che lo tsunami pandemia si abbattesse con particolare accanimento sulla Lombardia, ma non è una spiegazione che convince e che può assolvere chi ha gestito, con grande impegno certo, ma scarsissimi risultati, l’emergenza.
Non sarà l’improbabile sacrificio del tredicesimo assessore della lista, quasi novello Giona gettato nel mare in tempesta, a salvare la faccia e il futuro della nave lombarda.
Parlare di rimpasti o di salvifici supertecnici è solo un modo per alzare un po’ di fumo attorno al fallimento di un’amministrazione che voleva raggiungere l’autonomia, ma è stata travolta dalla pandemia.
Nell’emergenza di questa terribile seconda ondata, il sostegno ai provvedimenti di chi governa è fuori discussione. Quando le onde si saranno placate, è però necessario trovare qualcun altro che guidi in porto la nave e la scelta non può che toccare ai cittadini lombardi.

Solidarietà a tutto il personale ospedaliero

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13 novembre 2020

Il grido di Saviano: "Chi compra i ristoranti, i bar e gli hotel in crisi? Il Paese sta andando nelle mani della criminalità organizzata finanziaria"

"Il Paese sta andando letteralmente nelle mani della criminalità organizzata finanziaria: chi compra i ristoranti, i bar, gli hotel che stanno fallendo? L'usura si sta mangiando tutto. Come è possibile che non sia questo il dibattito centrale?". Sono le parole di Roberto Saviano, intervenuto a DiMartedì, il programma de La 7 condotto da Giovanni Floris.

11 novembre 2020

Vaccini Covid-19, MSF ai governi: Per garantire accesso equo, pretendere trasparenza sugli accordi commerciali

Redazione di Vita

Per lo sviluppo di 6 vaccini contro il Covid-19 sono stati investiti 12 miliardi di dollari in fondi pubblici, ma accordi commerciali, dati e costi della sperimentazione - informazioni cruciali per negoziare prezzi accessibili e valutare sicurezza ed efficacia - rimangono segreti. Bisogna pretendere maggiore trasparenza e le aziende farmaceutiche che stanno sviluppando il vaccino - da AstraZeneca per Oxford a Johnson&Johnson, Pfizer, GSK, Novavax e Moderna - devono rendere pubblici i propri dati e agire nell’interesse della salute pubblica.

Dopo che il preoccupante accordo raggiunto tra l’azienda farmaceutica AstraZeneca e l’istituto brasiliano di ricerca Fundação Oswaldo Cruz (Fiocruz) è stato reso noto, Medici Senza Frontiere (MSF) esorta i governi a pretendere maggiore trasparenza dalle aziende farmaceutiche sugli accordi commerciali per i vaccini contro il Covid-19 e sui costi e i dati dei test clinici, anche considerando i miliardi di dollari pubblici stanziati per lo sviluppo di questi vaccini.

Fiocruz ha fatto un grande passo in avanti in termini di trasparenza pubblicando online l’accordo stretto con AstraZeneca per produrre almeno 100 milioni di dosi del vaccino (AZD1222). Nonostante l’accordo sia stato pubblicato con alcune modifiche, questo caso deve incoraggiare i governi a fare altrettanto e chiedere maggiore trasparenza. Un precedente accordo solleva dubbi sull’impegno “non profit” di AstraZeneca e rivela come l’azienda si sia attribuita il potere di dichiarare la fine della pandemia per luglio 2021. Ciò significa che dopo questa data AstraZeneca potrebbe vendere a governi e altri acquirenti un vaccino finanziato da fondi pubblici, a prezzi altissimi.

9 novembre 2020

Ecco perché il Pil non rende felici. Così nel 2030 avremo bisogno di due pianeti.

Il Pil misura un'economia ma non è in grado di quantificare benessere e felicità. Chi lo ha detto? Lo stesso Simon Kuznets che nel 1934 inventò il Pil. 

Robert Kennedy, ex-senatore statunitense ed ex candidato alla presidenza, nonché fratello di John Fitzgerald Kennedy (35esimo presidente degli Usa). È passato alla storia soprattutto per un discorso durissimo nei confronti del Pil, che tenne il 18 marzo del 1968 presso l'università del Kansas, un discorso nel quale evidenziava, tra l'altro, l'inadeguatezza del PIL come indicatore del benessere delle nazioni economicamente sviluppate. Tre mesi dopo veniva ucciso durante la sua campagna elettorale in un attentato a Los Angeles, all'indomani della sua vittoria nelle elezioni primarie di California e Dakota del Sud che lo avrebbe probabilmente portato a divenire Presidente degli Stati Uniti d'America.



George Bernard Shaw una volta ha scritto: << Alcuni uomini vedono le cose così come sono e si domandano: “Perché?”. Io sogno cose che non sono mai state e mi domando: “Perché no?”>>.

8 novembre 2020

Riprende l’attività di "Fare Brianza" (incontro in videoconferenza)

Carissime, carissimi,

in un momento così difficile la politica dovrebbe dare il meglio di sé
C’è,  invece, in atto in Lombardia il tentativo di giovarsene elettoralmente cercando un facile consenso approfittando delle preoccupazioni e delle ansie che attanagliano larga parte delle nostre comunità.
Oggi più che mai è necessario rispettare le regole fidandosi delle istituzioni. Ma è anche necessario guardare avanti e lavorare per costruire progetti per il futuro che migliorino le strutture sanitarie e rilancino economia e lavoro.
La sanità in particolare avrà bisogno di una riforma importante per colmare le lacune di una medicina territoriale che, in questi anni, è stata colpevolmente smantellata, per recuperare una relazione tra medici di base e medici ospedalieri, per far crescere la ricerca e la digitalizzazione. Necessita, inoltre, porre di nuovo al centro del dibattito l’integrazione tra  medicina pubblica e privata ripristinando un rapporto sano e complementare.

Per aiutarci a riflettere e a stare insieme, anche se solo virtualmente, vi propongo di vederci:

lunedì 9 novembre 2020 alle ore 21:00 con Fabio Pizzul

per approfondire con lui i contenuti del suo libro: "Perché la politica non ha più bisogno dei cattolici. La democrazia dopo il Covid-19"

7 novembre 2020

SettegiorniPD in Regione Lombardia

   La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale Il tempo imperfetto

Qualche giorno fa, con il ritorno dell’ora solare, abbiamo tirato indietro di un’ora i nostri orologi. Oggi siamo costretti a tirarli indietro di qualche mese: ripiombiamo in un blocco che speravamo di aver scongiurato. Obiettivo comune deve essere quello di uscirne il prima possibile, ma non siamo arrivati fin qui per un tragico e beffardo gioco della sorte.
Avevamo mesi per prepararci, abbiamo preferito fingere che tutto fosse passato.
In Lombardia avevamo capito e pagato più che altrove la fragilità del sistema sanitario territoriale; avevamo notato come il virus corresse lungo le principali direttrici di trasporto merci e persone; eravamo sconcertati dall’impreparazione e dalla litigiosità istituzionale di chi è alla guida della regione.
Purtroppo i verbi andrebbero coniugati al passato remoto piuttosto che all’imperfetto, perché pare che l’esperienza sia rimasta confinata alla scorsa primavera: abbiamo visto ripetersi le stesse situazioni.
Di fronte a un sistema sanitario già a rischio collasso, a trasporti sovraffollati, a istituzioni balbettanti e litigiose non ci poteva essere che una soluzione: il blocco delle attività più a rischio per evitare assembramenti e frenare così la diffusione del virus. La scelta del Governo non è un giudizio negativo su un territorio o su un’intera popolazione, come qualcuno vorrebbe far credere, è piuttosto l’estremo tentativo di evitare un nuovo disastro, umano prima ancora che economico. I cittadini lombardi si sono dimostrati in questi mesi all’altezza della sfida; le istituzioni hanno ora un’occasione, forse l’ultima, per dimostrarlo.

Lombardia zona Rossa Perché?

pizzul-peluffo

4 novembre 2020

Per il mondo dopo il Covid, guardiamo ad Alexander Langer

di Sarah Brizzolara - Domani


- Alexander Langer stato un politico e attivista, nato nel 1946 a Vipiteno, è morto suicida nel 1995. E’ stato tra i fondatori del partito dei Verdi italiani e uno dei leader del movimento verde europeo.

- Si è occupato molto della situazione dell'Alto Adige e in particolare il rapporto tra le diverse comunità linguistiche e della la situazione dei paesi dell'Europa dell'est.

- «La conversione ecologica potrà affermarsi soltanto se apparirà socialmente desiderabile», è una delle sue frasi più celebri e che come attivista ambientale condivido maggiormente.


Sono nata nel 1995 e mi ha sempre colpita che proprio in quell’anno Alexander Langer scelse di togliersi la vita. La sua figura, che ho incontrato nel mio impegno ecologista, parla ancora con grande potenza alle nuove generazioni. Langer è stato uno scrittore, un giornalista e uno dei più grandi ambientalisti europei.

La situazione della sua terra d’origine, l’Alto Adige, fu particolarmente importante nella sua formazione per il difficile rapporto tra le diverse comunità linguistiche.

Il legame tra la conversione ecologica e la convivenza inter-etnica traccia una cornice che inquadra il nostro impegno con intuizioni di un’attualità sorprendente: già in pieni anni Ottanta richiamava alla necessità di ripristinare un equilibrio ecologico e di attuare una conversione ecologica ed economica della società.

«La conversione ecologica potrà affermarsi soltanto se apparirà socialmente desiderabile», è una delle sue frasi più celebri e che, come attivista ambientale, condivido maggiormente.

La crisi climatica è anche una crisi della cultura. Se ognuno di noi fosse consapevole che ogni sua scelta ha un’impronta, un peso, sul pianeta di cui siamo ospiti , saremmo tutti più disposti a cambiare, anche di qualche virgola, il nostro modo di vivere.