24 novembre 2011

Dibattito interessante! Il nostro parere.

L'intervento di Virus dal titolo "Un consiglio ai ragazzi di PT (a proposito del volantino fermiamo i cementificatori)", che potete visualizzare cliccando qui , nella sezione commenti, ha provocato un interessante dibattito.

Gli interventi meritano una risposta:

ANONIMO 1

Il problema del consumo di suolo non è una utopia ma semplicemente una necessità. Ecco la tabella di 20 su 55 comuni della nostra provincia dove i 2/3 del territorio è andato:

La media provinciale è il 55%. E’ questo sostenibile? E’ questa l’eredità che lasciamo ai figli? Ne abbiamo il diritto? Per i primi 3 o 4 “the game is over” non è più possibile ottenere oneri di urbanizzazione per carenza di merce di scambio. Il principio di finanziamento per il baratto tra territorio e oneri funziona per poco tempo e ha un limite fisico. Prima o poi la crescita (o meglio il consumo di territorio) sarà ZERO.

Risultato finale: un territorio alla “blade runner”, abitato all’inverosimile con comuni che devono garantire i servizi sociali, le strade, la sicurezza, la cultura …

Quanti sono gli appartamenti vuoti nel nostro villaggio? E se si riempissero improvvisamente?

Il consumo zero da questo punto di vista non è utopia ma è lungimiranza.

ANONIMO 2 ,4 e 7 (simpatizzante o elettore di Comune Aperto).

Comune Aperto i voti (per un pelo) li ha presi e ha anche amministrato, il resto è storia …

ANONIMO 3

Il problema non è mandare a casa il Sindaco. Il vero problema è che se il Sindaco non fa alcun passo indietro rispetto alle recenti questioni e ultime sue pubbliche dichiarazioni, (come richiesto dal Gruppo Consiliare PD), dopo aver cacciato il PD dalla Civica SI, ha di fatto relegato consiglieri eletti in maggioranza in quota PD all'opposizione, esponendosi così, gratuitamente, al rischio di essere sfiduciato. I Consiglieri del PD, fino a quando sarà possibile, voteranno solo provvedimenti utili ad onorare gli impegni assunti nel programma 2009. Per tutto ciò che non rientra nel patto elettorale, decideranno di volta in volta.

Non è il Gruppo PD che deve decidere, da che parte stare, ma il Sindaco che deve risolvere, alla radice, il problema da lui creato. I Consiglieri PD sono stati cacciati perchè si sono rifiutati di restituire la tessera del Partito. La notizia dei tre Assessori che recentemente si sono tesserati al PDL, ovviamente non favorisce la soluzione.

Non era questa la maggioranza scelta dai Sulbiatesi nel 2009.

ANONIMO 5

Grazie di cuore, ci fa piacere sentire queste cose. Vienici a trovare che ci proviamo!

ANONIMO 6

Il buon gusto è indispensabile, ma spesso non basta.


La redazione di Teorema

Conferenza nazionale per il lavoro autonomo e la micro e piccola impresa.


Un patto per la ricostruzione dell'Italia.

SABATO 26 NOVEMBRE PRESSO LA VILLA REALE DI MONZA.

Siamo in una fase di straordinari cambiamenti. Il termine “crisi” è sempre meno utile a fotografare il passaggio in corso. Siamo, in realtà, in una “grande transizione” articolata lungo quattro fondamentali assi: geo-economico e geo-politico; demografico; economico e sociale; ambientale.

Navighiamo in mare aperto, ma la rotta è incerta ed il timone della politica inadeguato.
Per ricostruire l’Italia, come in tutti i momenti alti della nostra storia repubblicana, le forze migliori del Paese devono cooperare. La ricostruzione richiede un patto tra soggetti della politica e le rappresentanze delle imprese e del lavoro, secondo i principi di sussidiarietà costituzionale. Il “compromesso al ribasso” degli ultimi decenni tra imprese e politica non è più sostenibile: il “fai da te amorale” previsto per le imprese non può più compensare l’inerzia della politica. Non c’è dubbio: le responsabilità sono, innanzitutto e soprattutto, della politica. La lunga stagione del populismo senza riforme va chiusa. La metrica della politica deve diventare europea: partiti democratici e trasparenti, regolati dalla legge, grandi istituzioni dedicate all’interesse comune. Legge elettorale in grado di garantire ai cittadini il diritto di scelta dei rappresentanti parlamentari. Così, superate le degenerazioni personalistiche ed autoreferenziali, la politica può trovare la forza culturale, morale ed organizzativa per mettersi al servizio della ricostruzione dell’Italia. Nel patto per la ricostruzione dell’Italia, il PD si impegna su un ventaglio di politiche e di riforme.

Oltre alle misure specifiche per il lavoro autonomo e la micro e piccola impresa descritte di seguito, interventi orizzontali: ristrutturazione profonda delle pubbliche amministrazioni, in particolare della giustizia civile; riorganizzazione del welfare; riscrittura dell’assetto fiscale, federalismo incluso, per premiare i produttori; investimenti pubblici e privati nelle infrastrutture, politiche industriali e sostegno all'innovazione, alla ricerca, alla scuola e all'università, alla formazione permanente; politiche per le energie rinnovabili e l’abbattimento dei costi dell’energia; liberalizzazione dei mercati dei servizi alle persone e alle imprese; riforme della rappresentanza politica, economica e sociale e delle istituzioni democratiche e, non ultimo in termini di rilevanza, innalzamento del capitale sociale, della legalità e del civismo.

Compiti impegnativi investono anche le associazioni di rappresentanza e le imprese:
per patrimonializzare le aziende ed investire nell’innovazione e nella qualità del lavoro; per mettere in rete funzioni a monte e a valle dei processi produttivi e così superare gli handicap della dimensione e valorizzarne fino in fondo i vantaggi di flessibilità e rapidità di adattamento alle variazioni dei mercati; per contribuire a rafforzare il capitale sociale e sanzionare i comportamenti devianti, in particolare le attività “in nero” e l’offensiva della criminalità organizzata verso tante imprese in difficoltà finanziarie. Un punto è fuori discussione: la ricostruzione dell’Italia è impossibile senza liberare le potenzialità del lavoro autonomo e delle micro e piccole imprese. È il dato culturale e politico, oltre che economico, dal quale vogliamo partire.

Allora, dedichiamo la nostra Conferenza al lavoro autonomo ed alla micro e piccola impresa perché quasi nulla accomuna una impresa con due dipendenti e un’impresa con 200 dipendenti. La loro organizzazione, i loro mercati , i loro problemi sono così diversi da rendere inapplicabili alle prime le soluzioni pensate per le seconde e viceversa.

L’obiettivo della Conferenza è definire un ventaglio di proposte per sostenere l’avventura imprenditoriale dei “piccoli”.



Dipartimento Economia e Lavoro - Resp. Stefano Fassina

Esperienze e prospettive di Green economy attraverso il Patto dei Sindaci

Fare impresa nel rispetto dell'ambiente.

Martedì 29 Novembre 2011, ore 17.00 -19.30
Fondazione Idra (Sala Convegni Villa Gussi)
Via Mazzini 41, Vimercate


All'iniziativa possono partecipare non solo amministratori ed imprese ma anche cittadini ed assoziazioni.

cliccare sull'immagine per ingrandire





post correlato: Patto dei Sindaci: presentato il PAES- Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile di Sulbiate. Di Sergio Brioschi.

La nota del mattino del 24 novembre 2011

1. EURO IN TEMPESTA. LA LINEA DEI TEDESCHI E DELLE DESTRE EUROPEE STA PORTANDO TUTTI AL DISASTRO. LO DICONO I PRINCIPALI ECONOMISTI LIBERALI , DA TABELLINI A GIAVAZZI E ALESINA.
Dopo il fallimento di una’asta dei Bund tedeschi in emissione ieri, nell’editoriale di Handesblatt, autorevole quotidiano tedesco, oggi si può leggere: “Saremo costretti a scegliere tra la peste e il colera”. La peste sono gli eurobond, titoli pubblici emessi dall’intera Europa a copertura dei debiti dei singoli Stati; il colera è la possibilità che la Banca centrale europea sia autorizzata a fare come fa la Federal Reserve Usa o la Banca d’Inghilterra, cioè fare da prestatore di ultima istanza verso gli Stati.
Basta questo a spiegare quanto danno stiano facendo la sordità della Germania agli interessi dell’Europa (e degli stessi tedeschi che dal fallimento dell’euro rischiano di avere contraccolpi durissimi) e la ferrea posizione tenuta dai governi di centrodestra per frenare egoisticamente l’evoluzione verso una compiuta unificazione anche politica dell’Europa che hanno governato in Europa negli ultimi anni. Scrivono Francesco Giavazzi e Alberto Alesina oggi su Il Corriere della Sera: “Ieri i titoli di Stato austriaci a dieci anni rendevano oltre 1,6 punti percentuali più degli analoghi titoli tedeschi. L`Austria ha un debito inferiore di dieci punti a quello della Germania: nessuno quindi pensa che i suoi titoli siano più a rischio di quelli tedeschi. Quel differenziale riflette il timore che l`euro si spacchi e l`incertezza su che cosa accadrebbe all`Austria: adotterebbe il Deutsche Mark o ritornerebbe allo scellino? L`euro è sull`orlo dell`abisso”.
Guido Tabellini, rettore della Bocconi, su Il Sole 24 Ore spiega con dovizia di particolari il momento drammatico che sta vivendo l’Europa e gli errori commessi. “Come in molti avevano previsto, le decisioni U prese nell`ultimo vertice europeo di poche settimane fa si sono rivelate del tutto inadeguate ad arrestare la crisi. Cosa fare per interrompere il dilagare della sfiducia? La risposta ufficiale dei politici tedeschi è: dovete rimettere in ordine i conti pubblici e riformare l`economia. Non c`è dubbio che ciò vada fatto; è impensabile che i Paesi del Sud Europa escano dalla crisi se non riescono a recuperare la capacità di crescita e a risanare la finanza pubblica. Ma sarà sufficiente tutto questo? Ormai è sempre più evidente che la risposta è negativa. Le riforme nazionali sono una condizione necessaria ma non sufficiente per arrestare la crisi. La ragione è che la sfiducia non riguarda più il singolo paese, ma l`intera zona euro. Ormai si è diffusa la convinzione che le fondamenta stesse dell`euro sono viziate da un difetto costitutivo. In tutti i Paesi avanzati, la banca centrale ha il compito di tutelare la stabilità finanziaria, agendo da prestatore di ultima istanza. La Bce questo compito può svolgerlo solo a metà: essa può offrire liquidità alle banche in difficoltà, ma non può farlo nei confronti degli Stati dell`euro. Il risultato è che i Paesi ad alto debito pubblico sono lasciati in balia dei mutamenti di umore dei mercati. Fino a che la fiducia dura, tutto va bene. Se per qualche ragione la fiducia vacilla, il peso del debito diventa presto insostenibile. Questo problema è aggravato da un secondò grave difetto nelle fondamenta dell`euro: la politica monetaria è stata centralizzata, ma la supervisione bancaria è rimasta una competenza nazionale. E oggi le autorità di supervisione non si fidano più l`una dell`altra. La sfiducia è così diffusa, che i supervisori nazionali impongono alle banche di non trasferire liquidità fuori dal loro
Paese, per non trovarsi esposte nell`eventualità che la crisi degeneri. Siamo arrivati al paradosso di avere una moneta unica, con 17 mercati bancari e del debito pubblico segmentati dai confini nazionali, che praticano tassi di interesse diversi alla loro clientela. Una situazione del genere non può durare a lungo. È difficile immaginare un ritorno della fiducia se questi difetti costitutivi non sono corretti. Bisogna ammettere che abbiamo sbagliato. Le istituzioni monetarie dei Paesi avanzati sono il frutto di una lenta e graduale evoluzione, di processi di prova ed errore in seguito ad eventi quali la grande recessione degli anni 3o e gli shock inflazionistici degli anni 70.1 padri fondatori dell`euro sono stati troppo ambiziosi: essi hanno disegnato al tavolino un sistema particolarmente innovativo, e poi lo hanno blindato in un trattato internazionale. Ora stiamo scoprendo che, nelle circostanze estreme scatenate dalla crisi finanziaria del 2008, il sistema non riesce più a funzionare. È giunto il momento di ammetterlo, dichiarando apertamente che il trattato va rivisto. L`asta di titoli di stato tedeschi che ieri è rimasta invenduta è l`ultima conferma di quanto diffusa sia ormai la sfiducia. Ma paradossalmente, questo evento potrebbe aiutare a sbloccare la situazione, per due ragioni. Primo, perché ha reso evidente a tutti che, nonostante la sua retorica, la Bundesbank di fatto continua ad agire come prestatore di ultima istanza quanto meno in via temporanea nei confronti dello Stato tedesco. I titoli non venduti in asta infatti sono stati assorbiti dalla Bundesbank, che da sempre svolge questo ruolo per garantire la liquidità dei titoli tedeschi. Secondo, perché potrebbe anticipare il momento in cui anche la Bce si convince che la stabilità finanziaria, e non la stabilità dei prezzi, è la sfida su cui si gioca la sopravvivenza della moneta unica. Se anche la banca centrale tedesca è costretta a comprare il debito del suo Stato, vuol dire che è davvero giunto il momento di una svolta nella politica monetaria. Non solo tagliando più decisamente i tassi di interesse, ma anche generalizzando l`acquisto di titoli di Stato in una politica di quantitative easing analoga a quella adottata tempo addietro dalla Federal Reserve americana per sostenere l`economia e immettere liquidità. I prossimi mesi (e forse le prossime settimane) saranno cruciali per capire se vi sarà una svolta nell`impostazione e nelle fondamenta della politica monetaria europea. Se questo non accadrà, la crisi è destinata ad aggravarsi”.

2. OGGI MONTI INCONTRA MERKEL E SARKOZY. IMPEGNI ITALIANI E IMPEGNI EUROPEI.
Il presidente del consiglio italiano, Mario Monti, incontra oggi Merkel e Sarkozy. Si parlerà delle misure che L’Italia sta per prendere in vista del pareggio di bilancio da raggiungere nel 2013 (che le misure prese dal governo Berlusconi non sono in grado di realizzare) e degli interventi per rilanciare l’economia italiana.
Nell’incontro verranno affrontati anche i temi di cui parla Tabellini nel suo articolo di oggi su Il Sole 24 Ore e cioè la necessità di fare presto a costruire un baluardo europeo contro la tempesta che sta travolgendo l’euro.

3. ACCORDO MONTI- FINI – SCHIFANI PER ACCORCIARE I TEMPI. E BLINDARE IL GOVERNO. A GENNAIO LA TAGLIOLA.
Incontro ieri tra il presidente del Consiglio, Mario Monti, e i presidenti della Camera, Gianfranco Fini, e del Senato, Renato Schifani. Obiettivo: accelerale i tempi per varare le misure e blindare il governo. Secondo Massimo Franco, editorialista de Il Corriere della Sera, la corsa contro il tempo è finalizzata a rafforzare il governo in vista della sentenza della Corte Costituzionale sull’ammissibilità del referendum elettorale a gennaio. Una scadenza oltre la quale potrebbe crescere il desiderio di andare al voto. Massimo Franco non lo dice, ma in questo caso a voler andare al voto sarebbe il Pdl.

4. BERSANI SPIEGA LA LINEA DEL PD IN QUESTA FASE. INTERVISTA ALL’AGENZIA INTERNAZIONALE REUTERS.
di Massimiliano Di Giorgio e James Mackenzie. ROMA, 23 novembre (Reuters) - Il sostegno del Pd al governo di Mario Monti non serve soltanto a "tirare l'Italia fuori dai guai" ma è anche un "investimento politico" per il principale partito di centrosinistra, che non chiede una ricetta "dolce", ma "ragionevole ed equa". Lo ha detto oggi in un'intervista a Reuters il segretario democratico Pier Luigi Bersani, secondo cui il nuovo esecutivo in Parlamento non avrà bisogno di ricorrere spesso al voto di fiducia, perché il Parlamento sarà "responsabilizzato”. Ieri il presidente del Consiglio è volato a Bruxelles per incontrare i vertici dell'Unione europea, domani sarà a Strasburgo per discutere col presidente francese Nicolas Sarkozy e col cancelliere tedesco Angela Merkel. "Credo sia evidente che con questo governo stiamo riprendendo, anche in queste ore, il nostro posto in Europa", commenta Bersani, 60 anni, alla guida del Partito democratico dalla fine del 2009.
Nonostante l'atteso varo del nuovo governo, però, il differenziale tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi ha continuato a segnare picchi - in sintonia del resto con quelli di altri Paesi - e la borsa ha chiuso spesso col segno negativo: "Mi aspetto che questa operazione di fiducia abbia un suo 'progress' che non dobbiamo misurare ad horas, ma su percorso che ragionevolmente intanto deve arrivare di qui a fine anno con anche una serie di misure e di interventi", dice il leader democratico. "Sappiamo che ci aspetta un lavoro, un impegno. Credo che la comunità internazionale debba leggere questo colpo di reni [la nascita del nuovo governo in otto giorni] come la volontà di mettersi al lavoro".
"LA POLITICA HA FATTO UN PASSO AVANTI"
Per Bersani, che nell'ultimo anno ha ripetuto quasi tutti i giorni la richiesta all'ex premier Silvio Berlusconi di "fare un passo indietro", il governo tecnico guidato dall'ex commissario europeo e presidente della Bocconi non è una ritirata della politica. Al contrario, "la politica ha fatto un passo avanti", e la formula dell'esecutivo tecnico "serve a sostenere meglio quello che si fa".
Del resto, aggiunge, "siamo a un anno e qualche mese dalle elezioni", come a dire che tra non molto la guida del Paese tornerà direttamente ai partiti. Non a caso, dice, dopo governi tecnici come quello Ciampi o quello Dini, negli anni 90, "c'è stato un rilancio della politica".
RIFORME CHE CHIEDE LA UE, "MA CON NOSTRE RICETTE"
Bersani non teme che l'Italia - terza economia della zona euro - sia sulla strada della Grecia, che, secondo la banca centrale ellenica è alla sua ultima chance per restare nell'area della moneta unica. E non crede che i partiti italiani potrebbero vedersi costretti, come quelli greci, ad assicurare per iscritto alla Ue che sosterranno le misure di austerity a cui si è impegnato il nuovo governo di coalizione.
"Noi, con tutto il rispetto, non siamo la Grecia sia su basi strutturali, sia sull'andamento corrente della finanza pubblica. Una personalità come Monti ci consentirà di dire: i compiti a casa li facciamo. Tante cose che ci hanno suggerite le sappiamo, le faremo anche con le nostre ricette".
"Siamo assolutamente pronti ad assumere le condizioni fondamentali [del patto con la Ue]: il pareggio di bilancio, la crescita, ma credo che nelle prossime settimane si vedrà che l'Italia, come è successo altre volte, è in condizione di assolvere a quelle condizioni con un suo criterio".
"Non serve mettere delle firme, si andrà in Parlamento e si vedrà", dice Bersani. E se il leader dei centrosinistra riconosce che per il momento il problema è quello di "togliere l'Italia fronte più esposto della crisi", aggiunge che successivamente bisognerà intervenire sui problemi che ha la Ue, perché "lì vogliamo dire anche la nostra".
L'ESECUTIVO TECNICO E' "UN INVESTIMENTO POLITICO"
Nei sondaggi elettorali, il Pd è considerato oggi come la prima forza politica del Paese, ma gli analisti si interrogano se il sostegno a un "governo dei sacrifici" non potrebbe fargli perdere troppi consensi.
Bersani ammette che "avremo problemi", ma dice al tempo stesso che sostenere Monti "per noi è addirittura investimento politico".
"Se la convinzione popolare [nel sostegno al governo Monti, secondo i sondaggi)] è stata così larga, non è perché la gente si aspetti dei regali. La gente si aspetta equità e verità. Da equità e verità viene fuori la fiducia", dice l'ex ministro dello Sviluppo economico del secondo governo Prodi.
"Il meccanismo del consenso [in questa fase] non è legato a quanto sia dolce la ricetta, ma quanto sia ragionevole ed equa", dice. "Vedo la durezza dei problemi, ma non dal lato del consenso. Sempre che i 'pacchetti' di cui parla Monti abbiano un carattere di equilibrio, diano l'idea di uno sforzo comune dove chi ha di più deve dare di più".
BERSANI VEDE POCHI VOTI DI FIDUCIA IN PARLAMENTO PER MONTI
Pur potendo contare ufficialmente su una larghissima base in Parlamento, dove solo la Lega e alcuni esponenti politici del centrodestra gli hanno votato contro, il nuovo governo potrebbe correre però il rischio di confrontarsi con gruppi e sottogruppi dissidenti intenzionati a "trattare" sulle varie misure o a votare contro.
Ma Bersani ritiene che non ci sia il rischio di un ricorso frequente alla fiducia, come avvenuto soprattutto nell'ultima fase del governo Berlusconi.
"Credo che questo sarà un governo dove i voti di fiducia - che non dico che non verranno usati, magari per ragioni tecniche - come tema scompariranno dall'orizzonte, perché il Parlamento si sentirà più protagonista, più responsabilizzato".
Sulla partita dei sottosegretari del nuovo governo, che lo stesso Monti annuncerà nei prossimi giorni e che per il Pdl devono essere comunque "tecnici", Bersani dice che il Pd "ha dei consigli, se richiesti", e che vedrebbe bene per l'incarico "anche figure di esperienza politica, purché non siano parlamentari".
E alla domanda se il Pd intenda fissare i tempi di una verifica per vedere se l'operato del governo risponda alle aspettative, il segretario dice che bisogna "subito consolidare sui conti pubblici l'approccio all'obiettivo del pareggio di bilancio" per vedere "eventuali debolezze" delle precedenti manovre, sia per considerare l'andamento economico.

23 novembre 2011

Herald Tribune: «Con Monti l'Italia ritrova il rispetto»

Con la prima missione del premier Mario Monti ieri a Bruxelles «Roma ritrova il rispetto dell'Ue». Lo scrive l'International Herald Tribune stamani in prima pagina. «Forse non sono state esattamente le parole che Josè Manuel Barroso ha usato durante il pranzo con Monti, ma il messaggio era chiaro: bentornati al tavolo dei Grandi dell'Europa», scrive l'edizione internazionale del New York Times.

Il quotidiano segnala come «dopo aver tollerato per anni la leadership del fiammeggiante, populista e incline agli scandali Silvio Berlusconi, Barroso non ha nascosto il calore con cui ha accolto l'intellettuale ed europeista Monti».



VIDEO SPECIALE - LE GAFFES DI BERLUSCONI.


YAMAHA di Gerno- Lesmo. Lavoratori cassaintegrati in lotta da 347 giorni.

Pubblichiamo il volantino che è stato distribuito in questi giorni nella zona di Monza e Brianza e che sostiene la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori cassaintegrati di Yamaha in presidio permanente, davanti ai cancelli dell'azienda, da ben 347 giorni.


PEDEMONTANA LOMBARDA, AGGIUDICAZIONE DEFINITIVA ALL’ATI GUIDATA DA STRABAG

Fonte sito Autostrada Pedemontana Lombarda.

21 nov 2011
/ Oggi, il Consiglio di Amministrazione di Autostrada Pedemontana Lombarda spa ha deliberato l’aggiudicazione in maniera definitiva alla Costituenda ATI con capogruppo Strabag Spa (mandanti Grandi Lavori Fincosit Spa - Impresa Costruzioni Giuseppe Maltauro Spa - Adanti Spa), dell’appalto per il completamento dell’autostrada che attraverserà il cuore del sistema produttivo lombardo.

Entro la fine di quest’anno, si auspica che venga sottoscritto il contratto d’appalto, in modo tale da rispettare i tempi previsti dal cronoprogramma, che prevede il termine dei lavori entro l’apertura di Expo Milano nella primavera 2015.
Va ricordato, a questo proposito, che l’arranging finanziario, che assicura l’adeguata provvista economica necessaria alla realizzazione dei lavori, ha ricevuto riscontri positivi da parte dei consulenti tecnici, e dalle banche.

«Con i lavori della tratta A, da Cassano Magnago a Lomazzo, e dei primi lotti delle tangenziali di Como e Varese pienamente avviati, questa nuova aggiudicazione conferma che possiamo mantenere l’impegno di realizzare l’opera in tempo per EXPO2015 - commenta il Presidente di Autostrada Pedemontana, Salvatore Lombardo -. Inoltre, con i cantieri al lavoro sull’intero tracciato, si moltiplicheranno gli effetti positivi che Autostrada Pedemontana Lombarda sta già registrando sul territorio, in termini di impatto economico».

L’AD di Pedemontana, Bernardo Magrì, evidenzia inoltre che «l’aggiudicazione definitiva è un passo importantissimo del percorso di Pedemontana, ed un chiaro segnale della volontà e determinazione della Società nella realizzazione dell'opera. Ora la prossima sfida è ridurre i tempi per l'avvio dei lavori procedendo rapidamente con la progettazione esecutiva ed avviando in parallelo tutte le attività di preparazione delle aree di cantiere».

Ricordiamo che hanno partecipato alla gara:
Costituenda ATI con capogruppo Tecnimont Spa (mandanti Saipem S.p.A. - Società Italiana per Condotte d'Acqua Spa - Rizzani de Eccher Spa;
Costituenda ATI con capogruppo Strabag Spa (mandanti Grandi Lavori Fincosit Spa - Impresa Costruzioni Giuseppe Maltauro Spa - Adanti Spa);
Costituenda ATI con capogruppo Impregilo Spa (mandanti CCC Società Cooperativa – Astaldi Spa – Impresa Pizzarrotti & C. Spa – Itinera Spa);
Consorzio Stabile SIS Scpa (fra Sacyr S.A., INC Srl e Sipal Spa)
Costituenda ATI con capogruppo Salini Spa (mandanti Vianini Lavori Spa - Ghella Spa - Alpine Bau Gmbh - Todini Costruzioni Generali Spa)

post fonte originale clicca qui

post correlato: Pedemontana: causa crisi il progetto in difficoltà. Mancano 3,1 miliardi.
post correlato: Pedemontana: Impregilo ricorre al Tar.

Un consiglio ai ragazzi di PT (a proposito del volantino "Fermiamo i cementificatori"). By Virus.

Il consiglio è spassionato e senza secondi fini: evitate di sprecare carta! 3 le ragioni:
  • E’ una pratica ecologicamente utile.
  • Si evita ai Sulbiatesi di buttarla nella raccolta differenziata.
  • La polemica fine a se stessa non funziona e non paga.

Che il "Titanic" sia un obbrobrio è un dato di fatto!

Guardare la foto per credere:

IL "TITANIC" DI SULBIATE.

Probabilmente i 1184 SI, con il senno del poi, alcuni ripensamenti, alla vista dei danni collaterali, li hanno.

Ma quale la proposta ora di PT? Abbattere il Titanic? Se lo ritenete giuridicamente possibile avanti che ne parliamo!

E’ assolutamente inutile per Sulbiate e per voi identificare nel PD il responsabile di una decisione presa quando nemmeno esisteva un circolo.

I cittadini sanno bene quale forza politica in paese agisce per salvaguardare il territorio.

Lo sanno bene perché ai banchetti della raccolta firme per la Pedemontana c’erano le facce del PD e solo all’ultimo minuto PT/PDL è salito sul carro del vincitore (politico).

I cittadini sanno bene chi ha fatto la battaglia sull’Outlet, quali facce si sono messe in gioco, quali energie si sono liberate, quale il consenso e cosa è costato poi al PD.

I cittadini sanno bene chi ha raccolto le firme sul referendum acqua bene pubblico e come questa coerente e democratica battaglia abbia poi premiato.

Dare dei cementificatori alle donne e agli uomini del PD non attacca mica e in tutta franchezza è controproducente e perdente nello spirito.

Non a caso i veri cementificatori hanno saputo bene quale cavallo scegliere per continuare con la loro prassi: hanno forse chiesto la tessera del PD? (Clicca qui)

A dire il vero sono molto, ma molto, preoccupato del rischio reale che a presto possano cambiare in peggio, per fagocitazione, i responsabili del PDL locale.

Ecco la sfida del PD a PT per le elezioni che prima o poi si svolgeranno.

Mettere nel prossimo programma elettorale, nero su bianco, senza se e senza ma, in modo chiaro inequivocabile e impegnativo che se si viene investiti dell’onore di governare il consumo del territorio sarà ZERO.

Sarebbe una bella promessa ai nostri concittadini, non è vero?


By Virus


post correalto:La vecchia scuola e il nuovo "Titanic". Foto e riflessione.

precedente intervento di Virus

Cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia. Appello di Napolitano. La proposta del PD.

Presidente Giorgio Napolitano: «Mi auguro che in Parlamento si possa affrontare anche la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Negarla è un'autentica follia, un'assurdità. I bambini hanno questa aspirazione». IL PDL diviso, Maroni e Calderoli pronti alle barricate.



"L’invito del Presidente Napolitano per una legge di cittadinanza dei figli di immigrati nati nel nostro Paese è un monito rivolto al Parlamento che non può rimanere inascoltato", ha dichiarato Livia Turco, presidente del Forum Immigrazione del PD, dopo l'ennesimo appello di Napolitano che ieri durante l'incontro con la federazione delle Chiese Evangeliche ha ribadito: "E' una follia che i bambini nati da noi non siano cittadini italiani".

"Si tratta di dare diritti e certezza di futuro a milioni di giovani che costituiscono la base dello sviluppo economico - ha proseguito Turco - ma anche sociale e culturale del nostro Paese. Chiusure e diffidenze non considerano le trasformazioni in atto nella società ormai da decenni. Il Partito Democratico è pronto a raccogliere al più presto l’appello del Presidente mettendo a disposizione le proposte di iniziativa popolare per le quali ha già raccolto centinaia di migliaia di firme. E al tempo stesso disponibile al confronto con tutto il Parlamento per trovare una soluzione condivisa".

"Le parole, come sempre determinate e sagge, del presidente della Repubblica sul riconoscimento della cittadinanza italiana ai bambini figli di immigrati nati in Italia, ci spingono a legiferare con urgenza". E' quanto ha affermato in una nota Dario Franceschini, presidente dei deputati PD.

"Il tema che Bersani ed io abbiamo posto in aula in sede di fiducia al governo Monti – ha dichiarato Franceschini - è talmente un'esigenza di civiltà che vorremmo non diventasse un tema di scontro politico ma invece un elemento unificante. Anche per questo, sin dal marzo scorso, il gruppo del Pd ha presentato una proposta di legge stralcio, a prima firma Bressa, dalle norme complessive sulla cittadinanza riguardante soltanto i diritti dei bambini nati in Italia".

“In attesa che il necessario ridisegno delle norme relative ai diritti degli immigrati trovi una intesa sufficiente per essere affrontato positivamente - dice ancora - noi crediamo che la norma stralcio su cui, ad eccezione della Lega, vi è sempre stata una larga condivisione di tutte le altre forze politiche, potrebbe essere approvata in aula alla Camera prima di natale. Ripeto, la nostra volontà è costruire un'intesa tra le forze che sostengono il governo Monti e non quella di inserire su un tema cosi' delicato un elemento di divisione".

Lo scorso week end c'è stata la seconda mobilitazione nazionale del Partito democratico, per raccogliere le firme a sostegno delle due proposte di legge del PD di iniziativa popolare, per riformare la norma sulla cittadinanza e introdurre il diritto di voto amministrativo agli stranieri residenti in Italia.

Anche Khalid Chaouki, responsabile nuovi italiani del PD ha espresso "un sincero ringraziamento al Presidente della Repubblica per il rinnovato appello di oggi sulla necessità di riconoscere un'intera generazione di bambini e giovani con il permesso di soggiorno nel Paese dove sono nati e cresciuti. Ci rivolgiamo ora al Parlamento e al neo ministro dell'integrazione Andrea Riccardi - ha dichiarato - affinché il tema della riforma della cittadinanza acquisisca una sua priorità nell’agenda delle riforme da attuare. I nuovi italiani, figli di immigrati sono fiduciosi e attendono con ansia risposte concrete, ovvero una nuova legge da approvare al più presto".

Il Partito Democratico è sempre stato sensibile a queste tematiche, proprio ieri Ignazio Marino, ha depositato un disegno legge firmato da 113 senatori (e a seconda firma della capogruppo Anna Finocchiaro), quindi un terzo dell'aula del Senato, che modifica la legge n. 91 del 5 febbraio 1992 e prevede l'attribuzione della cittadinanza ad ogni nato sul territorio italiano indipendentemente da quella dei genitori.

22 novembre 2011

Ribaltone a Sulbiate: ecco i nomi dei tre Assessori tesserati PDL.

Il nostro sondaggio, lanciato per gioco per i nostri lettori, aveva già previsto tutto.
I tre Assessori tesserati PDL sono: Fausto Brambilla, Cavenaghi Andrea, Claudio Zanoni. Il mistero è stato svelato oggi da un articolo del Giornale di Vimercate.

A Sulbiate si è consumato un "ribaltone".

Oggi il PDL, è presente con persone tesserate
sia al Governo che all'opposizione.


Il Primo cittadino sembra essere soddisfatto.
Dopo l'espulsione dal Gruppo Consiliare di maggioranza dei nostri candidati solo perchè tesserati al Partito Democratico, in paese governa una Giunta dichiaratamente di centrodestra con ben tre tesserati PDL anche se il PDL è presente con il proprio simbolo nel Gruppo di minoranza.

In Giunta secondo gli accordi elettorali, sottoscritti da candidato Sindaco Stucchi, dal Capogruppo vecchia Lista Civica 1184 SI Passoni, dall'allora Portavoce Circolo PD Sulbiate Fassina, dovevano essere presenti due persone in quota PD.
L'Assessore Fassina è stato cacciato. L' Assessore Crespi, non riconoscendosi più nella linea politica del partito, ha scelto di passare nel Gruppo del Sindaco e correttamente ha restituito la tessera alla segreteria.

In Giunta il PD non è più presente!

Il PD dopo l'incidente occorso durante la dibattuta vicenda del Centro Commerciale di Sulbiate, si è reso immediatamente disponibile per ricucire e per rilanciare la maggioranza espressa dalla volontà degli elettori sulbiatesi in occasione delle amministrative del 2009, proponendo un nuovo accordo (Clicca qui per leggere il post del 23 giugno e ralitivi documenti pubblicati ).

Il Sindaco e i suoi fedeli non hanno saputo o voluto cogliere questa opportunità.
Alla dialettica, al confronto democratico hanno preferito altre soluzioni.

Il PD non può che assisistere sconcertato a questo surreale e triste spettacolo di politica di basso profilo e infimo cabotaggio (Scilipoti insegna...) applicata, purtroppo, anche al livello Comunale.

I responsabili del PDL locale, scavalcati da questa personalistica e antipolitica iniziativa, sembrano essere a disagio e in evidente difficoltà.
Confermano che i tre Assessori non possono stare in Giunta con la tessera del PDL, perchè il PDL a Sulbiate è da sempre all'opposizione. Dicono di restare in attesa degli ordini di Roma.
Interessante capire quanto tempo ancora dovrà passare per conoscere il responso della sede centrale del Popolo delle Libertà.

In ogni modo, per il Gruppo PD, coerente con quanto deciso da diversi mesi, fino a quando sarà possibile, con responsabilità e serietà, per il bene di Sulbiate, resta valido l'impegno assunto con gli elettori nel programma elettorale del 2009.

Quindi, come più volte precisato, tutti i provvedimenti che saranno orientati alla realizzazione dei punti del programma saranno approvati dal Gruppo PD, riservandosi, tuttavia, di valutare le priorità e le modalità attuative.

Per questa valutazione, che, alla luce dei nuovi fatti, dovrà essere ancor più attenta ed oculata, come più volte richiesto, attende di ricevere, pronte, adeguate, ed esaustive, preventive informazioni, corredate da opportuni documenti, che prevedano, tempi sufficientemente consoni ad approfondire gli argomenti, in mancanza dei quali saremo obbligati a decidere di conseguenza.

Di seguito pubblichiamo alcune dichiarazioni rilasciate al Giornale di Vimercate oggi in edicola, dall'Assessore Fausto Brambilla: "Sì è vero, io, Cavenaghi e Zanoni ci siamo iscritti al PDL. Lo abbiamo fatto entro il 30 ottobre, data ultima, allo scopo di sostenere a livello nazionale la linea politica di Angelino Alfano". Ha poi aggiunto:"Il PDL a Sulbiate, praticamente non esiste e il suo portavoce viene dall'area degli ex AN". Quindi ha concluso:"Non abbiamo mai pensato nemmeno per un momento di passare all'opposizione, facciamo parte della lista e lo saremo fino alla fine del mandato anche da tesserati del PDL. Del resto l'uscita dalla coalizione da parte del PD(n.d.r. in verità si è trattato di espulsione perchè persone tesserate ad un partito) ha dimostrato una volta di più come la nostra non sia un amministrazione di centrosinistra".

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