1 marzo 2014

LA NEWSLETTER DI ENRICO BRAMBILLA N. 55 dell' 1 marzo 2014

Sabato 01 Marzo 2014
Il congresso del PSE
Il miglior avvenimento politico della settimana (e non solo) è il congresso del Partito Socialista Europeo in corso a Roma. Esso sancirà l'ingresso del PD come "full member" nel PSE. Non si tratta di posizionamento ideologico e nostalgico: è una scelta politica e di prospettiva. Oggi i partiti aderenti al PSE sono al governo in 18 dei 28 paesi membri dell'UE e si candidano a presiedere la Commissione Europea con Martin Schulz. La svolta nella politica dell'Unione potrà venire non dalla ripresa di egoismi nazionalisti ma da una più netta visione alternativa all'Europa tecnocratica e di austerità. Destra e sinistra a Bruxelles non sono la stessa cosa.
La settimana in Regione
Il lungo dibattito in aula sulle riforme istituzionali ha evidenziato due visioni distinte. Da una parte la maggioranza, ostile all'abolizione delle province e che ha riproposto provocatoriamente le proprie parole d'ordine sulla macroregione e sul trattenere in Lombardia il 75% delle tasse. Dall'altra il PD pronto a misurarsi sui necessari cambiamenti in atto. Senato delle autonomie, riordino delle competenze regionali, possibilità di esercitare forme più avanzate di federalismo nelle Regioni coi conti in ordine sono le proposte da noi sostenute. La Lombardia, anzichè osteggiare le riforme, dovrebbe parteciparvi con autorevolezza.
La Pedemontana in Brianza
La direzione provinciale del PD di Monza e Brianza ha discusso delle problematiche relative alle tratte brianzole della Pedemontana ed ha approvato un proprio atto di indirizzo. In mancanza di un quadro economico sostenibile per l'intera tratta, con opere connesse e complementari, si chiede di fermare l'autostrada a Lomazzo, con la connessione alla A9. Prima di avviare ulteriori tratte occorre avere la certezza di realizzazione di tutto quanto previsto nel protocollo firmato coi sindaci.

27 febbraio 2014

Oggi Direzione nazionale del Pd

Oggi Direzione nazionale del Pd

Alle 16 presso l’Auletta dei gruppi: lavori in diretta streaming

 Oggi Direzione nazionale

Oggi, giovedì 27 febbraio, alle ore 16 presso l’Auletta dei gruppi, Palazzo dei gruppi della Camera dei Deputati (Via Uffici del Vicario, 21), si riunirà la Direzione nazionale del Partito Democratico.

Clicca qui per vedere on line, in diretta streaming, la direzione nazionale del PD!!!

Oggi in direzione

Direzione Pd ad alta tensione, Civati valuta gruppo autonomo

“Pronto il simbolo del Nuovo centrosinistra”. L’ipotesi scissione
roma
Prima Direzione del Pd, domani, con Matteo Renzi nel doppio ruolo di premier e di segretario. All’ordine del giorno l’ingresso del Pd nel Partito socialista europeo, passaggio su cui si farà sentire il malumore degli ex popolari. Ma la collocazione europea del Pd è solo uno dei temi che provocano fibrillazione al Nazareno.

La minoranza che fa riferimento a Gianni Cuperlo non vede di buon occhio il doppio incarico di Renzi: e anche se per ora non intende porre formalmente il problema, il tema della conduzione del partito continua ad aleggiare nelle discussioni dei democratici. Ad animare la vigilia della direzione è invece l’annuncio di Pippo Civati di aver pronto il simbolo del «Nuovo centrosinistra», gruppo di sinistra che potrebbe nascere in Senato: una «provocazione», la definisce lo stesso Civati, deciso a fare da catalizzatore dell’area che non ha digerito la nascita del nuovo governo.

Per la tutela dell'ambiente

Ambiente, PD: "Sui delitti ambientali le nuove norme sono una svolta epocale"

  
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"Con l'approvazione alla Camera della legge che eleva a delitti i reati ambientali - con l'inserimento nel Codice penale del disastro ambientale, dell'inquinamento ambientale, del traffico e abbandono del materiale di alta radioattività e dell'impedimento di controllo - il nostro Paese compie un nuovo e importante passo in avanti nella tutela del valore universale dell'ambiente e nella costruzione di un sistema di contrasto all'illegalità ambientale che premia di tutto le imprese che operano nel rispetto della legge.

Siamo orgogliosi di avere scritto oggi questa pagina positiva, fortemente voluta dal Partito Democratico, insieme al lavoro del Ministro Orlando e al contributo costruttivo anche delle forze di opposizioni, nel percorso svolto in commissione e in aula.

Un'altra diaspora in casa 5stelle

tratto da: www.repubblica.it

M5S, ancora scambi di accuse: "E' finito il sogno". Di Maio: "Siete solo dei parassiti"

Il senatore Campanella, uno degli espulsi, attacca: "Ormai è chiaro chi comanda e  chi obbedisce". Ma gli "ortodossi" salutano le defezioni: "Solo zavorra che va via". Hackerato l'account twitter di Casaleggio.

M5S, ancora scambi di accuse: "E' finito il sogno". Di Maio: "Siete solo dei parassiti"ROMA - Dimissioni formali e accuse pesanti. Il giorno dopo l'esplosione del dissenso all'interno del M5S si fanno i conti delle conseguenze che la decisione di espellere  quattro senatori avrà sugli assetti e il futuro del movimento. Dopo l'annuncio di ieri, il deputato grillino Alessio Tacconi ha scritto stamane una mail al capogruppo D'Incà per comunicare "la decisione di lasciare da oggi il gruppo parlamentare del M5S".

Allo stesso modo sono state formalizzate al presidente del Senato Pietro Grasso anche le dimissioni dei senatori 5 stelle Luis Alberto Orellana, Alessandra Bencini, Laura Bignami e Monica Casaletto. In tutto, insieme a Maurizio Romani e Maria Mussini, sono quindi 6 le lettere di dimissioni arrivate sul tavolo del presidente del Senato. Dei quattro espulsi ieri dal Movimento, finora l'unico ad aver presentato le dimissioni è Orellana. Mancano ancora gli altri tre: Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino e Lorenzo Battista.

25 febbraio 2014

Il coraggio di cambiare

           

La newsletter di Debora Serracchiani

Oggi servono due qualità: l'onestà e il coraggio.
(Sandro Pertini) 


Carissimi amiche e amici, 
mentre vi scrivo il primo governo Renzi sta chiedendo la fiducia al Senato. E’ il compimento di un percorso molto rapido che ha portato all'avvicendamento del governo Letta.
Un passaggio che ha suscitato interrogativi tra gli iscritti e simpatizzanti del Partito Democratico.
Più di tutto hanno fatto discutere le modalità che hanno portato Matteo a Palazzo Chigi.
Conosco Matteo e so che lui per primo avrebbe voluto andare al governo con la legittimazione del voto popolare. La sanzione delle urne gli avrebbe permesso di esprimere tutto il suo potenziale innovatore.
Così sarebbe stato, se avessimo avuto un sistema elettorale che funziona e genera maggioranze parlamentari chiare e stabili.
Invece, oggi ci ritroviamo una legge elettorale puramente proporzionale, che ci avrebbe consegnato un Parlamento con rapporti di forza incerti come quelli delle Camere attuali. Insomma, di nuovo l'ingovernabilità e il Paese abbandonato a se stesso.
Siamo in una situazione che non consente il perpetuarsi di tattiche di basso profilo, ricatti o posizionamenti logoranti.

24 febbraio 2014

Civati chiede ai suoi elettori

Ricognizione sulla fiducia: i risultati

Redazione civati.it
< Tutta la mobilitazione (cognitiva) possibile
I risultati del nostro questionario online ha dell’incredibile: in 24 ore quasi 20mila risposte a una serie di domande strutturate come le nostre non si erano mai viste.
Il risultato complessivo è equilibrato: il 50% pensa che complessivamente si debba votare una fiducia positiva al governo (il 27% condizionata ad una verifica dei risultati) mentre il 38% ritiene che si debba votare no. Solo l’11% pensa che sarebbe più opportuna una posizione di astensione o di uscita dall’aula.

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I dati non cambiano significativamente se passiamo alla platea di quelli che hanno votato alle primarie Civati (68% del totale) oppure Cuperlo (solo 7% del totale), ma cambiano negli altri casi.

Intervista a Bersani!!

Bersani: "Anche la politica deve guarire"

Colloquio con Pier Luigi Bersani di Claudio Sardo - L'Unita

bersani  bersani
Pier Luigi Bersani sta bene. È dimagrito ma l'ho visto mangiare con appetito, rendendo il giusto onore a quegli straordinari tortelli piacentini fatti in casa. Sulla testa sono ormai pallidi i segni dell'operazione che ha bloccato la sua emorragia cerebrale: bisogna cercarli per riconoscerli. Gli sono pure ricresciuti i capelli (dove possono). Da quella drammatica mattina del 5 gennaio non ha più fumato: «Nessuno me lo ha imposto, ma visto che c'ero...». Il suo volto, le reazioni, lo sguardo sono quelli di sempre. E così la voglia di scherzare, che penso sia diventata per lui una sorta di autodisciplina, un modo per darsi un limite, per non prendersi mai troppo sul serio.

I collegamenti con Roma tornano a farsi giorno dopo giorno più intensi, soprattutto attraverso il telefonino che ronza nonostante la moglie Daniela fulmini quell'oggetto con gli occhi. La passione per la politica resta per lui una carica vitale. S'arrabbia nel parlare delle cose che non gli sono piaciute in questi giorni, a partire dai modi con i quali Renzi ha scalzato Letta e imposto, con la forza, il suo governo senza aver dato una spiegazione compiuta.

22 febbraio 2014

Ecco i nomi del governo Renzi

Sono sedici, metà donne. Età media di 47 anni e mezzo. Adesso il giuramento.
Il premier: «Il Paese non ha alternative». Napolitano: nessun braccio di ferro
ANSA
Il segretario del Pd Matteo Renzi dopo l’incontro con Napolitano


Il premier più giovane nella storia della Repubblica. Alla guida di sedici ministri: otto donne, otto uomini. Nasce il governo di Matteo Renzi. E vanta una sfilza di primati: più giovane e più rosa, più “snello” e più politico di quelli che lo hanno preceduto. Per la prima volta una donna alla guida della Difesa. Per la prima volta un trentenne al comando.

UNA SQUADRA “ROSA”
Renzi brucia le tappe e a due mesi dalle primarie che lo hanno eletto segretario del Pd, trasloca dal Comune di Firenze a Palazzo Chigi. Con i 39 anni compiuti lo scorso 11 gennaio, è il presidente del Consiglio più giovane della Repubblica italiana e attualmente il più giovane dell’intera Unione europea. Può vantare anche l’esecutivo più al femminile della Repubblica, con un pieno rispetto delle pari opportunità: tante le donne, quanti gli uomini.

LA LISTA
Ecco quindi l’elenco dei ministri del nuovo governo Renzi
Ministeri con portafoglio:
Economia - Pier Carlo Padoan
Interno - Angelino Alfano
Esteri - Federica Mogherini
Difesa - Roberta Pinotti
Giustizia - Andrea Orlando
Lavoro - Giuliano Poletti
Istruzione - Stefania Giannini
Sviluppo economico - Federica Guidi
Cultura - Dario Franceschini
Ambiente - Gianluca Galletti
Sanità - Beatrice Lorenzin
Infrastrutture - Maurizio Lupi
Agricoltura - Maurizio Martina
Ministeri senza portafoglio:
Riforme e Rapporti con Parlamento: Maria Elena Boschi
Semplificazione e Pa: Marianna Madia
Affari Regionali: Maria Carmela Lanzetta