8 febbraio 2020
Il video di Roger Waters che non è stato mandato in onda a Sanremo 2020
L’interpretazione sulla mancata messa in onda del video di Roger Waters, leader dei Pink Floyd, (ufficialmente, per motivi di tempo e per ragioni di palinsesto) che circola in queste ultime ore riguarda la sua militanza accanto al popolo palestinese e al suo pensiero antisionista (concetto che non va confuso con l’antisemitismo). Proprio per questo motivo, per il suo attivismo per la causa palestinese contro quella israeliana, per il suo vissuto storico, l’amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini e il direttore di Raiuno Coletta avrebbero deciso di non mandare in onda il video, dribblando così le polemiche.
Pandora TV trasmette in 19 puntate “Stay Human – The Reading Movie” , un film di Fulvio Renzi, con la regia di Luca Incorvaia, tratto dalla lettura integrale del libro “Gaza – Restiamo Umani” scritto da Vittorio Arrigoni (1975 – 2011), diario giornaliero dei 22 giorni di massacro avvenuto durante l’operazione militare ‘Piombo Fuso’, sferrata dal governo israeliano contro i civili della striscia di Gaza, tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, in cui morirono più di 1200 civili e oltre 400 bambini furono assassinati. Il film, narrato seguendo i capitoli del libro, è stato girato alla prima lettura per mantenere l’empatia e la forza espressiva di ogni protagonista. Vittorio Arrigoni, volontario dell’International Solidarity Movement, assisteva negli ospedali e sulle ambulanze a soccorrere la popolazione di Gaza, vittima di un bombardamento senza precedenti e contro ogni convenzione internazionale, in cui furono distrutti ospedali, scuole, moschee e abitazioni civili. Vittorio Arrigoni ci ha lasciato l’unica testimonianza al mondo, scritta giorno dopo giorno, dell’intera offensiva e costituisce il documento storico di un crimine contro l’umanità. Tra i protagonisti alcune delle più autorevoli eminenze accademiche e culturali in difesa dei Diritti Umani come Stéphane Hessel, Noam Chomsky, il premio Nobel per la pace Mairead Corrigan Maguire, Roger Waters, Moni Ovadia, Don Andrea Gallo e molti altri.
7 febbraio 2020
Nel piano di comunicazione della Lega i dipendenti diventano promotori della Regione attraverso i loro social
I dipendenti come potenziali divulgatori e promotori delle politiche regionali attraverso l’uso dei loro canali e profili social. Recita proprio così un passo del Piano di comunicazione e promozione 2020 di Regione Lombardia. “Ho chiesto cosa intendessero, perché siamo rimasti alquanto perplessi di fronte a queste parole e mi è stato risposto proprio quello che si capisce: la Giunta Fontana ritiene che un dipendente regionale, soprattutto se esplicita chiaramente di esserlo su Facebook e Instagram, verrà in qualche modo invitato a diffondere le iniziative del suo datore di lavoro”, lo racconta Fabio Pizzul, consigliere regionale del Pd e componente della VII Commissione Comunicazione, dopo la presentazione del Piano, avvenuta stamattina.
Nel testo si dice che per realizzare gli obiettivi prefissati “è essenziale un’evoluzione anche del modello organizzativo attuale e degli strumenti istituzionali previsti dalle normative vigenti. Su questo fronte sono in fase di introduzione alcune importanti novità” e, tra gli altri punti, anche “la comunicazione interna della Giunta regionale, che sarà coordinata dalla Direzione comunicazione; su questo fronte sarà implementata l’attività del magazine on-line NoiRegione ed in generale si lavorerà per favorire l’engagement e il coinvolgimento dei dipendenti (a partire dall’uso dei loro canali social, LinkedIn in primis) come potenziali divulgatori e promotori delle politiche regionali”.
E a proposito di comunicazione interna, il Piano ribadisce: “Il maggiore coinvolgimento dei dipendenti nelle attività promosse da Regione troverà un’ulteriore declinazione nell’avvio di un percorso di definizione di una policy per l’utilizzo dei social network da parte dei dipendenti, affinché, rilanciando i temi promossi attraverso i profili istituzionali sui loro profili social, diventino i primi divulgatori e promotori delle iniziative di cui si occupano”.
Nel testo si dice che per realizzare gli obiettivi prefissati “è essenziale un’evoluzione anche del modello organizzativo attuale e degli strumenti istituzionali previsti dalle normative vigenti. Su questo fronte sono in fase di introduzione alcune importanti novità” e, tra gli altri punti, anche “la comunicazione interna della Giunta regionale, che sarà coordinata dalla Direzione comunicazione; su questo fronte sarà implementata l’attività del magazine on-line NoiRegione ed in generale si lavorerà per favorire l’engagement e il coinvolgimento dei dipendenti (a partire dall’uso dei loro canali social, LinkedIn in primis) come potenziali divulgatori e promotori delle politiche regionali”.
E a proposito di comunicazione interna, il Piano ribadisce: “Il maggiore coinvolgimento dei dipendenti nelle attività promosse da Regione troverà un’ulteriore declinazione nell’avvio di un percorso di definizione di una policy per l’utilizzo dei social network da parte dei dipendenti, affinché, rilanciando i temi promossi attraverso i profili istituzionali sui loro profili social, diventino i primi divulgatori e promotori delle iniziative di cui si occupano”.
6 febbraio 2020
Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare
Il rapporto 2020 dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/Swg segna un calo del 25% che si traduce in un “risparmio” di circa un miliardo e mezzo, ma sono ancora troppi i soldi che gli italiani “buttano” in pattumiera: 4,9 euro a famiglia ogni settimana. Il ministro all’Ambiente Costa pone l’obiettivo di ridurre del 50% lo spreco alimentare e annuncia l’ingresso dell’educazione ambientale in tutte le scuole. Al via su Change.org la campagna #foodbagobbligatoria nei ristoranti
Buone notizie dalla settima Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare che si celebra oggi, 5 febbraio. Per la prima volta i dati monitorati nelle case degli italiani registrano un calo di circa il 25% dello spreco. Il Rapporto 2020 dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/Swg, infatti, segna un deciso calo dello spreco alimentare domestico, definito la vera “voragine” degli sprechi. Basti pensare, infatti che in media il cibo sprecato tra le mura di casa costa 4,9 euro a nucleo familiare per un totale di circa 6,5 miliardi e un costo complessivo di circa 10 miliardi di euro che include gli sprechi di filiera produzione/distribuzione 2020, oltre 3miliardi 293 milioni di euro. L’ultimo Rapporto Waste Watcher, diffuso nel corso del 2019, si era attestato su un valore medio di 6,6 euro settimanali per nucleo familiare, per un totale di circa 8,4 miliardi euro, la tendenza 2020 è proprio il 25% in meno.
Buone notizie dalla settima Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare che si celebra oggi, 5 febbraio. Per la prima volta i dati monitorati nelle case degli italiani registrano un calo di circa il 25% dello spreco. Il Rapporto 2020 dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/Swg, infatti, segna un deciso calo dello spreco alimentare domestico, definito la vera “voragine” degli sprechi. Basti pensare, infatti che in media il cibo sprecato tra le mura di casa costa 4,9 euro a nucleo familiare per un totale di circa 6,5 miliardi e un costo complessivo di circa 10 miliardi di euro che include gli sprechi di filiera produzione/distribuzione 2020, oltre 3miliardi 293 milioni di euro. L’ultimo Rapporto Waste Watcher, diffuso nel corso del 2019, si era attestato su un valore medio di 6,6 euro settimanali per nucleo familiare, per un totale di circa 8,4 miliardi euro, la tendenza 2020 è proprio il 25% in meno.
5 febbraio 2020
SettegiorniPD in Regione Lombardia
La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia
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3 febbraio 2020
Levi: «Lettori, Italia divisa in due»
Il presidente dell’Aie lancia l’allarme: «Al Nord sono il doppio che al Sud. La nuova legge sul libro peserà sulle famiglie».
Intervista di ALESSIA RASTELLI Corriere della sera
«Non è vero che tutta l’Italia non legge. Il nostro Paese è diviso drammaticamente in due: al Nord il tasso di lettura è del 48,8%, al Sud e nelle isole del 23%. Un dato che rivela, una volta di più, la portata di una gravissima spaccatura nazionale». Ricardo Franco Levi lancia l’allarme. Il presidente dell’Associazione italiana editori (Aie) è ospite il 31 gennaio a Venezia della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri. E qui, a poche ore dall’approvazione in Commissione Cultura del Senato del disegno di legge sul libro e la lettura, presenta i dati sull’andamento del mercato. Un’occasione per ribadire anche la sua preoccupazione per le nuove norme che prevedono, tra i punti cardine, un tetto agli sconti del 5%, contro l’attuale 15%: «La drastica riduzione dei margini di manovra sul prezzo del libro da parte di tutti i punti vendita, librerie, super e ipermercati, store online, peserà direttamente sui lettori e sulle famiglie».
Presidente Levi, qual è ad oggi lo stato di salute del libro?
«Il 2019 è stato un anno buono. Il fatturato scaturito dalla vendita dei titoli di narrativa, saggistica e ragazzi, in formato cartaceo ed ebook, è cresciuto del 4,9% rispetto al 2018, recuperando i livelli del 2011; le copie vendute sono aumentate del 3,4%. L’editoria italiana si conferma di gran lunga la prima industria culturale del Paese e la quarta in Europa».
Intervista di ALESSIA RASTELLI Corriere della sera
«Non è vero che tutta l’Italia non legge. Il nostro Paese è diviso drammaticamente in due: al Nord il tasso di lettura è del 48,8%, al Sud e nelle isole del 23%. Un dato che rivela, una volta di più, la portata di una gravissima spaccatura nazionale». Ricardo Franco Levi lancia l’allarme. Il presidente dell’Associazione italiana editori (Aie) è ospite il 31 gennaio a Venezia della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri. E qui, a poche ore dall’approvazione in Commissione Cultura del Senato del disegno di legge sul libro e la lettura, presenta i dati sull’andamento del mercato. Un’occasione per ribadire anche la sua preoccupazione per le nuove norme che prevedono, tra i punti cardine, un tetto agli sconti del 5%, contro l’attuale 15%: «La drastica riduzione dei margini di manovra sul prezzo del libro da parte di tutti i punti vendita, librerie, super e ipermercati, store online, peserà direttamente sui lettori e sulle famiglie».
Presidente Levi, qual è ad oggi lo stato di salute del libro?
«Il 2019 è stato un anno buono. Il fatturato scaturito dalla vendita dei titoli di narrativa, saggistica e ragazzi, in formato cartaceo ed ebook, è cresciuto del 4,9% rispetto al 2018, recuperando i livelli del 2011; le copie vendute sono aumentate del 3,4%. L’editoria italiana si conferma di gran lunga la prima industria culturale del Paese e la quarta in Europa».
2 febbraio 2020
Elezioni in Emilia Romagna.

Scritto da Matteo Raimondi
Stefano Bonaccini è stato riconfermato alla guida della Regione Emilia-Romagna.
A lui, a tutto il Partito Democratico Emilia-Romagna e alla coalizione che lo ha sostenuto un immenso grazie.
La notte fra domenica e lunedì ci consegna un dato importante: il Partito Democratico è in grado di rappresentare l’argine ad una politica di destra.
Esiste un modello migliore una politica migliore, e gli emiliano romagnoli lo hanno chiaramente dimostrato.
Una politica che sa amministrare bene, che non si lascia trascinare nella facile propaganda, che sa fare squadra e che sa opporsi mettendoci la faccia e le idee vincenti.
Sono convinto da sempre che non possiamo trattare ogni volta le elezioni a vari livelli come un test sulla politica nazionale, tuttavia non possiamo nemmeno ignorare i segnali che ci arrivano dai cittadini.
È tempo che il Partito Democratico dia un senso ancora più forte alla politica di questo Governo: indichiamo una via e seguiamola, in modo chiaro e netto.
Smettiamola di essere la stampella del M5S. Ne siamo capaci e lo abbiamo dimostrato.
Solo così potremo veramente invertire la rotta di questo Paese.
Grazie Gianni Rodari
Il maestro che ci ha insegnato la rivoluzione della fantasia
Trasformare tutto. Sognare in grande. E non avere paura di sbagliare. A 100 anni dalla nascita dello scrittore che ha portato a scuola un mondo incantato, il ricordo di chi tra i banchi c’era veramente
Tratto da la Repubblica di Donatella Di Cesare
La scuola Piccinnini sembrava lontana, lontanissima, oltre ogni periferia. Solo la via Tiburtina riusciva ad arrivarci. Per il resto era circondata da prati incolti - aridi d’estate, fangosi d’inverno. Percorrerli ogni mattina mi sembrava una punizione ulteriore; si aggiungeva a sventure e tracolli che in quel periodo inseguivano la mia famiglia, da poco rientrata a Roma. L’insofferenza non si stemperava in classe, una quinta elementare frequentata da figlie di operai e disoccupati che nei volti, nei gesti, nelle parole portavano incisi le difficoltà, gli stenti, i soprusi che vivevano quotidianamente fuori.
La maestra si dava da fare. Ma i suoi sforzi non erano ripagati. Ogni tanto perdeva la pazienza - volava qualche schiaffo. Era ancora solo ottobre e la situazione appariva stagnante. Un giorno arrivò un nuovo maestro, o meglio, un maestro ausiliario, che avrebbe dovuto dare una mano. Era un uomo minuto, un po’ timido. Non alzava la voce e sorrideva spesso. Eppure era inflessibile.
In poco tempo tutto fu rivoluzionato. Cambiò l’aula, cambiò l’atmosfera e cambiammo noi. Le ore passavano rapidamente una dopo l’altra. Anzi, restavamo a scuola anche nel pomeriggio. I nostri impegni si erano moltiplicati e noi, prima così riottose e maldisposte, avevamo finito per essere addirittura entusiaste.
Trasformare tutto. Sognare in grande. E non avere paura di sbagliare. A 100 anni dalla nascita dello scrittore che ha portato a scuola un mondo incantato, il ricordo di chi tra i banchi c’era veramente
Tratto da la Repubblica di Donatella Di Cesare
La scuola Piccinnini sembrava lontana, lontanissima, oltre ogni periferia. Solo la via Tiburtina riusciva ad arrivarci. Per il resto era circondata da prati incolti - aridi d’estate, fangosi d’inverno. Percorrerli ogni mattina mi sembrava una punizione ulteriore; si aggiungeva a sventure e tracolli che in quel periodo inseguivano la mia famiglia, da poco rientrata a Roma. L’insofferenza non si stemperava in classe, una quinta elementare frequentata da figlie di operai e disoccupati che nei volti, nei gesti, nelle parole portavano incisi le difficoltà, gli stenti, i soprusi che vivevano quotidianamente fuori.
La maestra si dava da fare. Ma i suoi sforzi non erano ripagati. Ogni tanto perdeva la pazienza - volava qualche schiaffo. Era ancora solo ottobre e la situazione appariva stagnante. Un giorno arrivò un nuovo maestro, o meglio, un maestro ausiliario, che avrebbe dovuto dare una mano. Era un uomo minuto, un po’ timido. Non alzava la voce e sorrideva spesso. Eppure era inflessibile.
In poco tempo tutto fu rivoluzionato. Cambiò l’aula, cambiò l’atmosfera e cambiammo noi. Le ore passavano rapidamente una dopo l’altra. Anzi, restavamo a scuola anche nel pomeriggio. I nostri impegni si erano moltiplicati e noi, prima così riottose e maldisposte, avevamo finito per essere addirittura entusiaste.
30 gennaio 2020
Caro Attilio Fontana, sono disabile ma non imbecille. E voto con la mia testa.
Il Governatore lombardo Attilio Fontana sostiene che la vittoria del PD in Emilia Romagna è avvenuta anche grazie al trasporto attrezzato di anziani e persone con disabilità ai seggi da parte del partito. Una dichiarazione forzata che vuole giustificare la sconfitta in un modo molto discutibile.
di Iacopo Melio - Fanpage.it
Caro Attilio Fontana, fra un mese ho ventotto anni, fra una settimana una laurea in Scienze Politiche, e da sempre una malattia rara. E da quel sempre, Governatore, succede ad ogni campagna: cittadini con disabilità come merce di scambio elettorale.
Quante ne ho viste e quante ne ho lette, sa? Anche sulla mia stessa pelle. Illusioni per famiglie disperate, spesso impraticabili o pericolose: penso all’istituzione (fortunatamente scomparsa) del Ministro per la Disabilità, che tra l’altro portava il suo stesso cognome, inutile in quanto “senza portafoglio” ma soprattutto discriminatorio dato che, ancora una volta, sottolineava la specialità e non l’inclusività di certe questioni universali. Un ennesimo recinto, per di più associato alla Famiglia, con quel velo pietistico e caritatevole che non vorrà mai un disabile adulto, indipendente, autodeterminato… Ma al quale siete fin troppo aggrappati, come Matteo Salvini agita con violenza il rosario, a soffocare coscienza se mai ne abbia.
Non le è bastata una propaganda basata sul regresso, ha voluto strafare perché di avvoltoi non ce n’è mai abbastanza: di quelli che smembrano le dignità e si rifocillano di speranze altrui. E allora giù sui disabili, a picco, e poi gli anziani, affondati. Perché se abbiamo problemi fisici, troppi anni sulle spalle, disagi mentali, è risaputo: oltre ad essere un peso per la collettività, siamo anche dei completi imbecilli. Probabilmente.
di Iacopo Melio - Fanpage.it
Caro Attilio Fontana, fra un mese ho ventotto anni, fra una settimana una laurea in Scienze Politiche, e da sempre una malattia rara. E da quel sempre, Governatore, succede ad ogni campagna: cittadini con disabilità come merce di scambio elettorale.
Quante ne ho viste e quante ne ho lette, sa? Anche sulla mia stessa pelle. Illusioni per famiglie disperate, spesso impraticabili o pericolose: penso all’istituzione (fortunatamente scomparsa) del Ministro per la Disabilità, che tra l’altro portava il suo stesso cognome, inutile in quanto “senza portafoglio” ma soprattutto discriminatorio dato che, ancora una volta, sottolineava la specialità e non l’inclusività di certe questioni universali. Un ennesimo recinto, per di più associato alla Famiglia, con quel velo pietistico e caritatevole che non vorrà mai un disabile adulto, indipendente, autodeterminato… Ma al quale siete fin troppo aggrappati, come Matteo Salvini agita con violenza il rosario, a soffocare coscienza se mai ne abbia.
Non le è bastata una propaganda basata sul regresso, ha voluto strafare perché di avvoltoi non ce n’è mai abbastanza: di quelli che smembrano le dignità e si rifocillano di speranze altrui. E allora giù sui disabili, a picco, e poi gli anziani, affondati. Perché se abbiamo problemi fisici, troppi anni sulle spalle, disagi mentali, è risaputo: oltre ad essere un peso per la collettività, siamo anche dei completi imbecilli. Probabilmente.
28 gennaio 2020
Cerimonia della posa della Pietra d’Inciampo per Mattavelli Angelo
Sulbiate, 26 gennaio 2020
Questo è il testo che Daniela Mattavelli ha letto a nome di nipoti e pronipoti tutti.
Desideriamo ringraziare l’Amministrazione Comunale e il Comitato delle Pietre d’Inciampo di Monza e Brianza perché questa iniziativa volta a “fare memoria” e a mettere in guardia le generazioni di oggi e di domani contro il male che l’uomo è capace di coltivare e di compiere, rappresenta per Angelo e per i suoi familiari anche un Atto di Giustizia.
Un piccolo Atto di Giustizia, se lo rapportiamo agli atroci patimenti che Angelo ha dovuto subire, alla sua morte insensata e al dolore che ha lacerato i suoi cari per il resto della loro vita.
Ma, nello stesso tempo, un grande Atto di Giustizia, perché questa pietra con il suo nome scolpito – a restituirgli l’identità strappatagli dalla barbarie nazista - questa mattonella lucente sul selciato, d’ora in poi sarà sotto gli occhi di tutti i passanti, attirerà l’attenzione dei bambini e qualcuno, leggendone l’iscrizione, si domanderà chi era Angelo e forse proverà sentimenti di pietà per la sua giovane vita spezzata.
Angelo era solo un ragazzo di 19 anni che ebbe la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Un ragazzo normale, le cui uniche colpe furono il desiderio di aiutare la sua famiglia, il senso del dovere e la speranza di un futuro migliore. Tali erano certamente le motivazioni che lo spinsero ad andare a lavorare in città in una grande fabbrica (la Breda), e – forse – si sentiva fortunato per non essere stato ancora arruolato e mandato a combattere al fronte. Così, mentre infuriava la guerra, lasciando il più tranquillo paesino natio, affrontò i maggiori rischi che inevitabilmente si correvano a Milano, dove nel marzo 1944 si assisteva a una recrudescenza delle rappresaglie tedesche in risposta agli scioperi degli operai nelle maggiori fabbriche.
Questo è il testo che Daniela Mattavelli ha letto a nome di nipoti e pronipoti tutti.
Desideriamo ringraziare l’Amministrazione Comunale e il Comitato delle Pietre d’Inciampo di Monza e Brianza perché questa iniziativa volta a “fare memoria” e a mettere in guardia le generazioni di oggi e di domani contro il male che l’uomo è capace di coltivare e di compiere, rappresenta per Angelo e per i suoi familiari anche un Atto di Giustizia.
Un piccolo Atto di Giustizia, se lo rapportiamo agli atroci patimenti che Angelo ha dovuto subire, alla sua morte insensata e al dolore che ha lacerato i suoi cari per il resto della loro vita.
Ma, nello stesso tempo, un grande Atto di Giustizia, perché questa pietra con il suo nome scolpito – a restituirgli l’identità strappatagli dalla barbarie nazista - questa mattonella lucente sul selciato, d’ora in poi sarà sotto gli occhi di tutti i passanti, attirerà l’attenzione dei bambini e qualcuno, leggendone l’iscrizione, si domanderà chi era Angelo e forse proverà sentimenti di pietà per la sua giovane vita spezzata.
Angelo era solo un ragazzo di 19 anni che ebbe la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Un ragazzo normale, le cui uniche colpe furono il desiderio di aiutare la sua famiglia, il senso del dovere e la speranza di un futuro migliore. Tali erano certamente le motivazioni che lo spinsero ad andare a lavorare in città in una grande fabbrica (la Breda), e – forse – si sentiva fortunato per non essere stato ancora arruolato e mandato a combattere al fronte. Così, mentre infuriava la guerra, lasciando il più tranquillo paesino natio, affrontò i maggiori rischi che inevitabilmente si correvano a Milano, dove nel marzo 1944 si assisteva a una recrudescenza delle rappresaglie tedesche in risposta agli scioperi degli operai nelle maggiori fabbriche.
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