14 dicembre 2011

Parchi e Parcheggi.


Ricevo, e volentieri pubblico, da un lettore del blog, uno spunto in "risposta" al mio primo testo.


Ma un bel parco, ma …

A parte la battuta ad effetto, ma inesatta, che  respirare = consumare, perché l’effetto del respiro non è un consumo ma lo uno scambio tra esseri viventi eterotrofi e autotrofi di ossigeno e anidride carbonica; infatti  per diverse centinaia di migliaia il processo non ha consumato proprio niente.

La domanda concreta e politica è perché si consuma territorio.

Se la risposta è lo scambio di oneri contro la possibilità di fare affari magari sfruttando manodopera ricattabile e in nero, con il risultato di appartamenti vuoti, io non ci sto.
 Se invece si tratta veramente di fornire una abitazione dignitosa a nuove famiglie locali o anche provenienti da lontano è un’altra questione.
Chiediamoci se i nostri costruttori sono benemeriti che garantiscono quello che dovrebbe essere un diritto (la casa) o qualcosa di differente.

Il  “consumo di suolo” è veramente un consumo, perché una volta usato è restituibile solo con altro consumo inoltre stravolge drammaticamente l’equilibrio della natura di cui il respirare di prima è un esempio.

Un caso devastante di consumo di suolo è la pedemontana (a prescindere che serva o che non serva) costruire ai suoi lati è consumo di suolo da evitare (ricorda l’outlet che avrebbe probabilmente aperto una prassi malefica). Non è questa, l’arrivo di pedemontana, una sfida per la Sulbiate futura?
Ma ci servono proprio tutti i supermercati sul territorio?

Il consumo di suolo zero esiste ed è molto concreto: un esempio a Lissone (non c’è spazio per costruire perché si è costruito ovunque) un altro a Cassinetta di Lugagnano (non si costruisce per scelta). Scegliamo, o almeno tendiamo, tra i due il modello a cui tendere  nella  “Sulbiate che vorrei”.

Se è vero che il suolo, l’acqua, l’aria, l’energia (e molto altro) sono beni comuni, non solo dei viventi, ma soprattutto di quelli che verranno il nostro comportamento etico dovrebbe essere ben differente da quello di cavallette parassite.

Per quanto riguarda i parchi lo slogan della Sulbiate che vorrei è : more parks less car parks.
Ma non per la gioia degli immobiliaristi di specularci attorno.

Carissimo, quello che dici è corretto: se qualcuno ha da fornirci un esempio di costruttore che non cerchi il profitto ce lo dica (soprattutto mi faccia sapere se esiste la chimera di un costruttore che non pretenda di essere pagato in tutto o in parte in nero)!
Visto che con queste realtà dobbiamo convivere, è giusto che anche loro vengano "invogliate" o indottrinate.
Per fare un esempio concreto, un comune potrebbe (può? deve?) concedere il permesso a edificare solo nel caso in cui l'edificio venga costruito in classe energetica A+, nulla di meno, e solo con determinate caratteristiche energetiche (pannelli solari e fotovoltaici obbligatori, caldaie a condensazione, chi più ne ha più ne metta).
Sul consumo "zero" mi trovi in parte daccordo, soprattutto nel fatto che il concetto di riciclo dovrebbe essere applicato in prima istanza alle abitazioni e strutture. Secondo me è da irresponsabili consentire la nascita di una nuova costruzione se prima non si sono ampliate, sistemate, elevate di classe le strutture attuali.
Probabilmente questi esempi di ristrutturazione avvengono solo nei luoghi dove il consumo territoriale è già stato portato al limite, oppure dove c'è stata una decisione politica presa a monte.
Per la Sulbiate che vorrei, la visione di crescita e il piano di sviluppo dovrebbero tendere proprio a questo. Con i piedi per terra si può ammettere un consumo del territorio ma che sia il minimo possibile, e più intelligente possibile.

Una volta definite le aree "intoccabili" della città, il consumo diventa per forza limitato a quanto rimane.
Ci torneremo presto.

IL PTCP di Allevi:"Occhi chiusi sulle colate di cemento".

Il piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) presentato dalla giunta Allevi non pone un argine al consumo di suolo e chiude tutti e due gli occhi sulle pianificazioni urbanistiche, a cominciare da quella della città di Monza, che prevedono vere e proprie colate di cemento in Brianza”.



Lo dichiarano il segretario provinciale del Pd Gigi Ponti e il capogruppo Domenico Guerriero, commentando il provvedimento di pianificazione territoriale, presentato ieri dal presidente della Giunta provinciale Dario Allevi e dall’assessore al Territorio Antonino Brambilla

“Con questo piano, nella provincia che detiene il primato negativo per consumo di territorio – continuano gli esponenti Pd -, invece di porre un argine al cemento se ne consente un aumento di poco meno del 7%. Pur accogliendo alcune indicazioni del Pd e delle associazioni ambientaliste, come la compensazione, l’impostazione del piano, un collage delle richieste dei sindaci, rimane negativo anche e soprattutto perché non dà una sponda a chi, come Desio e altre amministrazioni brianzole, ha radicalmente e seriamente cambiato impostazione tagliando gli sviluppi edificatori”.

“Niente di vincolante – concludono Ponti e Guerriero - neanche in relazione all’inedificabilità intorno alle aree dove sorgerà Pedemontana. Vista la sensibilità sul tema dichiarata da parte della maggioranza, cercheremo di migliorarlo durante l’esame in Consiglio provinciale, in programma settimana prossima”.

Monza, 13 dicembre 2011 – Ufficio stampa - fonte sito PD provinciale.

Firenze, Bersani:" Razzismo e violenza, un pericolo reale".

“Il razzismo e la violenza sono diventati un pericolo reale nel nostro Paese", ha dichiarato il Segretario nazionale del PD, Pier Luigi Bersani.


"Il sangue sparso ieri a Firenze, dopo l’episodio del campo Rom a Torino, dimostra che questa deriva va fermata. Il dovere di tutti è oggi di impegnarsi per alzare la soglia della vigilanza, della repressione e della battaglia culturale, nella consapevolezza che in una crisi così pesante come quella che stiamo vivendo non si deve abbassare la guardia rispetto alla tenuta della convivenza civile. Impegnamoci tutti ad alzare la soglia della vigilanza, della repressione e della battaglia culturale", ha concluso Bersani.

La nota del mattino del 14 dicembre 2011.


1. IL RIGORE NON BASTA, CI VUOLE UNA SPINTA ALLA CRESCITA: L’EUROPA SI SVEGLIA DAL SOGNO TEDESCO. MA LA STRADA E’ LUNGA.
Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, apre ufficialmente la fase due: c’è bisogno di crescita non solo di rigore. Nel Parlamento europeo viene messo sotto accusa il primo ministro britannico David Cameron. Ma nel frattempo gli accordi dell’8 e del 9 dicembre fanno fatica a trovare l’accordo dei parlamenti e dei governi che, a parole, hanno già detto sì.
Da La Stampa. Articolo di Tonia Mastrobuoni. «Dobbiamo andare oltre sulla crescita, sugli investimenti e sulle misure per l`occupazione». Dinanzi alla plenaria del Parlamento europeo il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso ha messo in guardia ieri dal rischio che il Patto fiscale a 26 scaturito dal vertice euroeo di venerdì scorso resti troppo "tedesco", sbilanciato sull`obiettivo del rigore. Per Barroso «la disciplina di bilancio è cruciale, ma, francamente, non possiamo costruire la nostra unione economica solo sulla disciplina o sulle sanzioni». Per ora il patto «non è abbastanza». Tornando sul clamoroso veto del Regno Unito che ha impedito l`avvio di una modifica dei Trattati, il presidente portoghese della Commissione ha precisato che Londra «in cambio del suo accordo, chiedeva un protocollo specifico sui servizi finanziari». Così com`è stato presentato, ha aggiunto, «rappresentava un rischio per l`integrità del mercato unico». Il compromesso, a quel punto, è diventato «impossibile». Durante il dibattito al Parlamento è andato poi in scena un vero e proprio duello a distanza con Londra. Per il capo dei socialisti-democratici e futuro presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, «la City i Londra ha i giorni contati». E il leader dei liberali-democratici, l`ex premier belga Guy Verhofstadt, ha liquidato la mossa del premier britannico con una battuta al vetriolo: «Quando si va via sbattendo la porta bisogna essere sicuri che gli altri ti seguiranno, come è stato con la Thatcher e Kohl». A Londra, lunedì, il premier britannico David Cameron aveva difeso la propria scelta spiegando ai Comuni che le «modeste, ragionevoli e rilevanti» richieste del suo Governo non sarebbero state garantite. Il premier conservatore ha parlato in un`aula caratterizzata dalla vistosa assenza del suo vice, il liberaldemocratico Nick Clegg. Ma secondo il Times di ieri il premier sarebbe pronto a fare delle concessioni e starebbe studiando come tornare al tavolo europeo del negoziato sul Patto fiscale. La riunione di gabinetto di ieri, secondo un portavoce di Cameron, si sarebbe svolta dunque all`insegna di una atmosfera «buona». Ma oltre ai problemi di coalizione, Cameron deve vedersela comunque con Bruxelles, affatto intenzionata a fare marcia indietro sulla regolamentazione finanziaria. 011i Rehn, commissario agli Affari economici ha chiarito che «se la mossa della Gran Bretagna voleva evitare che la City e i suoi servizi finanziari venissero regolati: non succederà». Intervenendo al Parlamento europeo il presidente del Consiglio europeo Herman van Rompuy ha detto che il Trattato per il «fiscal compact» sarà siglato comunque entro marzo e che entro allora saranno decise le dotazioni per il fondo salva-Stati temporaneo Efsf e quello permanente Esm. Il vertice europeo ha sancito che quest`ultimo avrà a disposizione 500 miliardi e ieri Angela Merkel ha ribadito che si tratta del tetto massimo, stando a fonti governative citate da Bloomberg. Ma se il mercato da venerdì mostra segni di nervosismo e ieri è precipitato dopo l`indiscrezione sull`ennesimo «nein» della cancelliera, è perché sullo scudo finanziario che dovrebbe proteggere l`Europa dagli scossoni della crisi, gli investitori vogliono uno sforzo maggiore. Nel frattempo, l`euro continua a scivolare. Ieri per la prima volta in undici mesi è calato sotto quota 1,31 contro il dollaro”.
MODIFICHE ALLA MANOVRA. MA NON SONO TUTTE QUELLE CHIESTE DAL PD. BERSANI INCONTRA CAMUSSO, BONANNI, ANGELETTI E CHIEDE AL GOVERNO DI USARE LA CONCERTAZIONE.
In Parlamento sono arrivate le prime modifiche alla manovra economica che verrà votata tra oggi e domani alla Camera. Modifiche numerose e sulle quali il Pd per ora ha sospeso il giudizio, che esprimerà oggi dopo un esame complessivo dei miglioramenti apportati alla manovra. Ma una cosa è certa. Come ha detto ieri il segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani, nel corso dell’incontro con i sindacati, quel che non si riesce a cambiare adesso resterà oggetto di lavoro per un cambiamento futuro. Pieno accordo con i sindacati nell’incontro di ieri. Il Pd intende valorizzare il metodo della concertazione.
Da l’Unità. Articolo di Simone Collini. “Necessità di concertazione, innanzitutto. E poi gradualità nella riforma delle pensioni, nessun passo indietro sulle liberalizzazioni, attenzione alla prima casa. I vertici del Pd e i segretari di Cgil, Cisl, Uil e Ugl si incontrano nel primo pomeriggio nella sede dei Democratici e un breve giro di tavolo basta a far emergere sintonia su diversi aspetti riguardanti la manovra, ma non solo. E infatti Pier Luigi Bersani al termine dell`incontro assicura che il Pd insisterà per alcune modifiche, chiedendo al governo di ascoltare Parlamento e parti sociali. Quando Bersani, Letta, Bindi e Fassina ricevono al Nazareno Camusso, Bonanni, Angeletti e Centrella, ancora le commissioni Bilancio e Finanza della Camera sono in attesa dell`emendamento del governo alla manovra. Il segretario e gli altri dirigenti del Pd ascoltano i leader sindacali lamentare la mancanza di concertazione, l`intervento sulle pensioni da parte di un governo che non ha ricevuto un mandato elettorale, il rigore senza crescita ed equità. A preoccupare i segretari di Cgil, Cisl, Uil e Ugl è anche la prospettiva che l`esecutivo proceda nei prossimi mesi a una riforma del mercato del lavoro muovendosi come si è mosso in queste settimane, senza un vero coinvolgimento delle parti sociali. Bersani ascolta e annuisce, perché anche per il segretario Pd (come pure per Letta e gli altri dirigenti democrats) servono ulteriori modifiche per una maggiore equità, anche per lui un passo indietro rispetto alle liberalizzazioni significherebbe cancellare una delle poche misure utili per la crescita. Ma soprattutto, anche per il leader Pd (per il suo vice Letta e per la presidente Bindi e il responsabile Economia Fassina) il governo deve muoversi seguendo il metodo della concertazione. A Camusso (che critica il prelievo del 15% per le pensioni oltre i 200 mila euro perché «non c`è progressività») e agli altri leader sindacali fa notare che non necessariamente un governo tecnico non deve seguirlo: il maggior tasso di concertazione c`è stato col governo Ciampi, il minor tasso con l`esecutivo Berlusconi formato dopo le ultime elezioni politiche. Ma Bersani, che pure di fronte ai leader sindacali difende il sostegno al governo Monti come unica possibilità di portare l`Italia «fuori dal baratro», non nasconde di essere preoccupato per gli effetti delle ripetute manovre economiche. «Il rischio recessione è ancora molto serio», è il ragionamento che fa il leader del Pd prefigurando uno scenario in cui il pareggio di bilancio non sia comunque raggiunto. «Dobbiamo chiedere anche all`Europa un segnale». Altrimenti, di manovra in manovra, «c`è il rischio di un effetto avvitamento». Un rischio che può essere evitato soltanto se si evita un circolo vizioso che oggi invece è tutt`altro che scongiurato, tra tagli che approfondiscono la recessione e rendono impossibile la crescita, conseguenti nuove tasse e cifre insufficienti a diminuire il debito. «Più equità aiuta la crescita», dice Bersani facendo notare con una battuta che «chi è ricco non può mangiare dieci volte al giorno». Un modo per rispondere anche a chi critica la scelta del Pd di sostenere il governo e al tempo stesso comprendere la protesta dei sindacati. «Il Pd è un partito di governo che non perde il contatto con le realtà sociali», dice al termine dell`incontro con i segretari sindacali. «Essere di governo vuol dire rendersi conto che più uguaglianza significa qualche garanzia in più per la crescita». Ecco perché il Pd, assicura Bersani, insisterà per migliorare ancora la manovra. «Chiederemo che vengano corretti alcuni punti della riforma delle pensioni, non per smontare l`impianto ma per garantire maggiore equità. Vedremo quanto il governo sarà collaborativo, cercheremo di convincerlo e chiederemo che sia attento al Parlamento e alle forze sociali. Lunedì c`è stata
una mobilitazione, qualcosa il governo la deve dire». Dopo che in serata il governo presenta l`emendamento alla manovra, la valutazione in casa Pd in parte si modifica. Ma Bersani assicura che comunque il lavoro del suo partito non finisce qui. «Ci auguriamo che il governo faccia qualche passo avanti e per quello che non sarà fatto insisteremo nei prossimi mesi».

2. ARRIVANO GLI ISPETTORI DEL FMI A RICORDARCI PERCHE’ SIAMO QUI E CHI CI HA PORTATO SULL’ORLO DEL BARATRO.
Arriva in Italia una squadra del Fondo monetario internazionale. L’aveva chiamata Berlusconi perché non riusciva a venire a capo della manovra. E la presidente del Fmi aveva detto in proposito: “Lo sottoporremo al test della realtà”.
Ecco l’ennesima buona ragione per non dimenticare chi ha portato l’Italia al disastro costringendo tutto il paese a fare un passaggio così duro come quello che stiamo vivendo. E’ lo stesso Berlusconi proprietario e ispiratore di quella parte della stampa che in questi giorni sta gridando di più contro la manovra e contro la casta, la stessa di fronte alla quale quei giornalisti si sono genuflessi fino a pochi giorni or sono. In realtà, a genuflettersi nei confronti del mondo politico berlusconiano o della Lega, per non parlare poi di Tremonti, fino a pochi giorni fa è stata anche la grande stampa, che fa capo a industrie, banche, assicurazioni e finanziarie, le quali sapevano benissimo dove stava andando l’Italia ma hanno taciuto in modo complice fino a quando Berlusconi non si è indebolito ed è stato prossimo a cadere.
Da Il Sole 24 Ore. Articolo di Rossella Bocciarelli e Mario Platero. «Una piccola squadra del Fondo monetario internazionale visiterà Roma la prossima settimana per incontrarsi con le nuove autorità, ricevere aggiornamenti sui recenti sviluppi di bilancio e discutere le modalità di future missioni». E` quanto confermano da Washington esperti dell`organismo diretto, da Christine Lagarde. Gli uomini del Fondo monetario internazionale, in realtà, sbarcano per la seconda volta in Italia nel giro di due mesi. Erano arrivati, infatti per qualche giorno all`inizio di novembre per avviare la consueta disamina annuale del Paese ex articolo IV dello statuto dell`istituzione nata a Bretton Woods, quella che ogni anno si conclude a primavera con la lettera che gli esperti lasciano al ministro dell`Economia, con i loro consigli. Adesso, invece, tornano nel nostro Paese, guidati dal numero due del dipartimento per l`Europa Aasim Husain e dal consigliere Antonio Spilimbergo con un`altro compito: si tratta infatti di una missione di "monitoraggio" sulla base di quanto era stato convenuto a Cannes a quel vertice di capi di stato nel quale l`ex premier Silvio Berlusconi aveva chiesto al Fondo di offrire all`Italia la sua competenza, affinché un soggetto terzo verificasse la veridicità dell`impegno italiano nell`azione di risanamento riduzione del debito e potenziamento della crescita. E la Lagarde, con riferimento alla richiesta di Berlusconi, aveva commentato: «Lo sottoporremo al test di realtà».

3. ACCORDO FIAT, MA LA FIOM E’ FUORI.
Da L’Unità. Articolo di Massimo Franchi. “Tutto parte e riporta a Pomigliano. Alla vigilia della presentazione in pompa magna della nuova Panda nella cittadina campana, i lavoratori del gruppo Fiat in Italia da ieri sanno che dal primo gennaio avranno un contratto per buona parte uguale a quello dei loro antesignani alla Fabbrica Italia Pomigliano. Dopo una trattativa è stato sottoscritto a Torino il contratto di gruppo Fiat. Digerita l`uscita da Confindustria, i circa 86 mila lavoratori delle varie controllate escono dal contratto nazionale metalmeccanico utilizzando un accordo molto simile a quello adottato a Pomigliano. A firmare il testo tutti i sindacati (Fim, Uilm, Ugl metalmeccanici, Fismic e Unione Quadri) tranne la Fiom. Già la scorsa settimana, dopo aver ribadito che non avrebbero mai sottoscritto «l`estensione del modello Pomigliano», i metallurgici della Cgil sono stati invitati a lasciare il tavolo dagli altri sindacati. La nuova intesa, che avrà durata di un anno, recepisce il testo dell`accordo di Pomigliano del 29 dicembre scorso, con nuove
regole in materia di organizzazione del lavoro, straordinari, assenteismo, pause, diritto di sciopero e per quanto riguarda la rappresentanza dei lavoratori con l`introduzione delle Rsa. Proprio per non aver sottoscritto l`accordo, la Fiom non avrà rappresentanti sindacali ed è al momento fuori dalle fabbriche Fiat. «Una svolta storica» per Sergio Marchionne, «un attacco ai diritti e alla democrazia», per Maurizio Landini. Tra le principali novità dell`intesa un premio straordinario per il 2012 di 600 euro che sarà erogato (a luglio) anche ai lavoratori in cassa integrazione e la maggiorazione dal 50% al 60% dello straordinario al sabato. Il nuovo contratto prevede anche premi per l`organizzazione del lavoro dei singoli stabilimenti (200 euro l`anno per i "silver" e 500 per i "gold"). Secondo i sindacati firmatari le retribuzioni avranno un aumento del 5,2% in media. È prevista poi l`aggiunta di un sesto scatto di anzianità quadriennale. Ma il punto più controverso è sicuramente il passaggio dalle Rsu (rappresentanze sindacali unitarie, votate dai lavoratori) alle Rsa, indicate dai sindacati ìn modo non proporzionale alla rappresentanza. Per ovviare alle critiche della Fiom, i sindacati firmatari hanno deciso di far votare comunque i lavoratori per indicare i loro rappresentanti in modo proporzionale, ma la Fiom (che non ne avrà) sostiene che la scelta «è una foglia di fico e viola l`accordo del 28 giugno che prevede il voto delle Rsu solo per gli accordi aziendali». Il passaggio è stato scelto dalla Fiat sfruttando l`articolo 19 dello Statuto dei lavoratori, modificato da un referendum (ironia della sorte voluto da rifondazione comunista). Ieri Susanna Camusso ne ha subito chiesto la modifica: L`accordo impone il tema della modifica dell` Articolo 19 dello Statuto dei lavoratori». Una modifica che dovrebbe prevedere una rappresentanza dei sindacati maggiori anche in caso di non ratifica dei contratti. Ma a stretto giro di posta è arrivato il "No" di Cisl e Uil. «Mi dispiace tantissimo che non ci sia la Fiom, ma non è possibile che ognuno chieda modifiche per se stesso», ha spiegato il leader Cisl Raffaele Bonanni. «Una trattativa dura con la casa torinese che ha confermato tutti gli investimenti per "Fabbrica Italia": accordo, quindi, positivo», commenta Rocco Palombella, segretario generale della Uilm. Di tutt`altro avviso Maurizio Landini: «L`accordo sancisce la cancellazione del Contratto nazionale, senza aver ricevuto alcun mandato dai lavoratori. Pensiamo che il governo non possa stare a guai-dare perché l`accordo separato non dice nulla degli investimenti nel più grande gruppo industriale del Paese e mette in discussione le libertà sindacali garantite dalla Costituzione». «Il contratto è una sintesi evoluta ed equilibrata delle specificità della galassia Fiat», specifica Antonio D`Anolfo, segretario dell`Ugl metalmeccanici. Trionfante, invece, Sergio Marchionne che spiega che «il nuovo contratto è uno strumento moderno che rispecchia la realtà dell`industria a livello internazionale e che permetterà a Fiat di diventare più efficiente e creare le condizioni essenziali per continuare ad investire nel Paese». A partire, si spera, da oggi a Pomigliano con la nuova Panda”.

4. RAZZISMO&VIOLENZA. DOVE CI HA PORTATO LA DEMAGOGIA FORCAIOLA DELLA DESTRA. UN PERICOLO PER IL PAESE.
Un estremista di destra ieri ha sparato, ucciso e ferito diversi senegalesi, per poi suicidarsi prima di essere catturato. L’episodio di sangue è avvenuto a Firenze. Il sindaco, Matteo Renzi ha proclamato il lutto cittadino. Dopo il rogo del campo rom di Torino, ecco l’ennesima manifestazione di razzismo e di violenza. Un segnale inquietante per il nostro paese, perché mostra come la propaganda dell’odio per il diverso, perseguita dalla Lega e dalla destra per coprire l’incapacità di gestire i problemi complessi dell’immigrazione, dell’integrazione e dei disagi sociali, sia penetrata nel profondo. Molte le dichiarazioni dei dirigenti del Pd, da Fiano a Veltroni. Il segretario nazionale del partito, Pier Luigi Bersani: "Il razzismo e la violenza sono diventati un pericolo reale nel nostro Paese. Il sangue sparso oggi a Firenze, dopo l'episodio del campo Rom a Torino, dimostra che questa deriva va fermata. Il dovere di tutti è oggi di impegnarsi per alzare la soglia della vigilanza, della repressione e della battaglia culturale, nella consapevolezza che in una crisi così pesante come quella che stiamo vivendo non si deve abbassare la guardia rispetto alla tenuta della convivenza civile".
Da La Repubblica. Articolo di Adriano Sofri. “Avevamo qui, per strada, nella città bella in cui camminiamo, uno che, fino a mezzogiorno di ieri, era come noi. Uno che aveva avvertito, scrivendo sui Protocolli di Sion: "Quanto esporrò non è banale e semplicistico, e richiede la conoscenza di dati ben fondati, nonché lo sviluppo di ragionamenti logici". Poi ha aperto il fuoco. Quando una squadra di bravi psichiatri norvegesi ha dichiarato Anders Breivik totalmente incapace di intendere, ha pronunciato un`ovvietà. Chi chiameremo pazzo se non l`uomo che va a sterminare scrupolosamente il maggior numero di suoi simili, inermi e innocenti? E non è un pazzo l`uomo che va ad ammazzare dei suoi simili sconosciuti e inermi, badando al colore della pelle, da una piazza all`altra di Firenze? Sono altrettanti casi di follia, e di follia isolata, come si affrettano a rassicurare le autorità. Ma bisogna pur dire che la diagnosi sull`infermità mentale, anche la più fondata giuridicamente, è umanamente insostenibile, perché toglie ai giustizieri la responsabilità che spetta loro, ed esonera gli altri dall`interrogarsi su se stessi. Gli altri sono i sani, cioè quelli che non hanno (ancora) varcato la soglia che li trattiene dal massacro. Il ragioniere della montagna pistoiese - posto aspro e splendido, il posto di Maramaldo e Ferrucci aveva qualcosa in comune con Breivik, forse ha immaginato di emularlo. Vanesio e vile, Breivik aveva scelto i suoi connazionali per l`olocausto con cui si figurava di scuotere una comunità infiacchita e pronta a farsi espugnare. Casseri ha invece mirato ai senegalesi, gli espugnatori. I senegalesi sono specialmente detestabili perché sono alti e belli e parlano le lingue, anche quando scappano alla rinfusa raccogliendo i loro borsoni per sfuggire alla caccia. Non so se questo abbia contato per Casseri. Il quale un anno fa, scrivendo del nuovo romanzo di Eco sui Protocolli di Sion (e insinuando di passaggio che Eco avesse copiato dal romanzo scritto da lui, Casseri, e un suo coautore) citava la domanda del protagonista del Cimitero di Praga: "Ma perché mirate in particolare agli ebrei?". E la risposta: "Perché in Russia ci sono gli ebrei. Se fossi in Turchia mirerei agli armeni". Ecco, il lucido e delirante Casseri, cultore di quei Protocolli, deve aver risposto allo stesso modo. Dopotutto, la bella sinagoga fiorentina è a due passi da lì, ma gli sarà sembrato che "a Firenze ci sono i senegalesi". Un pazzo isolato, dunque, anzi due pazzi isolati, un ragioniere a Firenze e un saldatore a Liegi, hanno fatto strage nello stesso giorno e allo stesso mezzogiorno. Ma anche a questa formidabile coincidenza si può rassegnarsi, e anche al fattaccio torinese del giorno prima - "a Torino ci sono gli zingari", no? Però sentite: nel primo pomeriggio di ieri, quando ancora non si conosceva l`identità dello sparatore, e la notizia sui siti dei giornali locali diceva: "Piazza Dalmazia, due senegalesi uccisi e molti feriti", i lettori più svelti già commentavano. Nel sito della Nazione (che, sia detto recisamente, non ne ha alcuna responsabilità, e ha presto aggiornato il titolo: "Omicidi razzisti") la maggioranza dei primi commenti avevano questo tenore: "Meno due"; "Grazie alla politica del buonismo è stata aperta la porta alla criminalità camorristica e extracomunitaria Napoli è già qua"; "Un grazie ai buonisti newage che non hanno Mai avuto rispetto prima di tutto per gli Italiani lasciando proliferare mescolanze senza criterio... siamo solo all`inizio amici mia ... ma come si dice, mal voluto non è mai troppo..."; "Solo due?"; "Due neri e un bianco: multiculturalità"; "MA QUANDO CI LEVEREMO DALL` ITALIA QUESTO SUDICIUME? CI DEVE PENSARE IL POPOLO ??". E anche dopo, la gran maggioranza dei commenti ha tenuto questo tono. Non prendetelo per un paradosso, ma righe come queste non sono solo commenti a un fatto: lo precedono anche, e lo preparano, sono un antefatto. Le persone che così commentano sono ben lungi dal varcare la soglia fra le parole e il massacro, dunque non sono folli, e peraltro, basta contarle, non sono isolate. Ma anche lo sciagurato che ha fatto il suo passo, e si è guadagnato il certificato di follia, non è dunque così isolato. Casseri era lucido, ho detto: nello scritto che un anno fa dedicava ai Protocolli e alla "falsificazione sionista", si era ingegnato di giustapporre i paragrafi di quel testo famigerato a brani di autori di sinistra e di estrema sinistra noglobal dei nostri giorni, per farne risaltare l` assonanza, e segnalare come i piani dei supposti cospiratori giudaici si vadano compiendo. Nella coincidenza di episodi che infittisce le cronache dei nostri giorni come per una precipitazione chimica, la bufera finanziaria e la sensazione paranoica che l`accompagna, il manipolo segreto di gnomi della
finanza che decidono le sorti della terra, giocano una parte importante. Accostare stralci di parole radicali di estrema destra e di estrema sinistra è un gioco troppo facile e spesso infame, ma occorre badare alla miscela esplosiva che sfrenatezza finanziaria e paura dello straniero vanno accumulando. La nostra estrema destra che si vuole sociale, e cui il ragioniere adepto di Lovecraft e Tolkien e Conan aveva aderito (e anche lei non può esser fatta responsabile della sua spregevole bravata) si chiama Casa Pound, e Pound era un grande poeta, ma il suo culto e la sua attualità hanno a che fare assai meno con la poesia e assai più con l`ossessione dell`usura e dell`antisemitismo. Quella miscela spiega anche le digressioni mentali che portano Breivik, nella crociata contro i pervertitori della razza, a fare strage di ragazzi norvegesi, e Casseri a passare dal fantasma ebraico ai corpi dei senegalesi. Immagino che in molti diranno, ora, che "Firenze non merita questo". Certo. Il mondo non merita questo. Ma dopo aver pronunciato convintamente e compuntamente questo scongiuro, mordiamoci la lingua. Diciamo che quei nostri fratelli senegalesi non meritano questa Firenze e questo mondo. E ricominciamo a pensare”.

5. MINZOLINI FUORI. MA LA RAI E’ NEL PANTANO. IL PD: SUBITO UNA RIFORMA O NON USCIRA’ DALLA CRISI.
Dopo la caduta di Berlusconi arriva quella di Minzolini. E’ un passaggio positivo. Ma il modo attraverso il quale il Cda della Rai è arrivato a prendere questa decisione ha confermato che per la Rai serve una svolta vera e profonda.
Dall’Ansa di ieri, il commento di Matteo Orfini, responsabile del settore del Partito Democratico. "La situazione della Rai è talmente grave che persino quando accade qualcosa di positivo, come la sostituzione di Minzolini, è difficile festeggiare". Lo scrive Matteo Orfini, responsabile Cultura e informazione del Pd, in un articolo in uscita domani su Il Riformista. "L'ex direttore andava rimosso mesi fa per la sua palese inadeguatezza e per il danno che ha arrecato al Tg - sostiene Orfini -. Di più, nel momento della decisione il Cda ha messo in scena ancora una volta un patetico teatrino fatto di veti e voti incrociati su deliberati strampalati. Il tutto per nominare un direttore natalizio, che mangiato il panettone dovrà essere rimpiazzato. E' questo che serve al Tg1? E' così che si rilancia l'azienda? La situazione del servizio pubblico è sempre più drammatica. Occorre una forte e immediata discontinuità nella gestione, che restituisca al servizio pubblico dignità e prestigio e ai cittadini un'azienda di cui essere orgogliosi". "La via maestra - si legge ancora nella nota - è una riforma della governance che liberi la Rai dai condizionamenti politici e che sia accompagnata da misure che garantiscano risorse. Ma se questa via fosse preclusa dai veti, sarebbe doveroso per il governo intervenire prima di ritrovarsi a dover gestire un nuovo caso Alitalia. Anche soluzioni di emergenza come il commissariamento non potrebbero essere escluse. Assistere all'agonia di uno dei gioielli del Paese senza agire sarebbe una vera e propria omissione di soccorso"

13 dicembre 2011

Manovra Monti: il PD chiede segnali inequivocabili su patrimoniale, evasori, Ici.

In queste settimane il PD è impegnato in Parlamento per migliorare la manovra del governo Monti. Un impegno che sta raccontando in diretta, attraverso le testimonianze dei parlamentari PD che stanno lavorando, nelle Commissioni e in Aula, per una manovra più equa e giusta.

Al governo chiede segnali chiari e inequivocabili su patrimoniale, evasori e Ici.
La manovra ridia una prospettiva solidale al Paese, oppresso dall’immobilità del vecchio governo.

Il Partito Democratico come spiegato nell’intervista che da Bersani ha rilasciato al Corriere, non chiedie al governo di fare al cento per cento tutto ciò che avrebbe voluto fare lui. Il PD sarà responsabile.

Il PD sa che questa manovra è un messaggio all'Europa, è il segno di un Paese che si mette all'opera dopo anni di paralisi.

Segui il nostro lavoro su Diario della manovra.

Domenica 18/12 a Report Rai tre, parleranno anche di Pedemontana.

Domenica 18 dicembre 2011 ore 21,30 REPORT RAI TRE parleranno anche di Pedemontana. Forse poterebbe essere interesante non perdere questa puntata.


"Sappiamo che un anno o l'altro il petrolio finirà, ma anche i terreni fertili e coltivabili si esauriranno se continuiamo ad edificarci sopra, o a farci il biocarburante. E allora la terra libera dove la si va a trovare? Domenica 18 dicembre 21.30 Rai3".

clicca qui per vedere l'anticipazione della puntata.

La nota del mattino del 13 dicembre 2011


1. IL PIANO EUROPEO A 26 NON REGGE DI FRONTE ALLA PRESSIONE DEI MERCATI E AI DUBBI DI MOODY’S. BORSE IN CALO. SPREAD AL RIALZO. IN GRAN BRETAGNA CRITICHE A CAMERON.
Gli accordi raggiunti venerdì 9 dicembre a Bruxelles tra 26 paesi europei e che si tradurranno in accordi interstatali sul rigore di bilancio, nell’attivazione in primavera del potenziamento del fondo salva Stati e in un finanziamento al Fondo monetario europeo che così potrà intervenire a sostegno dei più deboli non ha retto di fronte all’attacco della speculazione alla ripresa dell’attività sui mercati finanziari. La macchinosità del piano, il tempo necessario per metterlo in pratica e i dubbi espressi apertamente dall’agenzia di rating Moody’s hanno indebolito l’Europa invece di rafforzarla.
Borse e mercati dei cambi hanno registrato questa ondata di pessimismo. Perdite e scivolamenti nel rapporto tra dollaro ed euro sono stati i risultati.
Lo spread tra il rendimento dei Btp a dieci anni italiani e gli interessi sui corrispondenti titoli tedeschi di conseguenza è tornato a crescere, perché l’Italia, nonostante la forte manovra del governo Monti, ha un debito elevatissimo che la mette in difficoltà al primo soffio di vento.
Il premier britannico David Cameron è stato criticato in patria per non aver aderito all’accordo europeo. Cameron aveva chiesto una moratoria rispetto a nuove regole per la finanza in cambio del proprio sì, nel tentativo di difendere gli interessi della piazza finanziaria di Londra, che rappresenta la principale attività economica del paese.
Dopo la defezione di Cameron, la comunità europea ha deciso che sulle regole per la finanza e le banche andrà avanti senza troppi tentennamenti.
Il futuro dell’Europa resta uno dei problemi principali che abbiamo di fronte e che rischiano di mettere a rischio la qualità della vita dei cittadini in tutto il Vecchio Continente. Nessuno può pensare di salvarsi da solo. Nessuno può pensare di evitare il problema. La posizione della cancelliera Angela Merkel (rispecchia il clima di opinione in Germania), che sta imponendo a tutti una ferrea dieta rigorista e più in generale l’atteggiamento dei governi di destra e di centrodestra nei diversi paesi europei hanno una grande responsabilità.

2. GIORNO DECISIVO PER GLI EMENDAMENTI. OGGI ARRIVANO LE MODIFICHE PER PENSIONI E ICI. IL PD DECISIVO PER OTTENERE I MIGLIORAMENTI ALLA MANOVRA CHE IL DISASTRO BERLUSCONIANO HA IMPOSTO AL PAESE.
Vale la pena di ricordarlo: se l’Italia ha dovuto fare una manovra drammatica per dimensioni e ripercussioni lo dobbiamo all’incapacità e alla volontà politica del governo di Bossi e di Berlusconi, che prima hanno tolto di mezzo le norme di equità, trasparenza ed efficienza approvate dal precedente governo Prodi, poi hanno fatto di tutto per nascondere la crisi e infine hanno tentennato, senza sapere che cosa fare, portando l’Italia sull’orlo del baratro mentre i mercati ci facevano a pezzi.
La manovra del governo Monti manca però ancora di equità. Almeno vanno rivisti alcuni punti, a cominciare dall’aggancio delle pensioni al costo della vita e dalla fascia di esenzione dall’Ici sulla prima casa.
Il Pd con le proprie proposte ha ottenuto in sede di stesura che nella manovra fossero inseriti alcuni interventi, come il prelievo sugli scudati (che il Pd ha chiesto da tempo anche con gli emendamenti alle manovre del governo Berlusconi) e come la tracciabilità. In questi giorni, poi, è diventato il pilastro sul quale poggia la battaglia per introdurre nella manovra un maggior tasso di equità, per quanto possibile.
Dopo un lungo dibattito, oggi arrivano in commissione Bilancio gli emendamenti per alzare la soglia entro la quale le pensioni saranno indicizzate e la soglia di esenzione dall’Ici sulla prima casa. Domani la manovra passa all’aula di Montecitorio. Entro la settimana voto definitivo alla Camera. Poi toccherà al Senato.

3. OGGI INCONTRO BERSANI-CAMUSSO-BONANNI-ANGELETTI.

Ieri manifestazione unitaria dei sindacati contro la manovra e per chiedere maggiore equità di fronte alla Camera. Molti i parlamentari e i dirigenti del Pd che hanno partecipato al sit in, mentre nella commissione Bilancio si discutevano le modifiche al testo del governo.
Oggi il segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani, incontra nella sede del Pd, a Roma, i segretari generali dei sindacati confederali.

4. VENERDI’ E SABATO ASSEMBLEA NAZIONALE DEL PD A ROMA. IL FUTURO DELL’EUROPA E DELL’ITALIA AL CENTRO DEL DIBATTITO. PRESENTE HOLLANDE, APRONO LE DUE GIORNATE BINDI E LETTA. CONCLUDE BERSANI.
Venerdì 16 dicembre e sabato 17 si svolgerà a Roma l’assemblea nazionale del Partito democratico, composta dai mille delegati eletti nelle primarie del 2009. Lo slogan dell’appuntamento del Pd è: “L’Italia prima di tutto. Uscire dall’emergenza, preparare la ricostruzione”. I lavori si svolgeranno presso la Fiera di Roma e saranno divisi in due sessioni.
La prima sessione si svolgerà venerdì e riguarderà il tema: “Il Pd e il futuro dell’Europa”. I lavori cominceranno alle ore 15 con l’intervento della presidente dell’Assemblea nazionale, Rosy Bindi. La relazione su il Pd e il futuro dell’Europa sarà svolta da Lapo Pistelli, responsabile esteri del partito. Nel corso del dibattito interverrà il candidato progressista alle elezioni presidenziali francesi, Francois Hollande.
La seconda sessione si aprirà sabato mattina alle 9,30 e sarà dedicata al tema: “Il Pd e il futuro dell’Italia”. La relazione introduttiva sarà svolta dal vicesegretario del Pd, Enrico Letta.
Il segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani, concluderà i lavori sabato alle ore 14,00.

5. BOSSI E BERLUSCONI IN ROTTA DI COLLISIONE. LA DESTRA SI SCOMPONE.
Il leader della Lega Nord, in crisi di visibilità e di potere, lancia una sfida aperta e un attacco all’alleato Silvio Berlusconi, tentando di rioccupare la scena e di rifarsi una verginità di fronte al proprio elettorato dopo il fallimento del governo di centrodestra. “Non siamo più alleati” ha detto Bossi, perché Berlusconi sta con “i comunisti”. Dopo aver provocato un disastro epocale che ha reso necessario un intervento drammatico, Bossi tenta insomma di buttare tutte le colpe su Berlusconi e di lucrare politicamente sul malessere provocato dalla durezza della manovra varata dal governo Monti.
6. RAI: OGGI CDA SU MINZOLINI, BATTAGLIA ALL'ULTIMO VOTO PER CAMBIARE DIRETTORE.
Battaglia all'ultimo voto per la sostituzione di Augusto Minzolini alla guida del Tg1. Si deciderá oggi nel cda Rai. La proposta del Direttore generale Lorenza Lei di un interim del direttore della Tgr Alberto Maccari fino al 31 gennaio 2012 ha spaccato il consiglio. Resta la minaccia di dimissioni del presidente Paolo Garimberti che vuole una rimozione immediata del direttore, alla quale si è aggiunta quella del consigliere di area Pd Nino Rizzo Nervo, che chiede invece di dividere il voto su Minzolini da quello sulla nuova guida.

7. ULTIMATUM FIAT: TRATTATIVA FINITA. MA ANCHE UILM NON CEDE, “NON ACCETTIAMO DIKTAT”. OGGI GIORNATA DECISIVA.
Ultimatum della Fiat ai sindacati sul nuovo contratto: non ci sono più spazi per trattare, l'incontro convocato per questa mattina servirà solo per firmare. La Fiat dice anche che l'accordo dovrà essere definito sulla base della stesura del testo definitivo del contratto collettivo specifico del 29 dicembre 2010, quello cioè che ricalca il modello Pomigliano. La Fiom da tempo contesta questa impostazione. Ieri anche la Uilm ha puntato i piedi. "Non accettiamo diktat. Ci presenteremo e valuteremo sulla base dei documenti, alcuni concordati e altri da verificare, se ci sono le condizioni per firmare. Se non ci saranno non firmeremo", ha detto Rocco Palombella, segretario generale della Uilm.

12 dicembre 2011

Manovra, Enrico Letta intervistato da l'Unità.

Non nasconde i malumori interni al PD, le diverse sfumature rispetto allo sciopero generale, l’enorme fatica che i democrat dovranno fare per spiegare al loro elettorato che era inevitabile attraversare la tempesta.
Ma Enrico Letta aggiunge: «Noi stiamo dimostrando che l’azione riformista del PD è in grado di far cambiare le cose e questo dovrà essere il metodo di lavoro anche per i prossimi mesi».

Indicizzazione delle pensioni fino a 1400 euro, ammorbidimento dello “scalone”, agevolazione per l’Ici prima casa.
Quanto riuscirete ad ottenere?

«Il tavolino a tre gambe – risanamento, crescita e equità – con questa manovra è uscito fuori azzoppato. Per questo sono sicuro che le uniche modifiche riguarderanno proprio l’equità».

Come cresce un Paese se ceto medio e fasce più deboli rischiano addirittura di rimanere amputate per l’accettata che, per ammissione della stessa ministra Fornero, è stata inferta?

«È esattamente questo il punto. Le persone più deboli economicamente, i pensionati e gli italiani che vivono contando anche l’ultimo centesimo, devono sentire che c’è un governo che dà loro fiducia, che tiene conto dell’enorme fatica che fanno».

Susanna Camusso traccia la «linea rossa» sull’indicizzazione delle pensioni almeno a 1500-1600. Sarà possibile raggiungerla?

«Di sicuro la cifra stata stabilita in manovra è troppo bassa e deve salire il più possibile. Non si vive bene con 1200-1300 euro al mese e sono milioni gli italiani in questa situazione. Non a caso il primo provvedimento che prese Romano Prodi quando andò al governo fu quella di aumentare le pensioni minime».

Quei soldi dovrebbero arrivare da una maggiore tassazione dei capitali scudati. l tecnici delle commissioni parlamentari hanno dubbi sulla effettiva possibilità di rintracciarli.

«Quella decisione non salta, ha già passato il vaglio del Capo dello Stato, i dubbi posti si verificheranno nella fase dell’attuazione. Quei capitali vanno tassati e si deve passare dall’1,5% previsto oggi almeno al 5% e i titolari di quei capitali devono anche dire grazie perché rispetto al resto d’Europa gli andrebbe piuttosto bene».

Il PD torna a dire che bisogna avviare l’asta sulle frequenze. Berlusconi, per ovvi motivi, non è d’accordo.

«E noi invece siamo convinti che si debba fare. Non si possono chiedere ai pensionati sacrifici mentre si regalano le frequenze a Rai e Mediaset. Siamo convinti anche che si debba fare l’accordo con la Svizzera sui capitali italiani depositati nella Repubblica elvetica».

Ma il ministro Giarda dice che il governo non ci pensa perché su quei trattati ci sono dubbi della Commissione Europea.

«Noi insistiamo e diciamo al governo che se lo hanno fatto i tedeschi, che oggi danno lezioni in Europa, non si capisce perché non dovremmo farlo noi».

Mario Draghi invoca, dopo la manovra, misure per la crescita. Non pensa che sia questo il vero problema?

«Draghi ha ragione ma d’altronde Monti l’ha detto quando è venuto alla Camera: presto arriveranno provvedimenti in materia di infrastrutture, green economy, sburocratizzazione e, dall’anno prossimo, di riforma fiscale. Tuttavia, credo sia importante spiegare che già in questa manovra ci sono misure importanti per la crescita e che forse sono state sottovalutate. Parlo dell’Irap, che è finalizzato a giovani e donne, e la cosiddetta Ace, la norma che ricorda molto le norme di Vincenzo Visco, sulla capitalizzazione delle imprese».

Il ministro Passera ha detto che presto partiranno i cantieri per le infrastrutture. Si fa fatica a crederlo.

«Noi invitiamo il governo a presentare quanto prima questi interventi. Sulle infrastrutture la nostra filosofia è molto semplice: si mettano da parte le opere faraoniche, come il ponte sullo Stretto, e si usino quei fondi per le opere immediatamente cantierabili, sono circa cento e sono quelle più necessarie. Ma anche sulla green economy serve un’accelerazione perché quello è il futuro e il PD ha al riguardo proposte molto forti».

Letta, durante la riunione del gruppo alla Camera nel PD sono emersi moltissimi malumori. Lei è sicuro che il suo partito riuscirà a superare la fase della transizione senza lacerazioni?

«È chiaro che questa manovra è dura, che alcune misure non vanno bene, ma un grande partito riformista come il nostro deve lavorare per dare il proprio contributo, anche in questa fase. Ho la forte speranza che questa sia l’ultima manovra, dopo della quale avremo i conti pubblici più in ordine d’Europa. Se superiamo questo momento, che è un pezzo dell’eredità Berlusconi, possiamo iniziare a pensare alle misure sulla crescita».

Alla fine si voterà il “mini-maxiemendamento” del governo con la fiducia?

«Credo di sì. Penso che si interverrà su indicizzazioni e scalone delle pensioni e Ici prima casa: tre punti su cui le forze politiche troveranno una quadra. Questa trattativa con il governo è molto importante anche per il futuro: è la dimostrazione che i tre partiti maggiori che appoggiano il governo non hanno soltanto una funzione “passiva”, cioè votare le misure”, ma un ruolo influente. Il PD, anche in queste ore sta dimostrando che la via riformista ottiene risultati. Sia una lezione per chi minaccia l’Aventino».

In queste ore si sta dimostrando anche sempre più difficile il rapporto con l’Idv.

«Questo è un problema di Antonio Di Pietro, deve decidere se vuole lottare con noi in parlamento o fare come la Lega».

Forse sospetta manovre in vista delle prossime elezioni.

«La verità è che non si rassegna al fatto che Berlusconi non è più a Palazzo Chigi e sta dando l’idea che era in politica solo perché c’era Berlusconi dall’altra parte. Noi ci siamo a prescindere da chi c’è, siamo qui per il Paese».

Letta, ma invece in casa PD tra lei e Fassina le distanze sono grandi. Anche sullo sciopero unitario dei sindacati.

«Non è una questione personale. Io sono felicissimo per la scelta unitaria dei sindacati sullo sciopero, ma penso che bisogna distinguere i ruoli. Noi oggi abbiamo la responsabilità di cambiare la manovra in Parlamento e la reciproca autonomia fa bene sia al partito sia ai sindacati, che si tratti della Cgil, della Cisl o della Uil».

Andiamo in Europa. Sarkozy dice che non ci sarà una seconda possibilità dopo questo vertice.

«Questo sarà un vertice fondamentale, ma credo che il PD debba dare un proprio contributo: alzare la bandiera degli Stati uniti d’Europa dei quali deve far parte solo chi ci crede perché dalla crisi non si esce se accanto alla moneta non si mette il governo politico ed economico dell’Europa. E oggi, con Monti, soprattutto dopo questa manovra che rafforza il Paese, cambia la prospettiva europea, perché è l’unico primo ministro dichiaratamente federalista europeo, partigiano degli Stati uniti d’Europa».

Conferenza di Durban in extremis un accordo.

I delegati riuniti a Durban per la 17esima Conferenza mondiale sul clima organizzata dall’Onu (COP17) hanno raggiunto nella notte un’intesa «storica», secondo il presidente della conferenza e ministro degli esteri sudafricano Maite Nkoana-Mashabane. È stato un compromesso in extremis, visto che i lavori si sarebbero dovuti concludere teoricamente venerdì. Ma i rappresentanti dei vari paesi hanno negoziato per altre 36 ore, fino alle 4.30 (ora italiana) di domenica.

L’accordo prevede innanzitutto il rinnovo del protocollo di Kyoto, che scade il 1 gennaio 2013. A Durban, invece, si è stabilito che debba durare fino ad un massimo di altri cinque anni, anche se Russia, Canada e Giappone non hanno accettato questa decisione. Ma soprattutto, la Conferenza ha deciso che tutti i paesi dovranno arrivare, entro il 2015, a un accordo più severo contro le emissioni di carbonio. Il piano era stato inizialmente definito come una vera e propria roadmap, con date e impegni stabiliti con precisione, per la quale hanno insistito l’Unione Europea, le piccole isole dell’AOSIS (Alliance of Small Island States, per la maggior parte nel Pacifico e nella zona caraibica) e il blocco dei paesi meno sviluppati, i cosiddetti LDC (Least Developed Countries).

Ma proprio i termini e le scadenze stabilite dalla roadmap hanno rallentato molto i lavori. La Cina e soprattutto l’India, infatti, erano contrarie perché consideravano l’accordo troppo vincolante a livello legale. Per questo, attraverso la mediazione del Brasile, si è raggiunta l’intesa su una dicitura più complessa di quella iniziale, ossia “soluzione concertata avente forza di legge”, ma che non cambia di molto la sostanza. Una volta stabilito da tutti i paesi, il nuovo piano dovrà essere messo in pratica dal 2020.

La Conferenza ha raggiunto inoltre un accordo sul cosiddetto “Fondo verde” per il clima, che dovrebbe aiutare le nazioni povere a combattere il surriscaldamento globale. Ancora non è chiaro come verranno finanziati i 100 miliardi di dollari previsti dal Fondo, ma tutti i paesi hanno approvato la sua istituzione.

I delegati non tornano dunque a mani vuote da Durban, anche se gli accordi restano ancora abbastanza vaghi. Secondo Michael Jacobs, dell’istituto di ricerca Grantham di Londra per i cambiamenti climatici, «siamo ancora sulla strada verso il surriscaldamento di 4 gradi della Terra» ma è stato comunque un buon risultato «costringere tutti i paesi a migliorare le loro politiche ambientali entro il 2015».

Inoltre, la Conferenza ha mostrato le spaccature già viste in passato, con i paesi emergenti (Sudafrica, Brasile, India e Cina) che rimproverano ai paesi industrializzati duecento anni di inquinamento, per i quali non vogliono essere loro a pagare le conseguenze. Tuttavia, dopo Durban lo scenario è cambiato, almeno in linea di principio. Infatti, mentre secondo il Protocollo di Kyoto i paesi in via sviluppo non sono legalmente obbligati a ridurre le emissioni, ora dovranno rispettare le regole come quelli sviluppati, anche se solo dal 2020.

fonte IL POST.

11 dicembre 2011

Buona domenica del 11/12/2011 - I post più cliccati della settimana.

LETTERA APERTA DI VIRUS AL SIG. LUCA SANITA'.
By Virus.




Caro Luca Sanità,

Virus ha il dubbio che difficilmente tu sia pienamente soddisfatto del nuovo ribaltone (clicca qui). Concedimi la confidenza: penso che ti sia rimasto molto amaro in bocca.

Luca Sanità ex capogruppo della minoranza di Sulbiate - Progetto Territorio -.


Provo a spiegare in seguito uno dei perché.


Infatti, pur nelle fondamentali e inconciliabili differenze ideologiche e politiche, non ti si deve non dare atto di comportamento civile nei rapporti tra le parti e quindi anche con il PD.
Civiltà nei rapporti sconosciuta ai componenti della autodefinitasi “vera lista SI”, ciò da te sperimentato per pratica conclamata di alcuni o per silenzio-assenso di altri.

La civiltà (l’educazione, il rispetto, la considerazione.. ) è fondamentale per la democrazia perché ne è una delle condizioni, quindi il comportamento civile non è un orpello della polit
ica ma è una condizione indispensabile nei rapporti democratici.

Ce lo hanno insegnato anche i padri della nostra Costituzione figlia della Resistenza.
Proprio di democrazia appunto sto parlando!


Virus non dimentica quanto hai recriminato, nelle tua esperienza di capogruppo, della mancanza di rispetto e considerazione: di civiltà appunto!


Ora le cose sono cambiate. Secondo Virus, che non sbaglia quasi mai, qualcuno ti ha detto: “ALT! - DIETRO FRONT! – AVANTI MARC!”. Prendere o lasciare! Mangiare la minestra o saltare la finestra!


Penso che sia una delusione cocente per un giovane che probabilmente pensava di costruire una “carriera politica” ma forse, ai suoi ideali, ci credeva anche.

Ora dovresti salutare alcuni amici e essere di supporto ai nemici, zitto e impettito.
Ma no forse qualche cosina te la faranno fare, cose come la pro-loco (è un esempio a caso).


Noi del PD ne abbiamo tanti di difetti, tu li conosci benissimo non avendo perso occasione per averceli fatti notare sei, addirittura andato oltre contribuendo a inventatene un bel numero.

Però non abbiamo padroni, sbagliamo o molto più spesso facciamo giusto da soli!

Ora, pensa un po' cosa ti propone Virus: un qualche mercoledì di depressione, vienici a trovare al circolo e costaterai di persona il clima. Ma attenzione : per la tessera c’è molto tempo, non illuderti!

Un’ultima osservazione sul concetto di civiltà: per capirlo occorre cultura, nonostante ora collaborerai con l’assessore preposto, non penso proprio che il concetto sarà metabolizzato e/o metabolizzabile dai tuoi nuovi compagni di strada.
Le difficoltà rimarranno, e anche camminare per strada e incontrare le persone non sarà la stessa cosa di ieri.



Buona Domenica
By Virus



Gli interventi di Virus sono umoristici, satirici ed ironici. Chiediamo gentilmente di commentarli con ironia, non con rancore e livore. Ricordiamo che l'incapacità di saper accettare la satira si manifesta regolarmente in tutte le società non democratiche.


I POST PIU' CLICCATI DELLA SETTIMANA.

Lettera aperta di un Sulbiatese a Virus.

L'uovo di Colombo, ovvero la Sulbiate che vorrei.


I Voti di Ichino sulla manovra del Governo Monti.

PD Sulbiate. Comunicato - Il PDL di Sulbiate straccia gli accordi con Progetto Territorio.

Residenza sanitaria disabili: ritorna la collaborazione con Aicurzio.


Metteteci la faccia. By Virus



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