10 febbraio 2016

Maroni, you have a problem? la maggioranza "cade" sotto le ronde

RONDE PADANE, LA MAGGIORANZA NON C'È
Bocciata dall'aula una mozione per riconoscerle e regolamentarle
Alla Lega non riesce il tentativo di regolarizzare e legittimare le "ronde padane". È stata infatti bocciata con 27 voti a favore contro 29 (tra contrari e astensioni) la mozione presentata dalla lista Maroni che chiedeva alla Regione di riconoscere il ruolo delle associazioni che decidono di farsi carico del controllo del territorio. Non è bastato l'intervento dell'assessore Bordonali, delegata alla sicurezza, che ha chiesto di modificare il testo aggiungendo tra gli impegni la consulenza e il supporto da parte della giunta regionale a queste associazioni. Come scritto nella mozione poi bocciata dall'aula, "l'impegno della popolazione per la garanzia della sicurezza e del benessere sociale deve essere incoraggiato, coordinato, guidato e non certo colpevolizzato come purtroppo è accaduto in passato".
La mozione prevedeva l'istituzione di un registro ad hoc per le associazioni che fanno sicurezza, la definizione di linee guida che permettessero ai comuni di regolamentare le ronde e di modificare le norme per "agevolare e incentivare il coordinamento tra le forze di polizia locale e i volontari."
Un tentativo nella stessa direzione era già stato compiuto durante l'approvazione della nuova legge sulla polizia locale e anche in quel caso fu di fatto bloccato.
"Il centrodestra riesce a farsi male da solo - dicono Fabio Pizzul e Marco Carra -.

9 febbraio 2016

Dai senatori PD



Siamo a un passo da approvazione storica
di legge non più rinviabile

di Luigi Zanda



Siamo a un passo dall'approvazione della legge sulle unioni civili. Una legge che colma un vuoto legislativo non più giustificabile.

In questi giorni in Senato abbiamo cercato di organizzare al meglio il lavoro che ci aspetta nei prossimi giorni cercando di sminare il campo dai pericoli che potrebbero presentarsi per un provvedimento così delicato, che sarà discusso e votato dall'aula senza relatore e senza i pareri del governo, e per il quale tutti i gruppi parlamentari hanno deciso di lasciare libertà di coscienza, con la possibilità quindi di votare in maniera segreta sui punti che richiamano gli articoli della Costituzione sulla tutela dei figli.

Una serie di circostanze che, tutte insieme, possono mettere a rischio una corretta discussione e le votazioni degli emendamenti.  Per questo, per ridurre i pericoli in cui l'aula potrebbe imbattersi, mercoledì scorso ho incontrato i capigruppo di maggioranza e opposizione. Tutti ci siamo trovati d'accordo sul voler affrontare il provvedimento nel merito.

8 febbraio 2016

Il Pirellone restituisce lo schiaffo a Maroni dopo le scritte per il family day



Voto del Consiglio, mai più scritte sul palazzo senza avallo dell'assemblea
Il Consiglio regionale ha punito la giunta Maroni per aver utilizzato Palazzo Pirelli senza chiedere l'autorizzazione al Consiglio regionale. E non è stato per una distrazione, ma una scelta deliberata. La vicenda è quella del Family day e della scritta luminosa apparsa sulla facciata del Pirellone per l'intera settimana prima dell'evento del 30 gennaio scorso. Scelta molto contestata, anche sotto il profilo formale, perché la decisione della giunta Maroni non è stata sottoposta ad alcun vaglio da parte né del Consiglio né del suo ufficio di presidenza.
Martedì 2 febbraio il Consiglio ha potuto finalmente dire la sua, e non è stato come Maroni e l'assessore Cappellini si sarebbero immaginati. È bastata la prima di due mozioni presentate su questo tema, firmata dal M5S, per chiarire che il Consiglio non ha gradito. La mozione, sostenuta anche da Pd e Patto Civico, chiedeva alla giunta regionale non solo di "concordare con l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale qualsiasi iniziativa pubblica che coinvolga le strutture e gli uffici di Palazzo Pirelli", ma anche di stabilire con opportuna norma che il Pirellone deve essere "lasciato nella piena disponibilità del Consiglio regionale". Approvata, a voto segreto, con 38 voti a favore e 31 contrari.
"Il Consiglio ha restituito a Maroni lo schiaffo subito con la scritta su Palazzo Pirelli - dichiarano la vicepresidente Sara Valmaggi ed Enrico Brambilla -.

Quindicesimo piano - la newsletter di Laura Barzaghi

NEWSLETTER QUINDICESIMO PIANO
Newsletter 85 / Febbraio 2016

Temporale fuori stagione in Brianza e terremoto in Consiglio regionale. Il primo evento è la plastica dimostrazione dei cambiamenti climatici in atto che tanti danni stanno arrecando anche ai nostri territori. Siccità ed esondazioni, riscaldamento dell'atmosfera ed inquinamento persistente ormai sono emergenze all'ordine del giorno che preoccupano tutti.
Tutti, tranne Maroni e i suoi che continuano imperterriti nella politica del disimpegno, limitandosi ad incolpare il governo e svicolando appena possono i momenti decisionali, come è successo questa settimana.
Nel frattempo, in aula la maggioranza va sotto due volte, trasformando un tranquillo e un po' noioso Consiglio dedicato alle interrogazioni e alle mozioni in un piccolo dramma, a conferma della crisi strisciante nelle forze politiche che sostengono il presidente.
Nel carniere delle opposizioni: un no netto alle ronde padane e un altro no all'uso improprio del Pirellone!
 

NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE DELL'AMIANTO

Il Piano regionale è scaduto da 5 anni. Regione Lombardia non dà risposte. E intanto lo smantellamento langue


"Il Piano per l'amianto di Regione Lombardia è scaduto da 5 anni e ancora non si parla di riaggiornare lo strumento", lo fa sapere Raffaele Straniero, che in proposito ha presentato un'interrogazione all'assessore all'Ambiente Terzi.
"Nell'ultima seduta d'Aula abbiamo sollevato l'importante tema, ma non abbiamo avuto risposte, se non vaghe e confuse - prosegue Straniero -. L'assessore si è limitata a addurre come motivazione il fatto che il Pral sarebbe stato di fatto aggiornato dal Prs, il Piano regionale di sviluppo. Ora approfondiremo questo argomento in sede di Commissione Ambiente. Non di meno, poiché è una questione complicata e urgente, ci preoccupa molto che il Pral sia scaduto e che Regione Lombardia non parli di vero aggiornamento dello strumento in sé. Anche perché la situazione è grave: entro il 2016 l'amianto doveva sparire da tutto il territorio regionale, ma in realtà i passi fatti sono stati pochissimi e anche per quanto riguarda i censimenti non conosciamo i dati. All'assessore non ci è rimasto altro da dire che ci auguriamo in un intervento immediato almeno per l'aggiornamento". 

2 febbraio 2016

Una scelta di civiltà: si alle #unionicivili

Unioni Civili

Matteo e Angela

Renzi-Merkel

German Chancellor Merkel meets Italian PM Matteo Renzi

In Germania cresce la consapevolezza del nuovo ruolo italiano in Europa. È quella la vera posta in gioco dell’incontro.

Quando Matteo Renzi e Angela Merkel si presenteranno in conferenza stampa, al termine del loro incontro di oggi a pranzo, non sarà difficile capire se tra i due sarà tornata la pace oppure no. Tutti gli indizi lasciano presagire che i due leader cercheranno un terreno di dialogo comune: sia il premier italiano che la Cancelliera tedesca hanno tutto l’interesse a stringere un accordo che aiuti l’Europa in questo momento di grande difficoltà a salvarsi dalle spinte nazionalistiche.
D’altra parte, se è vero che i toni non erano mai stati così alti, è anche giusto ricordare che le punzecchiature di Renzi alla Germania e gli attriti personali non sono mancati nei due anni e mezzo di conoscenza personale tra i due e che sempre – almeno in passato – il dialogo è stato riallacciato ben presto.
Renzi ha fatto anticipare questo incontro dall’intervista rilasciata alla Frankfurter Allgemeine nella quale ha chiarito il suo vero obiettivo: sedersi al tavolo europeo con pari dignità dei partner principali, Germania e Francia. Un modo per sgombrare il campo dall’idea – che iniziava a preoccupare in Germania – di una strategia anti-tedesca a lungo termine del nostro premier.
Se la vera partita è questa, prima ancora delle strategie da adottare su migranti, flessibilità, Russia e politica energetica, ecco allora su cosa bisognerà concentrarsi – una volta che Renzi e Merkel arriveranno in conferenza stampa – per valutare l’esito del vertice:
1) l’atteggiamento reciproco. Merkel non è una donna che rispetta i clichè che si attribuiscono ai tedeschi. È in qualche modo più ‘calda’, più empatica. Di Renzi, poi, nemmeno a dirlo. I loro volti, il modo in cui si rivolgeranno l’una all’altro, la tendenza o meno a scivolare nella battuta saranno i primi indizi dai quali si capirà com’è andata;
2) il riconoscimento del ruolo italiano. Già oggi la Faz, in un commento intitolato “La pretesa di Roma”, riconosce che il premier “sulla base delle riforme, pretende con autoconsapevolezza un posto all’head table della Ue. E anche se forse Renzi dipinge quello che ha fatto in modo più brillante di quel che è, è riuscito tutta via a realizzare ciò che i suoi predecessori non si sarebbero neppure sognati di fare”. Senza arrivare a questo, se però la Cancelliera si limitasse anche solo a esplicitare il nuovo ruolo italiano, Renzi avrebbe già incassato il risultato sperato;
3) l’individuazione di un avversario comune. Che siano i populismi o le spinte anti-europee che minacciano l’Unione, Renzi e Merkel hanno certamente dei bersagli condivisi da combattere. E se resta valido il motto ‘il nemico del mio nemico è mio amico’, mettere in atto una strategia comune e lasciar trapelare che essa esista è un modo per riavvicinarsi.

1 febbraio 2016

Il problema dei frontalieri e il pasticcio di Maroni e Gobbi

LA LEGA LI HA CREATI, ORA LI RISOLVA
I problemi dei lavoratori frontalieri sono nati in seno al partito di Maroni e Gobbi. Che, invece, come dimostra una foto, vanno d'amore e d'accordo
C'è un'immagine che corre sul web: Roberto Maroni, Luca Zaia e Norman Gobbi in un unico scatto, fatto nel corso della conferenza di lancio della Strategia macroregionale europea per le Alpi, più nota come Eusalp, a Brdo, in Slovenia. E ci sta: Lombardia, Veneto e Canton Ticino uniti politicamente e strategicamente, appunto, dentro una più grande aggregazione. Cosa si può volere di più?
Ma allora, ha detto appena ha visto la foto Luca Gaffuri, segretario della Commissione rapporti tra Lombardia e Svizzera, presente a Brdo, "risolvano subito i problemi che loro stessi hanno creato, veneti a parte, ai frontalieri delle nostre province". Perché appare evidente agli occhi di chi sta dalla parte dei lavoratori di confine che "gli esponenti del Carroccio tra loro sono molto uniti, anche al di là della frontiera.

Quindicesimo piano - La newsletter di Laura Barzaghi

NEWSLETTER QUINDICESIMO PIANO
Newsletter 84 / Gennaio 2016

In Regione, settimana senza seduta di Consiglio e con la convocazione di poche commissioni: la Lega, in ritiro meditativo presso un confortevole agriturismo in Valtellina prima del cruciale incontro con Marine Le Pen, ha decretato lo stop tecnico dei lavori.
E così, ai giornalisti non è rimasto altro che tirarla lunga sul Family Day e sulla scritta che inopinatamente era apparsa venerdì scorso sulla facciata del Pirellone.
Il caso ha scatenato anche le inevitabili polemiche fra gli alleati provocando un altro scossone alla maggioranza traballante. Botta e risposta tra la Lega e i rappresentanti regionali del NCD, messi in difficoltà da alcune dichiarazioni di Maroni che ha voluto enfatizzare di proposito le incoerenze del partito di Alfano.

28 gennaio 2016

Maroni e il "suo" Pirellone

Chiediamo formalmente chiarimenti sull’uso che Maroni ha fatto del Pirellone

La vicepresidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi, il capogruppo Pd Enrico Brambilla e la capogruppo del Patto Civico Lucia Castellano hanno scritto una lettera al presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo per chiedere chiarimenti in merito all’iniziativa delle scritte luminose apparse a partire dal giorno 22 gennaio sul Palazzo Pirelli, sia rispetto all’uso strumentale del Palazzo, sede del Consiglio regionale, sia rispetto al danno di immagine che ne è derivato. Il riferimento è alla scritta “Family Day”, realizzata in vista della manifestazione a Roma del 30 gennaio.
cattaneo_familyLa lettera:
In data odierna, 25 gennaio 2016, dando risposta alla lettera inviata il 23 gennaio u.s. dalla Vice Presidente Sara Valmaggi in merito alle scritte luminose apparse già il 22 gennaio sulla facciata di Palazzo Pirelli, si afferma che non c’è stato coinvolgimento degli uffici del Consiglio e che i costi di organizzazione dell’iniziativa non potranno essere imputati a questa amministrazione.
Da suddetta risposta, a firma del Segretario Generale, si evince l’estraneità di tutta la struttura consiliare; se questo fosse vero ci chiediamo per quale motivo ha voluto far Sua la proposta di illuminazione del Palazzo tramite post su social network poi ripreso dalla stampa.
Riteniamo pertanto indispensabile un Suo chiarimento, perché come ben sa, la Sua figura di Presidente dovrebbe essere di garanzia e tutela di tutta l’Assemblea consiliare e Sua è la responsabilità per un uso strumentale del Palazzo e per il danno di immagine che ne è derivato.
Rileviamo inoltre che si pone in ogni caso un problema per il futuro inerente la sicurezza delle attività consiliari e delle possibili intrusioni di persone esterne alla struttura del Palazzo.
In ultimo resta irrisolta la questione sull’addebito dei costi di elettricità.
Per questi motivi siamo a chiederLe di procedere con una nota formale di biasimo nei confronti della Giunta per aver utilizzato a proprio piacimento i locali di Palazzo Pirelli.
Si coglie infine l’occasione per ribadire, come più volte richiesto in Consiglio, che è necessario individuare una soluzione definitiva affinché il Palazzo Pirelli, essendo sede del Consiglio, sia gestito dallo stesso in piena autonomia.
Cordiali saluti.
Sara Valmaggi – Vice Presidente del Consiglio regionale
Enrico Brambilla – Capogruppo consiliare del Partito Democratico
Lucia Castellano – Capogruppo consiliare Gruppo Patto Civico