22 luglio 2011

Presto a Monza anche il Ministero dei "Comuni e dei Cittadini Abbandonati".



Domani a Monza presso la Villa Reale sarà inaugurato il

"MINISTERO DEI COMUNI E DEI
CITTADINI ABBANDONATI".


...forse


Sabato mattina presso la Villa Reale di Monza saranno inaugurati tre uffici delocalizzati ministeriali tanto agognati dalla Lega.
Le tre stanze della Cavallerizza ospiteranno, Bossi, Calderoli e Tremonti.

Il comitato "La Villa Reale è anc
he mia" ha proposto di esporre bandiere tricolori contro l'apertura di questi inutili uffici di rappresentaza.

Sergio Civati, che presenterà un' interrogazione in Consiglio Comunale:"L'idea è di scendere in piazza, senza simboli di partito, ma con le bandiere tricolori".

Il Capo Gruppo PD del Consilgio Provinciale
Guerriero ha rilanciato. Ha ipotizzato "ironicamente" di allestire un gazebo per aprire un nuovo dicastero: "Il Ministero dei comuni e dei cittadini abbandonati".
La Polizia aveva dato il permesso, negato poi dai vigili urbani.

Conoscendo la tenacia e la determinazione del nostro Capogruppo, non è detto che questo, prima o poi, accada.

Articolo di Avvenire del 22/07/2011.

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Arcore boccia l'impianto di betonaggio.

Stemma del Comune di Arcore.


Il Consiglio Comunale di Arcore ha bocciato la variante urbanistica che avrebbe autorizzato la costruzione del’impianto di betonaggio Doneda. Dalla deliberazione, per la soddisfazione dei molti cittadini presenti, emerge chiaramente un importante indirizzo politico di sviluppo urbanistico.

La minoranza di centrodestra, PDL e LEGA, al momento del voto è uscita dall’aula accompagnata da irridenti applausi del pubblico presente.

Ha dichiarato il Sindaco Colombo:” Una grande presa di responsabilità, di coerenza, di serietà”.

Sono due le principali osservazioni del documento. La prima di carattere sovra comunale perché il progetto di impianto di betonaggio era palesemente incongruente con le indicazioni regionali provinciali; la seconda locale, tratta dei gravi problemi ambientali e paesaggistici che si sarebbero provocati.

Molto soddisfatto per il risultato il Comitato “NO IMPIANTO DI BETONAGGIO” anche se non si escludono probabili ricorsi al Tribunale di Doneda.

post correlato: 24 marzo 2011 - Arcore impianto di betonaggio: ASSOPARCHI con il comitato di cittadini.

R.S.D. Aicurzio Sulbiate. I documenti del Sindaco Baraggia.

Residenza Sanitaria Disabili: Aicurzio è ancora disponibile. Chiede incontro chiarificatore in cui tutti i soggetti coinvolti si assumano con serietà e correttezza le proprie responsabilità.


La Redazione del Blog ha ricevuto dal Sindaco Matteo Baraggia di Aicurzio (in foto) i seguenti documenti che riguardano la questione del progetto edificazione Residenza Sanitaria per Disabili.

Il progetto, purtroppo, secondo le ultime informazioni ricevute, anche dalla stampa locale, sembrerebbe destinato a naufragare. La Fondazione di Ronco Briantino ha comunicato recentemente che avrebbe intenzione di rinunciare imputando pricipalmente le responsabilità all'Amministrazione di Aicurzio.

Secondo il Sindaco Baraggia, invece, non è così.

La seguente documentazione, che pubblichiamo per fornire massima informazione e trasparenza, dovrebbe essere utile a fugare ogni dubbio in suo favore.
I documenti sono pubblicati in ordine cronologico partendo dal più recente.
A questo punto Baraggia chiede semplicemente un incontro chiarificatore.




Comunicazione del Sindaco di Aicurzio letta nel C.C. del 20 luglio 2011.


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La lettera dell' Amministrazione di Aicurzio alla Fondazione due Rose di Ronco Briantino del 5 luglio 2011.


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La lettera del Sindaco di Aicurzio del 21 giugno 2011 alla Fondazione Due Rose di Ronco Briantino.

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La richiesta della Fondazione Due Rose del 22 dicembre 2010.
- manifestazione di interesse per realizzare la RDS -

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post correlato: Residenza Sanitaria Disabili. La minoranza del C.C. di Acurzio accusa il Sindaco Baraggia di contraddizioni.
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Nota del mattino del 22 luglio 2011.


1. L’EUROPA BATTE UN COLPO. LA CRISI DELLA GRECIA E LA PAURA DEL LUNEDI’ NERO SPINGONO MERKEL E SARKOZY ALL’ACCORDO. NASCE IL FONDO MONETARIO EUROPEO E L’EURO HA DI NUOVO UN FUTURO.
Ieri l’Europa ha finalmente dimostrato di essere una comunità. L’effetto è stato immediato. Oggi i mercati hanno festeggiato con forti rialzi. Anche la differenza di rendimento atteso tra Btp italiani e Bund tedeschi si è ristretta molto.
Strattonata per motivi di consenso interno dai diversi governi conservatori, l’Europa finora ha stentato a dare risposte alla crisi economica e finanziaria all’altezza delle proprie possibilità. L’Europa è il più grande mercato del mondo. Presa tutta assieme è la prima potenza industriale del mondo. Ma la divisione tra i diversi Stati, le ripicche e le gelosie, gli egoismi l’hanno resa finora debole e attaccabile. Per questo la crisi della Grecia, che rappresenta appena il 3 per cento del Pil europeo, ha rischiato di far saltare tutto, compresa la tenuta della moneta unica, l’euro.
Ieri invece è stato fatto un passo in avanti decisivo, trasformando l’Efsf (European financial stabilization mechanism) in una sorta di vero Fondo monetario europeo (molti quotidiani hanno usato il riferimento al piano Marshall lanciato dagli Usa verso l’Europa nel Dopoguerra, ma il piano Marshall consisteva in aiuti a fondo perduto per favorire la ricostruzione, qui si tratta di prestiti da rimborsare).
Da L’Unità. Stefano Fassina spiega il contributo decisivo dei progressisti europei a questo passo. «L`Europa si costruirà sulle crisi e sarà la somma delle soluzioni apportate a tali crisi». Ancora una volta, Jean Monnet ha avuto ragione. Ieri, a Bruxelles, il Consiglio straordinario dei Capi di Stato e di Governo della Ue era di fronte ad un bivio «storico»: da una parte, il salto di qualità nell`integrazione politica per dare un futuro sostenibile all`euro e all`Unione; dall`altra, un intervento minimale su Atene e l`attesa passiva dei giochi della finanza fino al crollo della casa comune con le drammatiche conseguenze politiche e sociali, in particolare per le generazioni più giovani. Ieri, a stare alla bozza di comunicato finale, il Consiglio ha scelto, in ritardo e in modo tormentato, il rilancio dell`integrazione politica: oltre ad eliminare una parte dei problemi di debito di Grecia, Irlanda e Portogallo, il Consiglio ha trasformato il «Fondo salva-Stati» in una sorta di Agenzia Europea del Debito per comprare titoli pubblici sul mercato secondario, per capitalizzare le banche, per sostenere in via preventiva -funzione essenziale- i Paesi colpiti dalla finanza speculativa. In sostanza, quelli che fino erano ostinatamente rappresentati come problemi di ciascun singolo Paese sono stati riconosciuti come problemi comuni. Finalmente, il governo tedesco, in asse con la presidenza francese, ha trovato la forza per rimettere in mano alla politica, quindi alla partecipazione democratica, il futuro dell`Europa. Per la svolta, è stata fondamentale la battaglia dell`Alleanza dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo e del Partito dei Socialisti Europei sul pacchetto legislativo per il rafforzamento del patto di stabilità e per la riforma della governance economica europea. È stato decisivo l`attacco in chiave europeista scagliato dalla Spd e
dai Verdi alla Merkel per dare al governo di Berlino il coraggio di sfidare una parte dell`opinione pubblica moderata tedesca. È stata rilevante l`offensiva mediatica di intellettuali e grandi uomini politici; di area socialista, liberale e «popolare» delle generazioni di Ciampi, Monti, Prodi, Delors, Kohl. I padri della svolta politica della moneta unica hanno convinto i figli e le figlie, senza memoria vissuta della II Guerra mondiale, alla guida dei due più importanti Paesi del continente, a ritrovare l`autonomia della politica e ad affermare l`interesse nazionale lungo la rotta europeista, l`unica possibile nel «secolo cinese». Ieri, i conservatori europei hanno imboccato il sentiero tracciato da Pse e Pd sin dal 2009. Tuttavia, la svolta sui debiti sovrani è condizione necessaria per rivitalizzare la democrazia in Europa. Non è sufficiente. Si deve andare avanti nell`unificazione. La prossima tappa serve a correggere il problema della Ue: la divergenza di competitività tra aree della moneta unica. Si tratta di finanziare, attraverso gli eurobond, la tassa sulle transazioni finanziarie e le «tasse verdi» una strategia differenziata di investimenti per lo sviluppo sostenibile e far ripartire la domanda interna europea. E ora che i progressisti tornino alla guida dell`Europa e dell`Italia.
Da il Sole 24 Ore. Isabella Bufacchi spiega le caratteristiche tecniche delle scelte europee. “Musica per le orecchie del mercato, dopo mesi di stonata cacofonia politica. Il veicolo Efsf, creato nel maggio 2010 per preservare la stabilità finanziaria dell`Eurozona, è stato promosso ieri da semplice comparsa a protagonista nella risoluzione della crisi del debito sovrano europeo. La potenza di fuoco, gli strumenti, il campo di azione, gli interventi dell`Efsf sono stati estesi e rafforzati per trasformare questo veicolo garantito dagli Stati dell`Eurozona da mero erogatore di prestiti con il contagocce in prestatore di ultima istanza: un colosso. con le spalle talmente larghe, si augurano i politici europei, da riuscire a mettere in fuga e spaventare la speculazione e rassicurare, agendo da guardiano della moneta unica, gli investitori che detengono titoli azionarie obbligazionari denominati in euro. I nuovi compiti assegnati all`Efsf, che fino a ieri ha finanziato il Portogallo e l`Irlanda concedendo prestiti con durata media di 7,5 anni assieme all`Efsm (European financial stabilization mechanism della Commissione europea in rappresentanza dei 27), spaziano ora dal sostegno diretto alla Grecia con prestiti da un minimo di 15 anni fino a 3o anni con un periodo di grazia di dieci, alla ricapitalizzazione delle banche fino agli acquisti sul mercato secondario dei titoli di stato emessi da qualsiasi Paese, non solo quelli aiutati finanziariamente nell`ambito di un piano di risanamento dei conti pubblici concordato con Ue e Fondo monetario internazionale. Quindi anche Italia, Spagna e Belgio. Le novità annunciate ieri sera dopo il vertice riguardano sia l`Efsf che il nuovo veicolo Esm (il cui avvio è previsto dalla seconda metà del 2013). Gli interventi saranno basati su un programma precauzionale" e gli Stati dell`Eurozona si sono impegnati ad avviare l`implementazione delle loro decisioni «il più presto possibile». Un passaggio fondamentale per tranquillizzare i mercati che temono tempi lunghi e ancora incerti. Un altro aspetto importante dell`annuncio ha riguardato la collaborazione tra la Bee e i veicoli Efsf-Esm: spetterà alla Banca centrale stabilire l`esistenza di «circostanze eccezionali» per consentire l`acquisto di titoli di Stato sul mercato secondario al fine di evitare il contagio. Tra le ipotesi allo studio ieri c`è stata anche quella di abilitare l`Efsf ad acquistare al prezzo di acquisto i titoli di Stato greci detenuti dalla Banca centrale europea, per evitare che la Bce rischi di accollarsi perdite nel caso di ristrutturazione dei titoli di Stato greci. Ma questo non trova riscontri nel documento. Importante infine la riduzione del tasso di interesse sui prestiti concessi dall`Efsf ai Paesi in difficoltà che possono scendere fino al 3,5 per cento. L`Efsf al momento ha prestato finora 5,9 miliardi di euro al Portogallo e 3,6 miliardi
all`Irlanda collocando tre bond con rating AAA/Aaa da parte di Moody`s, S&P`s e Fitch: il mantenimento del massimo rating tripla A è fondamentale in futuro per consentire al veicolo di finanziarsi a un costo di raccolta basso per poter prestare agli Stati in difficoltà a tassi vantaggiosi. Resta da vedere come e fino a che livello la potenza di fuoco dell`Efsf verrà aumentata: al momento il veicolo può emettere fino 255 miliardi di euro in virtù delle garanzie concesse dagli Stati membri dell`Eurozona che ammontano a 440 miliardi (di cui il 19% circa a carico dell`Italia). Per poter emettere fino a 440 miliardi, l`Efsf ha bisogno di rimpolpare le garanzie fino a 750 miliardi: un passaggio già deciso dall`Eurogruppo che si è tenuto a Lussemburgo lo scorso 20 giugno ma non ancora attuato. Se l`Efsf opererà con una capacità tra i 1.000 e i 2.000 miliardi di euro, le garanzie dovranno essere ulteriormente ritoccate all`insù. L`Italia, stando a fonti bene informate, è pronta a fare la sua parte con integrazione di garanzia senza un ulteriore passaggio in Parlamento. Il Dl del 31 maggio 2010 n.78 recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica stabilisce all`articolo 17 sulla salvaguardia dell`euro, comma 2, che il ministro dell`Economia e delle Finanze è autorizzato a concedere la garanzia dello Stato sulle passività del veicolo Efsf emesse al fine di costituire la provvista finanziaria per concedere prestiti agli Stati «e le conseguenti decisioni che verranno assunte all`unanimità degli Stati membri dell`area euro». Il documento approvato ieri prevede misure collaterali per coprire i Paesi coinvolti nell`Efsf dai rischi collegati alle garanzie del fondo”.

2. ANCORA DIVISIONI NELLA MAGGIORANZA. IL GOVERNO NON HA PIU’ UNA BASE PARLAMENTARE. OGGI LA SCENEGGIATA DELLE PROPOSTE COSTITUZIONALI. MA LA DITTA B&B E’ LA PALLA AL PIEDE DEL PAESE.
Dopo la rottura sul caso Papa alla Camera, ieri nuovo inciampo della maggioranza sul decreto di rifinanziamento delle missioni italiane all’estero. La maggioranza non esiste più. Il governo resta attaccato al suo posto semplicemente perché Berlusconi e Bossi non intendono lasciare il proprio posto.
Oggi, in un quadro di questo genere e pur a 18 mesi dalla scadenza formale della legislatura, il Consiglio dei ministri presenterà l’ennesimo sogno a colori, con le riforme costituzionali di Calderoli. E’ l’ennesima operazione di propaganda (chi ha sentito più parlare per esempio della scossa all’economia con la riforma costituzionale dell’articolo 41?). Per cambiare la Costituzione occorrono maggioranze qualificate, quattro letture alle Camere (due alla Camera e due al Senato). Come dire: ciascuno è libero di presentare tutti i progetti che vuole. Ma in queste condizioni sono solo pezzi di carta. Hanno lo stesso valore, cioè, delle promesse di Berlusconi di ridurre le tasse agli italiani pronunciate ancora una volta mentre il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, firmava il decreto sulla terribile e iniqua manovra economica con la quale il governo ha messo pesantemente le mani nelle tasche degli italiani.

3. QUESTIONE MORALE E COMPORTAMENTI. LA LINEA E LE AZIONI DEL PD SONO CHIARE: DI FRONTE ALLA GIUSTIZIA NON CI SONO E NON DEVONO ESSERCI DIFFERENZE TRA I CITTADINI COMUNI E POLITICI. IL RICHIAMO DI NAPOLITANO.
Di fronte alla giustizia non devono esistere differenze. Questa è l’idea e la linea di azione del Partito democratico. Lo ha detto ieri il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Il Pd ha dimostrato questa sua linea rigorosamente anche nei fatti. Sul caso Papa, il gruppo del Pd alla Camera ha chiesto il voto palese ed ha votato sì. Al Senato sul caso Tedesco, il gruppo del Pd ha chiesto il voto palese ed ha votato sì. In questo caso alcuni senatori del Pd hanno rivelato di aver votato in modo difforme. Ma il gruppo, per larghissima parte, è rimasto compatto (tanto che su 125 voti disponibili per le opposizioni Pd, Idv e Terzo polo, i sì hanno conquistato 127 voti). Il Pd ha fatto insomma la sua parte. Si poteva chiedere a Tedesco (che fa parte del gruppo Misto) di fare un passo indietro. E anche questo è stato fatto.
Anche nel caso Sesto San Giovanni, che ha coinvolto Filippo Penati, la linea del Pd è stata attuata con rigore. Lo stesso Penati, dichiarandosi completamente estraneo ai fatti di cui viene sospettato dalla magistratura, ieri si è autosospeso dall’incarico di vice presidente del consiglio regionale lombardo per evitare di coinvolgere l’istituzione in questa vicenda. E tutto il Pd, compreso lo stesso Penati, ha dichiarato che la magistratura deve fare presto e bene il proprio lavoro.
Su questo tema la destra (Il Giornale, Libero, i telegiornali berlusconiani, il tg1) sta tentando di fare un’operazione destinata al salvataggio del presidente del Consiglio: gettare fango su tutti consente di coprire mediaticamente i guai di Berlusconi e delle cricche che gli gravitano attorno (e infatti in questo periodo il premier sta più zitto del solito ), soprattutto consente di sviare sul tema della “politica è tutta un fango” la consapevolezza del clamoroso fallimento del governo del centro destra. Tutti i principali giornalisti della destra sono al lavoro su questa operazione, come un sol uomo, segno che si tratta di un’operazione coordinata.
Bisogna invece tenere il timone con la barra ferma: nessuna indulgenza verso l’esterno e verso l’interno; la magistratura faccia il suo corso. Chi sbaglia deve pagare. Ma attenzione: non siamo tutti uguali. E non bisogna dimenticarlo.

21 luglio 2011

Penati: le posizioni del PD.

Fiducia nei magistrati. Convinti che Penati possa dimostrare l'estraneità ai fatti contestati.

In relazione alle notizie circa un’indagine che riguarda anche il vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia Filippo Penati il segretario regionale del PD Maurizio Martina e il capogruppo in Regione Luca Gaffuri ribadiscono piena fiducia nella magistratura e pieno rispetto del suo lavoro, fiduciosi che Filippo Penati, che ha ben amministrato in questi anni sul territorio, possa dimostrare la sua estraneità ai fatti oggetto dell’indagine.

Pier Luigi Bersani chiede che la magistratura faccia il suo mestiere per accertare questa vicenda, convinto che che alla fine sara' in condizione di verificare che sono cose senza fondamento.

Lo stesso Penati ribadisce la fiducia nella magistratura, e spiega di aver garantito la massima collaborazione e di essersi messo fin da subito a disposizione della Procura di Monza. "I fatti che mi vengono contestati sono relativi a vicende edilizie nel comune di Sesto San Giovanni di cui non sono più sindaco dalla primavera 2002. Sono sereno, perchè non ho nulla da temere e sono fiducioso che si chiarirà tutto" ha dichiarato.

Anche Roberto Cornelli, segretario provinciale del Partito Democratico Milanese, esprime massima fiducia nel lavoro dei magistrati e la convinzione, a nome di tutto il Partito Milanese, che Filippo Penati saprà dimostrare la propria estraneità ai fatti che gli vengono contestati.

E Matteo Mauri, capogruppo del Pd in consiglio provinciale ed esponente lombardo della Segreteria Nazionale si dice commenta convinto che Penati saprà dimostrare la sua totale estraneità ai fatti che oggi sono oggetto di indagine. "Penati, in tutti questi anni in cui ha ricoperto incarichi di primissimo piano, ha sempre dimostrato grande professionalità e capacità di innovazione, facendo il bene delle comunità che ha amministrato, anche con il coraggio di saper remare controcorrente. Ribadiamo, come sempre facciamo in questi casi, la nostra piena fiducia nell’operato della magistratura. Non siamo tra quelli che vanno a manifestare sotto i palazzi di giustizia. Non siamo garantisti a giorni alterni, così come abbiamo sempre dimostrato”.


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La risposta del Sindaco all'Interrogazione di P.T. - C.C. del 18 luglio 2011.

La risposta del Sindaco all'interrogazione della minoranza del Consiglio Comunale di Sulbiate - Lista Civica di centrodestra Progetto Territorio - Seduta straordinaria del 18 luglio 2011.

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Post correalto: Mozione ed interpellanza di Progetto Territorio del C.C. del 18 luglio 2011.
Post correlato: Dichiarazione di voto del Gruppo Consiliare del PD.
Post correlato: Dichiarazione Voto Lista Civica Si.

La responsabilità e la disponibilità del Gruppo consiliare del Partito Democratico di Sulbiate.


Durante l'ultimo Consiglio Comunale solo la resposabile astensione del Gruppo del Partito Democratico di Sulbiate non ha messo nuovamente in minoranza il Sindaco di Sulbiate.

Di seguito lo stralcio della dichiarazione di voto i
n cui in il Gruppo Consiliare PD riafferma quanto il Partito Democratico di Sulbiate sta sostenendo da tempo, confidando di poter ristabiliere e ridefinire le migliori condizioni politiche possibili per rilanciare l'azione di Governo in conformità con quanto espresso nel comune Programma elettorale e nel rispetto della volontà degli elettori delle Amministrative 2009.

Non siamo interessati al "tanto peggio tanto meglio" nè ad una logorante ed inutile "guerra per bande". Siamo responsabilmente interessati a verificare o a costruire nuovamente concrete condizioni per onorare gli impegni assunti.

L'astensione del 18 luglio 2011, attesta senza alcun dubbio in merito la nostra buona volontà!

Dalla dichiarazione di voto del Consiglio Comunale del 18 luglio 2011:

cliccare sull'immagine per ingrandire.




Dal 12 di Luglio il Circolo del PD di Sulbiate sta aspettando la risposta a queste undici pubbliche domande che potete leggere cliccando il logo qui sotto:


Oggi in evidenza la DOMANDA n°. 11.


11.
Perchè dopo l'estromissione dal suo Gruppo presentatosi alle elezioni amministrative del 2009 di cinque Consiglieri comunali che sono, nonostante tutto, ancora deteminati ad impegnarsi in modo collaborativo ma non subalterno per il bene comune, tenendo come punti di riferimento assoluti e non negoziabili, la legalità, la necessità del confronto democratico, il rispetto delle istituzioni, secondo quanto previsto dal Programma elettorale concordato, non è interessato a cogliere quest'opportunità?

post correlato: La minaccia del Sindaco ai dieci consiglieri "NO OUTLET" su il Giorno di Monza e Brianza.
post correlato: Giornale di Vimercate copia articoli NO OUTLET del 21/06 di G. Ticozzi.

Oggi, 21 luglio 2011, apertura della Festa di Mezzago.

Questa sera, 21 luglio 2011, a Mezzago inzia
la Festa dell'Unità per il Partito Democratico.


per ingrandire cliccare sulla locandina.



post correlato: Pippo Civati a Mezzago. Presentazione proposta di legge a sostegno dei Gas.

Scilipoti non basta più. Governo nel Caos. La Lega, si spacca e disobbedisce. Brelusconi sconfitto.

Ieri mattina il Governo per il decreto emergenza rifiuti di Napoli (non gradito dalla Lega) è andato sotto per ben due volte. La maggioranza ha dovuto decidere di rimandare il decreto in commissione.

In serata poi i Leghisti alla camera votano per l'arresto del PDL Papa mentre al Senato salvano il PD Tedesco che aveva chiesto di essere arrestato.

Il messagio della Lega per il primo ministro non ha bisogno di molte interpretazioni e dice:"Siamo noi l'ago della bilancia, e possiamo farti cadere quando vogliamo".

Vince il ministro Maroni che presida l'aula tra i banchi dei deputati e non in quelli del Governo come per segnare anche fisicamente la distanza che lo separa dall'esecutivo. Perdono Bossi e Reguzzoni.

Vincono i Leghisti delle "origini" e non quelli dei salotti romani. Molti leghisti stanchi di essere accusati di corresponsabilità per le approvazioni delle leggi vergogna e di complicità con la "Roma Ladrona" decidono di votare contro le indicazioni dell'alleanza.

Hanno voluto così dimostrare ad un elettorato sempre più deluso di avere ancora il coraggio di prendere le distanze dal malaffare, e dalla corruzione.

Nota del Mattino del 21 luglio 2011.


1. LA MAGGIORANZA SI SPACCA. VA SOTTO SUI RIFIUTI. PERDE LA SFIDA SU PAPA. PASTICCIA E FA DISINFORMAZIONE SU TEDESCO. IL PD E LE OPPOSIZIONI TENGONO. COMINCIA UNA NUOVA FASE.
Giornata cruciale ieri in Parlamento. Fin dalla mattina giornali e Tg berlusconiani hanno puntato il dito sul Pd, nel tentativo di accollare al Partito Democratico le manovre per la salvezza di Papa e di Tedesco, di cui si votava ieri la richiesta di arresto alla Camera e al Senato.
In mattinata il governo ha addirittura votato contro se stesso pur di affossare il decreto sui rifiuti destinato ad aiutare Napoli, nel tentativo di convincere la Lega (contraria a far arrivare i rifiuti nelle regioni del Nord) a salvare il parlamentare Alfonso Papa nel pomeriggio.
Il tentativo di salvare l’ennesimo berlusconiano coinvolto in affari di cricca, scaricando tutto sulle spalle del Pd, è andato a vuoto. La compattezza dei gruppi parlamentari del Pd e degli altri partiti di opposizione ha colto di sorpresa la maggioranza, mentre una parte della Lega per la prima volta ha mollato Berlusconi. Il Pd e le altre opposizioni hanno chiesto con forza il voto palese per evitare strumentalizzazioni. Poi, in entrambi i casi, Camera e Senato hanno votato sì.
Alla Camera il risultato è stato lampante. Papa, che aveva chiesto di votare no, già da ieri sera è in carcere. La Lega si è spaccata e una parte robusta del Carroccio, quella che si riconosce nella linea del ministro Roberto Maroni, si è unita alle opposizioni.
Al Senato il Pdl e la Lega sono riusciti a rendere le cose meno chiare, ma le dichiarazioni di Tedesco e i numeri, che nel caso di un voto segreto sono i fatti incontrovertibili, dicono con chiarezza che cosa è accaduto: Tedesco, senatore del gruppo misto, ha chiesto il voto palese e il voto favorevole all’arresto; la maggioranza, che votava no, ha preso i voti che dovevano risultare in base alle presenze dei parlamentari dei gruppi che sostengono il governo; le opposizioni, che votavano sì all’arresto, hanno preso più voti di quanti parlamentari delle opposizioni fossero presenti. Vi sono stati 11 astenuti. Molti quotidiani oggi si interrogano su scambi di voti. Ma con questi dati, seppure ci sono davvero stati, hanno riguardato evidentemente poche unità da una parte e dall’altra.
I segnali che emergono dalla giornata di ieri sono due. Il primo: come ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, la maggioranza si è spaccata e in modo difficilmente recuperabile. Il secondo: si è rotto il meccanismo dell’impunità. Oggi tutti coloro che pensavano di non
parlare di fronte alla magistratura perché coperti dall’ombrello berlusconiano sanno che l’ombrello si è rotto. Non a caso ieri sera il presidente del Consiglio era furibondo.
Da L’Unità. Claudio Sardo. “Le manette non sono un simbolo di progresso sociale. Tuttavia il sì della Camera all`arresto di Alfonso Papa è stato ieri una scelta giusta, mentre invece il rifiuto del Senato alla richiesta di custodia cautelare per Alberto Tedesco è diventato, al di là di ogni motivazione, una prova di opacità, persino di ostilità verso i sentimenti prevalenti dell`opinione pubblica. Si tratta di casi assai diversi tra loro. Le stesse accuse sono diverse. Ma le istituzioni erano chiamate ieri innanzitutto a smentire i privilegi legati al mandato parlamentare e a riaffermare il principio di uguaglianza di fronte alla legge. È vero che in questi anni i rapporti tra politica e giustizia hanno subito storture e le invasioni di campo sono state molteplici, come più volte ha detto lo stesso Capo dello Stato. È anche vero che la rappresentanza non può essere privata di una tutela costituzionale, pena un deficit democratico. Ma l`errore antico della nostra Repubblica è stato ingigantire questa tutela fino a renderla quasi una condizione di impunità. E sarebbe oggi un errore altrettanto grave, nel momento in cui i cittadini, soprattutto i ceti medi e le fasce più deboli, sono chiamati a pesanti sacrifici, esibire protezioni o esenzioni speciali per i rappresentanti. Non è il cedimento all`onda montante del giustizialismo e dell`antipolitica. Al contrario la linea del rigore è il solo modo per arginarla, per evitare che la protesta si scagli contro tutta la politica anziché contro chi ha avuto le principali responsabilità di governo. Non è un caso che da settimane da quando cioè è chiaro a tutti che Berlusconi non è più in grado di governare - i giornali di destra (purtroppo spalleggiati anche da supporter di sinistra) stanno cavalcando il disprezzo generalizzato contro la "casta". La ragione evidente è cancellare le chances di un`alternativa democratica, visto che non ci sono più medicine per risollevare da terra il loro Cavaliere. Il compito del centrosinistra è difficile. Senza austerità, anzi senza un supplemento di rigore e di etica pubblica, il rischio è proprio la delegittimazione della politica. Invece la politica è lo strumento indispensabile per chi non ha poteri finanziari, economici, mediatici. Ma il centrosinistra, se vuole davvero contribuire alla ricostruzione del Paese e a una nuova stagione di crescita, deve fare ancora molto di più. Quella a cui assistiamo non è soltanto la crisi di un governo. Ieri la Lega ha inferto un altro duro colpo a Berlusconi. E il fatto che abbia giocato con cinismo e trasversalità sui tavoli della Camera e del Senato non ha nulla di rassicurante per il premier: peraltro, il vincitore della giornata pare proprio quel Maroni che ormai rappresenta l`anima più antiberlusconiana del Carroccio. La crisi, comunque, non riguarda solo l`esecutivo pro tempore. È una vera propria crisi di sistema, è il capolinea della cosiddetta Seconda Repubblica. In fondo, se oggi appare inaccettabile il residuo di immunità parlamentare che riguarda gli arresti, ciò dipende anche da una legge elettorale intollerabile come il Porcellum, che produce parlamentari nominati e che puntella i governi con un premio di maggioranza che non ha uguali in Occidente. Tedesco ha pronunciato ieri in Senato un
discorso coraggioso: ma ora per coerenza dovrebbe sospendersi dalle funzioni (e dallo stipendio) di senatore finché i magistrati non rimuoveranno la richiesta cautelare. In ogni caso, compito di tutti i riformatori è gettare un ponte verso un nuovo, moderno sistema politico-istituzionale. Senza questa ambizione non si ritroverà né l`equilibrio tra i poteri dello Stato, né un sano rapporto con i cittadini e i corpi intermedi. Servono partiti rinnovati, aperti alle novità sociali e alla partecipazione attiva. Ma servono partiti, capaci di garantire un collegamento tra società e istituzioni. Sono invece assai dannosi quegli apparati a servizio di leadership personali, che poi inevitabilmente producono cricche. Il sì all`arresto di Papa e il no ai domiciliari per Tedesco avranno ancora code polemiche. La Lega ha provato anche ieri (almeno in Senato) a ripetere il gioco del `93, quando salvò Craxi nel segreto dell`urna e poi cercò di mettersi a capo della protesta agitando il cappio. Salvo qualche marginale dissenso, sono apparsi chiari gli schieramenti in campo. Le opposizioni hanno tenuto, schierandosi a favore delle richieste delle Procure. Altrettanta coerenza ha avuto il Pdl, votando contro. La Lega si è divisa, ha dimostrato di essere determinante e ha messo il governo al tappeto. Ma adesso chi ama l`Italia deve pensare al dopo”.

2. OGGI SI DECIDE IL DESTINO DELL’EURO. VERTICE TRA I CAPI DI STATO E DI GOVERNO DOPO L’INCONTRO SARKOZY-MERKEL-TRICHET PER IL PIANO DI SALVATAGGIO DELLA GRECIA.
Da Il Sole 24 Ore. “Mai come oggi il futuro dell`Unione appare nelle mani di Angela Merkel. Il momento è delicatissimo per una zona euro alle prese con un possibile tracollo della Grecia e un drammatico effetto-domino. Gli ultimi sondaggi in Germania mostrano un calo della popolarità del cancelliere, che alla vigilia dell`incontro di oggi tra i capi di governo dell`Eurogruppo rappresenta un nuovo fattore di incertezza. In una dichiarazione ieri a Bruxelles, il presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso ha avuto parole estremamente preoccupate: «Nessuno deve farsi illusioni - ha spiegato l`ex premier portoghese - la situazione è molto seria. È necessaria una risposta, altrimenti le conseguenze negative si faranno sentire ai quattro angoli dell`Europa e anche oltre». Il vertice d`emergenza di oggi preceduto da un inatteso incontro tra la signora Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy ieri sera a Berlino, a cui ha partecipato anche il presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet - deve servire a trovare una soluzione alla deriva greca. Il Paese mediterraneo in crisi debitoria gode dal 2010 di un pacchetto di prestiti su tre anni del valore di llo miliardi di euro, ma il salvagente non è sufficiente, e nuovi aiuti sono necessari fino al 2014. Il problema è mettere a punto un paracadute che sia accettabile a tutti i Paesi della zona euro. La Germania, appoggiata dalla Finlandia e dall`Olanda, chiede che il settore privato partecipi al salvagente. L`opinione pubblica tedesca non vuole essere il Zahlmeister dell`Europa, l`ufficiale pagatore dell`Unione, e chiede a gran voce la partecipazione delle banche, ritenute responsabili
dello sconquasso finanziario. La posizione tedesca è ambigua. Da un lato non vuole pagare per gli errori altrui; dall`altro gli esponenti più lucidi dell`establishment si rendono conto che un fallimento greco creerebbe danni ingenti a tutta l`Europa e in particolare alla Germania, il paese che più ha beneficiato della moneta unica in questi ultimi anni. La signora Merkel è alla ricerca di un arduo equilibrio tra queste due visioni. Ecco perché il cancelliere oscilla tra posizioni apparentemente contraddittorie. Due giorni fa ha raffreddato le attese, spiegando che un "progresso spettacolare" nel vertice di oggi è improbabile. Ieri il suo portavoce ha detto che il cancelliere si aspetta un "buon risultato". In serata il presidente Nicolas Sarkozy si è recato a Berlino per trovare un accordo franco-tedesco che possa essere poi accettato dagli altri paesi. L`atteggiamento di Berlino non piace a molti in Europa. Ieri Barroso, con insolita fermezza, ha chiesto ai leader europei di spiegare «ciò che possono fare e ciò che vogliono fare. Non ciò che non possono fare e ciò che non vogliono fare». Le tensioni nazionali sono evidenti. Il premier greco George Papandreu ha parlato di vertice «cruciale» per il futuro della zona euro. C`è crescente nervosismo in Germania sul futuro della stabilità economica tedesca. «L`unione monetaria è stata un obiettivo utile, ed è ancora un esperimento, ma abbiamo ora raggiunto un punto critico», ha spiegato l`ex capo economista della Bundesbank ed esponente della Banca centrale europea Otmar Issing durante un talk-show televisivo. «Il mio timore è che l`euro perda l`accettazione del pubblico». Anche la crisi finanziaria e il modo in cui il governo federale la sta gestendo sta pesando sulla popolarità del cancelliere, ai minimi degli ultimi cinque anni. Molti ieri si chiedevano se gli ultimi sondaggi, così negativi, indurranno la signora Merkel a un colpo d`ala nel vertice di oggi a Bruxelles, scegliendo una risposta che sia al tempo stesso convincente e durevole, o se le suggeriranno l`ennesimo compromesso di breve durata.

3. FILIPPO PENATI INDAGATO PER CORRUZIONE. PENATI: SONO SERENO. BERSANI: LA MAGISTRATURA FACCIA IL SUO LAVORO FINO IN FONDO.
Ieri la magistratura di Monza ha reso noto che Filippo Penati, vicepresidente del consiglio regionale lombardo, è indagato per corruzione e concussione in relazione ad avvenimenti svoltisi nel 2001, quando era sindaco di Sesto San Giovanni.
Penati alle agenzie di stampa: “Sono sereno, ringrazio il mio partito per il sostegno che mi ha immediatamente manifestato. Non ho nulla da temere sono certo che tutto verrà chiarito". “Penati, si legge in una nota, si è messo a disposizione della Procura di Monza e nutre "assoluta fiducia nella magistratura" ed è certo che all'esito dell'indagine la sua posizione "verrà totalmente chiarita in senso a lui favorevole".
Bersani alle agenzie: "La magistratura faccia il suo mestiere per accertare questa vicenda