25 ottobre 2020

E se sulla scuola provassimo a fare un ragionamento più articolato dell'aperto/chiuso?

Aluisi Tosolini dirige il Liceo Bertolucci di Parma. Da lunedì parte il GOL: un giorno alla settimana a casa in didattica a distanza. Per alleggerire la pressione sui trasporti, certo, ma soprattutto per poter mettere in campo quelle didattiche di cooperative learning che la scuola in presenza oggi non permette. «Le scuole hanno fatto i compiti e sono divenute centri di innovazione didattica e digitale. Per questo è sbagliato ragionare solo in termini di aperto/chiuso, servono scelte "personalizzate". Chiudere tutto è la scelta più facile, ma è una sconfitta»

di Sara De Carli (redazione di VITA)

Aluisi Tosolini ha parole chiare: la chiusura delle scuole in blocco è una «sconfitta per tutti». Campania, Lombardia, Lazio e Liguria sono le prime regioni ad aver preso un provvedimento in questo senso, con scelte differenti da una regione all’altra. «Finalmente c’è un ragionamento territorialmente mirato e questo è positivo poiché è evidente che non tutti i contesti territoriali hanno bisogno della stessa “cura da cavallo”», commenta il dirigente del Liceo Bertolucci di Parma. Però non è ancora abbastanza: «Siamo sicuri, allora, che la situazione a Chiavenna sia uguale a quella di Milano, giusto per stare alla Lombardia? Credo proprio di no. E allo stesso modo, sulla proposta di iniziare alle 9, in una città di medie dimensioni come Parma, dove le corriere essenzialmente portano in città solo gli studenti dalla provincia, spostare l’ingresso dalle 8 alle 9 significa solo spostare il traffico dalle 8 alle 9, non alleggerirlo alle 8. Nelle città, con la metropolitana, le cose sono diverse. Mi sembra venga messa a prova l’autonomia, come se proprio quelli che l’hanno tanto cercata ora non la volessero più. Qui in Emilia Romagna - almeno mia provincia – è stato messo in piedi una sorta di microgruppo di lavoro tra provincia, sanità, scuole e trasporti per rispondere velocemente all’evoluzione dei dati. Perché è chiaro che se ce ne fosse bisogno la scuola va chiusa, non siamo qui a dire che non si deve chiudere o che la scuola va tenuta aperta ad ogni costo. Soltanto diciamo “non si scelga sempre la strada più facile”».

24 ottobre 2020

Attilio Fontana, il ‘front office’ della Lega in Lombardia

di Pietro Bussolati - Immagina

È così che Nino Caianiello, chiama Attilio Fontana: il front office, un politico che mette la faccia su decisioni di altri. Una sorta di fantoccio da usare alla bisogna.

Nino Caianello è stato un esponente di spicco del centro destra Lombardo, già arrestato per corruzione nel 2019.

Lo ha intervistato lunedì 19 ottobre 2020 Report, Rai 3, che con una inchiesta giornalistica ha fatto emergere una trama sconvolgente di conflitti di interessi e appalti truccati, incarichi professionali alla figlia del Presidente, fino ad arrivare ai rapporti di alcuni esponenti della destra con la ‘ndrangheta. Questo è lo scenario emerso ieri sera nella descrizione dei meccanismi di Regione Lombardia.

Al di là delle vicende giudiziarie, che ci interessano il giusto, emerge una gestione del potere scanzonata dove chi riveste un ruolo apicale non ha tutte le leve del potere, e dove spesso sussiste un sottobosco di piccoli leader che impongono le proprie persone e le proprie scelte, lontano dalle telecamere e dalle istituzioni.

A marzo dell’anno scorso, mentre la pandemia imperversava furiosa in Lombardia, mentre migliaia di uomini e donne morivano anche per la scelta scellerata della giunta regionale di ricoverare nelle stesse strutture anche i pazienti Covid positivi dimessi dagli ospedali, mentre gli ospedali traboccavano di pazienti per una medicina territoriale martoriata dalle destre, il Presidente Attilio Fontana era intento a pasticciare tra fondi esteri e appalti che riguardavano le aziende di famiglia. Ma in modo ancora più grave, in quell’occasione, mentiva ai cittadini lombardi, affermando di non sapere nulla dell’appalto e sostenendo che la fornitura di camici da parte dell’azienda del cognato fosse una donazione (anche se le due procedure burocratiche – l’affidamento diretto e la donazione – seguono iter molto differenti nella pubblica amministrazione).

22 ottobre 2020

Fact-checking dem sul Mes

di Piero De Luca (deputato Pd) - HuffPost

Il MES conviene ma solo per i 300 milioni l’anno per dieci anni di minore spesa per interessi.

La linea sanitaria che può essere attivata fino al 2022, ad oggi, consente di risparmiare circa 300 milioni l’anno che equivalgono a 3 miliardi in 10 anni. Non si tratta di risorse indifferenti o di poco conto. Peraltro, se restituiti in 7 anni, i tassi Mes sono addirittura negativi e quindi il risparmio sarebbe superiore. Ed aggiungo che questo calcolo si fonda ovviamente sul tasso attuale dei BTP. Non sappiamo però quale saranno gli interessi sui nostri titoli in futuro, nei prossimi mesi. Qualora dovessero aumentare, il vantaggio economico di accedere al Mes diventerebbe ancora maggiore. Ad ogni modo, la convenienza legata al minor costo dei tassi di interesse non può essere disgiunta dal vantaggio ulteriore di disporre di un complesso di risorse fino a 37 miliardi immediatamente disponibili per interventi urgenti in campo sanitario, senza dover attendere nuove sempre rischiose emissioni di titoli sul mercato.

La linea di credito MES non ci consentirebbe di aumentare la spesa sanitaria.

Questa affermazione è falsa e non corrisponde a verità. La linea sanitaria MES consente di finanziare in modo sostitutivo spesa sanitaria (in deficit) già fatta nel 2020 oppure nuovi, futuri, investimenti anche indiretti nel comparto sanitaro fino al 2022.

Uno dei problemi è che se il Governo dovesse decidere di accedere al MES, il M5S non lo voterebbe in Parlamento.

Questo è il tema politico da affrontare con la maggioranza di Governo. Ma almeno si arrivi ad un punto di chiarezza che ci consenta politicamente di definire con nettezza le responsabilità del mancato utilizzo di queste risorse europee. Auspichiamo ad ogni modo un confronto serio, concreto e responsabile tra le varie forze politiche che sgombri il campo anche da equivoci ancora ricorrenti nel dibattito su vincoli e condizionalità. Questa linea sanitaria, lo ribadiamo, non prevede nessun obbligo di aggiustamento macroeconomico, nessunna sorveglianza rafforzata tradizionale, nessun intervento della Troika.

18 ottobre 2020

ANGELO MATTAVELLI, LA VIA DELLA MEMORIA

Il 9 ottobre 2020 presso l'Auditorium Giampiero Cavenago si è tenuta la presentazione del nuovo libro di Maurizio Leoni e Daniela Mattavelli, rispettivamente presidente e membro del direttivo dell'Associazione Culturale Amici di Sant'Ambrogio.

L'opera, dal titolo "ANGELO MATTAVELLI, LA VIA DELLA MEMORIA", ripercorre la storia del nostro concittadino sulbiatese arrestato e deportato nel campo di concentramento tedesco di Mauthausen nel 1945 e nel cui ricordo, il 26 gennaio 2020, è stata posata all'esterno del Comune di Sulbiate la Pietra d'Inciampo a memoria delle vittime della follia nazista. 

Il libro sarà in vendita per un periodo limitato presso il Minimarket Leoni a Sulbiate oppure scrivendo o telefonando all'Associazione.

Era presente il Presidente dell'ANED - Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti - sezione di Sesto San Giovanni, il Sig. Giuseppe Valota, figlio di Guido, anche lui deportato e ucciso a Mauthausen.

La storia di Angelo Mattavelli è diventata anche una ballata grazie a un pronipote, Lorenzo Cambiaghi, che ha scritto una canzone che racconta la vicenda soprattutto dal punto di vista di Vittoria, la sorella, che ogni giorno della sua vita gli ha rivolto un pensiero.


12 ottobre 2020

Vaccini: i nodi vengono al pettine

La gara di settembre, che doveva portare alla Regione Lombardia un altro milione e mezzo di vaccini, nonostante le condizioni estremamente favorevoli è stata annullata. Poco dopo l’apertura delle buste ne è stata aperta un’altra, la decima, chiusa il 5 ottobre con un esito sorprendente: alla Regione sono stati offerte da due operatori internazionali un totale di 500 dosi di cui 100 a 11 euro l’una e 400 addirittura a 26 euro. La gara precedente aveva come base d’asta 10 euro e il motivo dell’annullamento è che il solo operatore che aveva formulato l’offerta aveva proposto un prezzo unitario superiore. Pochi giorni dopo, la Regione è costretta a prendere ciò che c’è, a un costo che è quasi cinque volte quello pagato da Veneto ed Emilia Romagna nei mesi scorsi.

Ma quando avrà inizio la campagna vaccinale? E chi avrà diritto e accesso al vaccino? A partire dal 19 di ottobre la Regione ha annunciato che verranno vaccinati gli ospiti delle RSA e i pazienti più fragili e dalla seconda metà di novembre ci sarà la vaccinazione di massa sui bambini dai due ai sei anni, gli operatori sanitari e i cittadini da 60 anni in su, una popolazione che conta in Lombardia 3.874.744 persone. Il ministero raccomanda di vaccinarne il 95%, con un target minimo del 75%. Negli anni passati le cifre di adesione erano molto inferiori (meno del 50% degli over 65 si è vaccinato lo scorso inverno contro l’influenza) e la direzione generale Welfare della Regione non fa mistero di contare su numeri meno ambiziosi per poter utilizzare le dosi rimanenti sia per rifornire le farmacie sia per far vaccinare le altre categorie ad oggi escluse: il mondo della scuola, i lavoratori esposti al pubblico e gli adulti senza particolari patologie che, vaccinandosi, vogliono proteggere se stessi e i propri cari e, allo stesso tempo, contribuire a sgravare il sistema sanitario da una patologia dai sintomi simili che confonde e rallenta il tracciamento del coronavirus.

11 ottobre 2020

Scout e guide chiamati ad annunciare

 Il Consiglio generale dell’Agesci che si è riunito a fine settembre è stato un momento di ripartenza con l’approvazione del documento intitolato “Chiamati ad annunciare” che, si sottolinea, “declina il tema dell’annuncio contenuto nella scelta cristiana del Patto Associativo Agesci, incarnandolo nell’oggi”

“Ci sentiamo chiamati ad annunciare che l'Amore non è una proposta, ma è un mandato; non è una strada possibile, ma è l’unica Via.” Così si conclude Chiamati ad annunciare, un documento che vuole essere profetico per lo scautismo e il guidismo dell’Associazione Guide e Scout Cattolici italiani.

Il Consiglio generale massimo organo democratico dell’Agesci, che si è riunito a Sacrofano il 27-28 settembre scorsi, è stato un intenso momento di ripartenza, in questi tempi complessi di convivenza con la pandemia, che sta affliggendo il nostro pianeta.
Quando l’Assistente ecclesiastico generale p. Roberto Del Riccio ha letto il documento “Chiamati ad annunciare”, l’assonanza e la sensazione di comunità si è fatta profonda e stringente. E il Consiglio generale ha approvato il documento che declina il tema dell’annuncio contenuto nella scelta cristiana del Patto Associativo Agesci, incarnandolo nell’oggi.

“Chiamati ad annunciare” esprime la missione dell’Associazione: perché se “abbiamo vissuto un tempo incerto, carico di prove e di sfide nuove che ci chiamano a vivere fino in fondo il mistero di tutto ciò che è umano, ci sentiamo chiamati ad annunciare che al di là del noto, dentro ogni vissuto, c’è un nuovo e un oltre da illuminare”.

10 ottobre 2020

"Perché la politica non ha più bisogno dei cattolici"

Carissime, carissimi,

riprende l’attività di "Fare Brianza" in un momento delicato nel quale le preoccupazioni rimangono vive per la pandemia con i suoi molteplici effetti.

Con l’aiuto del direttivo, sto organizzando un ciclo di incontri che spero meritino il vostro interesse.
Cominceremo il 13 ottobre con la presentazione dell’ultimo libro di Fabio Pizzul: "Perché la politica non ha più bisogno dei cattolici". Un titolo a specchio dai contenuti molto intriganti.


Tenuto conto delle norme legate all’emergenza Covid-19 e dei limitati posti, per poter partecipare occorre iscriversi inviando una mail a scrivi@gigiponti.it

Sarà nostra cura dare conferma sino ad esaurimento posti.

Come già annunciato l’incontro potrà essere seguito anche in diretta streaming sulla pagina Facebook.

Spero di incontrarvi presto!
Un caro saluto,

Gigi Ponti

9 ottobre 2020

Inchiesta sulla più silenziosa delle stragi. Perché in Italia, ogni giorno, tre lavoratori perdono la vita nell'indifferenza di tutti

di CARLO BONINI (coordinamento editoriale e testo), SARAH MARTINENGHI (Torino), MARCO PATUCCHI (Roma).

L’Italia celebra l’11 ottobre la sua settantesima giornata nazionale per le vittime del lavoro. E mai come quest’anno nella ricorrenza, nei numeri di una strage silenziosa che non conosce contrazioni, sono le stimmate della cattiva coscienza del nostro Paese, della sua distratta e cinica classe dirigente. Da gennaio ad agosto di quest’anno, 830 donne e uomini hanno perso la vita uccisi dal lavoro. Uno ogni 8 ore. Dal lunedì alla domenica.

‘Climate elections’, finalmente i cambiamenti climatici sono protagonisti del dibattito politico

di Sarah Brizzolara - Immagina

Le elezioni presidenziali di quest’anno sono da molte persone definite come “climate elections”.

Il primo dibattito televisivo tra Donald Trump e Joe Biden che si è svolto il 29 settembre scorso, è stato anche il primo dibattito presidenziale del Ventunesimo secolo in cui sono state presenti domande relative alla crisi climatica.

Trump dall’inizio del suo primo mandato nel 2016 ha da sempre definito la crisi climatica come “una bufala inventata dai cinesi per minare la competitività dell’industria americana” e “an expensive hoax”, ovvero una bufala costosa (fonte: https://www.bbc.com/news/world-us-canada-51213003 ). Arrivando a notificare l’uscita dagli Accordi di Parigi.

Uscita che avverrà il 4 novembre 2020, il giorno successivo alle prossime elezioni presidenziali degli Stati Uniti, creando un precedente per altri Paesi.

La presenza di un negazionista climatico alla Casa Bianca e l’assenza degli USA non invaliderebbero comunque l’Agreement, ma renderebbe ancora più difficile rimanere sotto l’aumento di temperatura media di 2 gradi che gli scienziati dell’IPCC segnano come soglia da non superare per evitare effetti incontrollabili legati alla crisi climatica, tra cui la scarsità di risorse idriche e alimentari, migrazioni e guerre civili.

Joe Biden, invece, si è collocato sul versante opposto, annunciando un piano che porterebbe gli USA a diventare leader globale nella mitigazione della crisi climatica, con investimenti di 1750 miliardi di euro per riuscire a raggiungere le zero emissioni nel 2050 e cessare la dipendenza dalla fonti fossili già nel 2035.