16 marzo 2011

LA PROVINCIA DIFENDE IL TERRITORIO ADIACENTE A PEDEMONTANA.


Una delibera di Giunta conferma la volontà della Provincia di tutelare i terrereni adiacenti a Pedemontana. Sia Allevi che l'Assessore alla pianificazione territoriale Antonino Brambilla sembrano irremovibili e determinati nell'obiettivo più volte dichiarato di evitare l'indiscriminato e ulteriore consumo di territorio della Brianza. Prova ne sia l'ultima presa di posizione nei confronti del Comune di Arcore che ha chiesto un parere circa un impianto di betonaggio che si sarebbe dovuto insediare lungo la Pedemontana.

Hanno dichiarato: “Proteggere gli ultimi scampoli di territorio non ancora urbanizzato è una missione alla quale non intendiamo rinunciare. Certo è importante assicurare prospettive di sviluppo a quanti vogliano investire: non lo facciano però su aree libere ma privilegino quelle dismesse o da riqualificare. Da tempo abbiamo lanciato questo appello a tutti i Comuni della Brianza perché mettano in campo ogni strumento necessario per difendere il suolo: il bene più prezioso che abbiamo”.

Sagge e condivisibili parole.
Il Circolo PD di Sulbiate condivide ed apprezza questa ferma e risoluta posizione.
Si complimenta con l'esecutivo Allevi della Provincia di Monza e Brianza ed auspica che la stessa attenzione sia riservata al territorio del propio comune.
Nello specifico gradirebbe una maggior pressione di Allevi e Brambilla anche per poter riavere la galleria di Sulbiate, scomparsa dai disegni definitivi di Pedemontana, al fine di limitare al massimo l'impatto ambientale che questa infrastruttura provocherà alla nostra Comunità.

Fonte sito PD provinciale. Qui il post.

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29 novembre 2010 - Centro Commerciale. Il Sindaco: il PD non ha capito.

G.D.V. corregge errata informazione.

Il Giornale di Vimercate in edicola corregge l'informazione pubblicata la scorsa settimana illustrando correttamente la posizione del Circolo del Partito Democratico di Sulbiate circa la polemica Sindaco Stucchi e Progetto Territorio in merito alla questione senso unico via Madre Laura e Comitati di Quartiere.


Ringraziamo il giornalista sig. Ticozzi per la correttezza e la precizazione.

La Redazione di Teorema.
cliccare sull'articolo per ingrandire


post correlato: Senso unico via Madre Laura, la polemica continua sul Giornale di Vimercate.

Incubo Nucleare: l'Europa frena, l'Italia no.


Mentre in Giappone si teme l'apocalisse nucleare, in Europa solo l'Italia difende le centrali. La situazione purtroppo precipita e a Fukushima i danni al reattore 2 sono fuori controllo.

Da Bruxelle il Ministro Stefania Prestigiacomo ha fatto sapere che:"la linea italiana sul programma nucleare non cambia". Parole a cui sono seguite subito dopo quelle della Merkel che invece ha affermato:"Non possiamo fare come se non fosse successo nulla"- ha poi aggiunto - "il passaggio all'era dell'energie rinnovabili è un obbligo che ha la massima priorità".
La Cancelleria tedesca sospenderà per tre mesi la proroga della durata di vita delle 17 centrali e due degli impianti più vecchi spegneranno subito i reattori. La Svizzera che ha annunciato di sospendere le procedure per nuove autorizzazioni ha deciso di prendere subito dei provvedimenti. In allarme anche la Francia, il ministro dell'ambiente ha affermato:"Quello che è accaduto in Giappone è un incidente nucleare molto grave, il rischio della grande catastrofe non può essere escluso".

Secondo Prestigiacomo ed il collega Romani, dopo aver confermato che gli incentivi al fotovoltaico diminuiranno chiedere di cambiare ora i piani del nucleare Italiano è "macabra speculazione".
La certezza nucleare vacilla in tutto il mondo. Per il Governo italiano, no.

Pier Luigi Bersani:"Continuare a classificare come emotive le reazioni delll'opinione pubblica è sbagliato, è sempre più diffusa la percezione che il nucleare sia una tecnologia ancora molto giovane e presenti seri problemi sia per lo smaltimento delle scorie, sia per le conseguenze di gravi incidenti". Il Segretario PD si dice preoccupato per come il Governo Italiano sta affrontando la questione ed afferma che il "fantapiano nucleare italiano" non ha nessuna fattibilità perchè economicamente svantaggioso ed impiega tecnologie non nostre del tutto dipendenti dagli altri. Le priorità sono altre: efficenza energetica, rinnovabili, investimenti in ricerca.
Il PD lavorerà perchè dal prossimo refendum che avrebbe voluto accorpare con il voto delle amministrative (si sarebbero così risparmiati più di 300 mila euro) arrivi una risposta chiara contro questo piano.

Mancano solo due anni dall'inizio dei lavori ma ancora in Italia non si sa dove saranno costruite le centrali. Il presidente Umbreto Veronesi dell'Agenzia per la sicurezza nucleare guida di fatto un agenzia senza funzioni. Ha infatti dichiarato:" L'agenzia non ha ancora una sede, nè un regolamento, nè un direttore generale. Siamo cinque persone e stiamo ancorra mettendo le basi che le permetteranno di funzionare. Certo non abbiamo ancora una sede e succede che dobbiamo trovanci a discutere ancora attorno al tavolo di un bar."

Non si può non far notare che tutto questo avviene con il petrolio che ha sfondato i 140 dollari e che alcuni dopo le vicende arabe sostengono con preoccupazione possa arrivare a breve anche a 200. Una seria riflessione sulla questione energetica è argomento non più rinviabile.
L'Europa aveva lanciato la proposta 20/20/20 (entro il 2020, + 20% energie rinnovabili - 20% emissioni dannose). E' un percorso che non si deve solo predicare ma avviare e praticare con convinzione e seriamente al più presto. Il pretrolio finirà, il futuro del nucleare sempre più incerto.
Ma il Governo Italiano non intende comprendere e pochi giorni fa ha annunciato di tagliare i finanziamenti alle rinnovabili.
Per il caffè di Umberto Veronesi & C., non dovrebbero esserci problemi.



Fonte sito PD: IL PIANO NUCLEARE E' SBAGLIATO, ALTRO CHE REAZIONE EMOTIVA.

SULBIATE APERTURA UFFICIALE DELLE CELEBRAZIONI PER I 150 ANNI DELL'UNITA' D'ITALIA.

17 MARZO ORE 21:00
AUDITORIUM SULBIATE

per ingrandire la locandina cliccare sull'immagine.

Nota del mattino del 16/03/2011

A cura dell'Ufficio Nazionale Circoli PD.

1. GIAPPONE, INCUBO NUCLEARE: IL GOVERNO ITALIANO PENSA AGLI AFFARI, GLI ALTRI PENSANO AI CITTADINI. PD: SULL’ATOMO SI FERMINO A RIFLETTERE E DIANO UNA PROSPETTIVA ALLE RINNOVABILI.
Sul povero Giappone dopo il terremoto e lo tsunami si è abbattuto l’incubo delle centrali nucleari. Tutto il mondo è con il fiato sospeso. La paura della contaminazione ha spinto diversi governi a riflettere. La Germania ha sospeso l’attività delle centrali più vecchie. In Francia si è aperta una riflessione sui sistemi di sicurezza. E così pure in Usa. Il commissario europeo per l`Energia, Gunter Oettinger, ha parlato di rischi altissimi. Di fatto solo in Italia il governo continua dritto per la propria strada, nonostante i governatori regionali e i sindaci abbiamo cominciato a dire che sul proprio territorio non vogliono impianti. Gli affari nel settore del movimento terra, nel cemento armato e nelle commesse sulle turbine stanno evidentemente in cima ai pensieri del ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, e del presidente Silvio Berlusconi.
Il Partito Democratico, l’altro ieri con l’intervista all’Unità di Pier Luigi Bersani, ieri con una nota formale della segreteria del Pd e poi con l’annuncio da parte del presidente del gruppo parlamentare Dario Francheschini di una iniziativa parlamentare, ha preso sull’argomento nucleare una posizione durissima: il governo deve fermarsi. Almeno per fare una pausa di riflessione. «Di fronte al dramma del Giappone è veramente insensato che non ci sia da parte del governo un accenno alla riflessione, è un atteggiamento inaudito» ha detto Bersani conversando con i cronisti alla Camera. «L`opinione pubblica pretende, giustamente, almeno un momento di riflessione. Noi sosterremo il referendum perché il piano del governo è sbagliato, perché è una tecnologia non nostra ed economicamente non sostenibile, inoltre sulle scorie e sulla sicurezza restano interrogativi a cui bisogna prestare attenzione. In Italia quella del nucleare sarebbe un`avventura senza senso, perciò dico al governo: fermatevi e riflettete».
La segreteria nazionale del Pd ha ricordato nella nota di ieri che è necessario anche che il governo sospenda il decreto che, intervenendo sugli incentivi alle fonti di energia rinnovabile, ha provocato la paralisi degli investimenti, il blocco dei finanziamenti bancari e un rischio pesante per l’occupazione in un settore in forte crescita nonostante la crisi economica. L’incertezza è il peggiore dei mali. Qualunque siano le condizioni che il governo intende stabilire per gli incentivi alle fonti di energia rinnovabile, è necessario che questi offrano una prospettiva di certezza per un lungo periodo. Tanto più se si pensa che lo sviluppo delle energie rinnovabili è fondamentale. La Repubblica: “La storia dell`energia dei prossimi anni, dicono anche le compagnie petrolifere, sarà il boom delle fonti rinnovabili. Ormai, pannelli e turbine non sono più giocattoli, ma costituiscono mega impianti, in grado di rivaleggiare, per elettricità fornita, con le centrali tradizionali. Un gigante del petrolio, come la Bp, prevede che, nel 2030, la quota delle rinnovabili nell`offerta di energia sarà pari a quella del nucleare”.

2. GIUSTIZIA, E’ RIFINITA LA RICREAZIONE. TORNANO LE NOTIZIE SU RUBY. LA RIFORMA EPOCALE SI SGONFIA COME LA SCOSSA PER L’ECONOMIA E LA MAGGIORANZA LAVORA SU LEGGI SALVA PREMIER.
La procura della Repubblica di Milano ha chiuso ieri l’inchiesta su Emilio Fede, Lele Mora, Nicole Minetti. Dai documenti depositati sono emerse nuove informazioni sulle nottate di Arcore. E subito è finito il periodo buonista e rigorista del governo sulla giustizia.
Il polverone sul dialogo e sulla necessità che l’opposizione discutesse senza pregiudiziali sulla grande riforma si è dissolto improvvisamente, avendo il Pd (e le altre forze politiche) chiarito che le proprie proposte per la riforma della giustizia sono già alla Camera e sono le sole che parlano di efficienza (numero dei tribunali, informatizzazione e così via). E senza la copertura del polverone è ridiventato visibile il lavorio dei parlamentari del Pdl per introdurre leggi e leggine per il salva premier. La Repubblica: “Sul processo breve incombe di nuovo la prescrizione breve per gli incensurati. Che ghigliottinerebbe i processi del premier Mills e Mediaset. Pareva che gli uomini di Berlusconi avessero deciso dimetterla da parte, di sposare in toto la linea neo buonista del Guardasigilli Angelino Alfano. Invece rieccola. E’ per questo che il Pdl non ha ancora reso ufficiali tutti i suoi emendamenti in commissione Giustizia. L`unico depositato dal relatore Maurizio Paniz è quello che azzera la norma transitoria, per cui sarebbero rientrati negli step della durata massima di tre, due e un anno e mezzo i dibattimenti su reati coperti dall`indulto del 2006, quelli di Berlusconi compresi. «Ho mantenuto l`impegno» dichiara Paniz. Sul resto rinvia alle richieste di modifica delle opposizioni. «Li approfondirò, vedrò qual è il loro atteggiamento, poi deciderò». Ma Paniz, avvocato di Belluno molto riservato, non può rivelare il vero backstage di queste ore”.
La posizione del Pd è su questi temi chiarissima. La Repubblica: Dario Franceschini: «Noi siamo contro ». Anna Finocchiaro: «La sostanza non cambia».

3. MINIRIMPASTO E GRANDI APPETITI: OGGI BERLUSCONI DA NAPOLITANO MA CRESCE IL MAL DI PANCIA TRA MICICCHE’, RESPONSABILI E SCAJOLA. E PERFINO GIOVANARDI PROTESTA CONTRO I TAGLI.
Tra “responsabili” da premiare con un posto di governo per aver sostenuto la maggioranza moribonda e colonnelli della stessa maggioranza che desiderano fare (o tornare a fare) i generali la destra è in fibrillazione continua. Oggi il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi vedrà il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, non per parlare di Giappone, di Libia o dei problemi degli italiani: no, il tema sarà la possibilità di mettere Saverio Romano al ministero dell’Agricoltura e spostare Giancarlo Galan ai Beni culturali, dove Sandro Bondi non va da Natale ( Brunetta non gli ha inviato la visita medica di controllo che invece farebbe partire subito per qualsiasi altro dipendente statale).
Ma questo è solo l’assaggio del rimpasto. I cosiddetti responsabili bramano posti e poltrone. E non sono i soli. L’ex ministro Scajola (oggi immortalato da Gian Antonio Stella su Il Corriere della Sera con un articolo graffiante) preme per rientrare in pista. Non importa che qualche mese fa sia stato scoperto con una casa prestigiosa che gli era stata regalata “a sua insaputa”. Gianfranco Micicché con un drappello di parlamentari del Mezzogiorno preme per avere ciò che gli compete. E perfino Carlo Giovanardi ha il
mal di pancia, tanto che ieri ha fatto trapelare la minaccia delle dimissioni (si badi bene la minaccia, non le dimissioni) per i tagli alla spesa prevista per le famiglie.
Tutti occupati a fare il gioco delle sedie.

4. CONTI PUBBLICI. LA TAGLIOLA EUROPEA SUL DEBITO SCATTA NEL 2015. TREMONTI E’ FELICE. SARANNO GLI ALTRI A FARSENE CARICO.
I ministri finanziari europei hanno finalmente messo a punto il meccanismo del nuovo patto di stabilità interno che il 24 e 25 marzo verrà approvato dal Consiglio d’Europa. Il ministro dell’Economia italiano, Giulio Tremonti, si è dichiarato soddisfatto, perché sono state accolte alcune delle proposte italiane, in particolare per quanto riguarda la possibilità di far valere la forte presenza di risparmio privato accumulato quando sarà il momento di decidere o meno le sanzioni per l’Italia.
Un po’ meno soddisfatti devono essere gli italiani. Con l’accordo europeo infatti è stata spostata al 2015 l’entrata in vigore della tagliola che si abbatterà sui diversi paesi se non rispetteranno i criteri previsti. A cominciare dal fatto che il debito pubblico non deve superare il 60 per cento del Pil (Prodi lo aveva ridotto al 104 per cento del Pil, ma Berlusconi l’ha portato oggi al 119 per cento del Pil). Che cosa significherà in termini concreti? Che dal 2015 i successori di Tremonti dovranno tagliare il debito pubblico (debiti accumulati per coprire i deficit annuali), a seconda dei calcoli e degli abbattimenti possibili, da un minimo di 24 ad un massimo di 45 miliardi di euro l’anno. E nello stesso tempo bisognerà portare il deficit annuale verso il pareggio.
Anche considerando la benevolenza per il risparmio privato accumulato, sarà una stangata certa per l’Italia. Solo che riguarderà il governi che verranno. Se il calciomercato in Parlamento glielo consentirà, Berlusconi potrà dunque far finta di niente scaricando sul paese il conto da pagare.

5. IL 16 MARZO DI 33 ANNI FA LE BRIGATE ROSSE RAPIRONO MORO.
Il 16 marzo del 1978 le Brigate Rosse rapirono l’on. Aldo Moro. Il rapimento e tutto ciò che accadde durante i giorni della prigionia, fino all’assassinio del presidente Moro, contribuirono alla fine dell’esperienza del governo di Solidarietà nazionale, che aveva visto il Pci per la prima volta astenersi in Parlamento nelle votazioni sulla fiducia al governo.
Fu il sussulto dell’estremismo e, insieme, di tutte le forze oscure che hanno attraversato fin dall’inizio la storia della Repubblica, perché fossero di nuovo allontanati dalla maggioranza (nemmeno dal governo) i rappresentanti del Pci. Il Dc Aldo Moro e il segretario del Pci Enrico Berlinguer avevano lavorato a quel percorso, pensandolo come un passaggio per l’evoluzione della democrazia italiana.
Quei fatti di sangue, terrorismo, depistaggi, mano lunga della P2, servizi in campo, fatti che hanno generato commissioni di inchiesta e diversi processi negli anni è dunque bene ricordarli, tenerli ben presenti nella mente per avere la consapevolezza che la battaglia per la democrazia in questo paese è una cosa impegnativa.

6. LIBIA. GHEDDAFI CIRCONDA BENGASI CON LE SUE TRUPPE. E IL G8 DISCUTE SE PUO’ O NO DECIDERE LA NO FLY ZONE.
Le truppe di Gheddafi hanno circondato Bengasi, la roccaforte dei ribelli della Cirenaica. Si prepara un bagno di sangue con bombardamenti e carri armati all’attacco. I più importanti paesi del mondo intanto tentennano. Discutono. Non trovano l’accordo
per intervenire. E dunque non sta scattando nemmeno l’intervento militare per imporre la no fly zone, come chiesto anche dalla Lega Araba.
Non si attenuano le tensioni nei paesi del Golfo. A cominciare dal Bahrein, dove sono entrati i soldati spediti dai principi sauditi per domare la ribellione.

15 marzo 2011

Inno di Mameli in Regione Lombardia, la Lega esce dall'aula.

Per celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia il Consiglio Regionale della Lombardia ha aperto i lavori cantando l'Inno di Mameli. Gli esponenti del carroccio non hanno partecipato sono usciti dall'aula e sono andati a prendere un caffè alla bauvette.

Formigoni si è detto dispiaciuto per la scelta degli alleati. L'unico leghista presente Davide Boni il presidente del Consiglio Regionale che in divisa d'ordinanza (cravatta e fazzoletto verde) ha dovuto precisare di essere rimasto perchè abbligato dalla carica ricoperta "per puro dovere istituzionale".

Formigoni:"Da Lombardi, partecipiamo alla festa del tricolore perche' la Lombardia ha avuto una parte molto grande nella costruzione dell'unita' d'Italia. Abbiamo dato un contributo di sangue e di ideali e oggi continuiamo ad essere la locomotiva dello sviluppo dell'Italia in Europa e nel mondo. Ci riconosciamo in un paese che deve diventare sempre piu protagonista nel mondo".

Va giù duro anche Romano La Russa:''Chi non rende onore alla propria bandiera, al proprio inno e alla Patria, non puo' che essere definito vigliacco e la sua esistenza meschina. Migliaia di lombardi si sono sacrificati, dalle guerre risorgimentali sino alle battaglie sul Carso e sul Piave - aggiunge -. Chi disonora il sangue dei propri Avi, patrioti che si sono immolati per sconfiggere il nemico asburgico, e' un traditore ed un vigliacco. Non esiste e non puo' esistere una nazione al di fuori dell'Italia, nel nostro territorio. Ogni altra ipotesi e' solo una pia illusione, per non dire una baggianata''.

Così dichiara il vicepresidente dei deputati PD Alessandro Malan . ''Chi non riconosce lo Stato che governa, dovrebbe trarne le conseguenze. Non si puo' essere ministri, governatori, sindaci, assessori, consiglieri di un esecutivo nazionale, di una regione, di una provincia e di una citta' se non si approva l'ordinamento dal quale queste articolazioni discendono. E cosi' oggi, dal titolo della 'Padania' ('Il Nord paga piu' di tutta Europa, il resto d'Italia festeggia') al comportamento dei consiglieri della Lega, il partito di Bossi ha dimostrato di essere indegno delle istituzioni che occupa''. "E cosi' - conclude Maran - mentre il presidente della Repubblica ci ricorda che nella nostra Costituzione coesistono autonomia e indivisibilita' assistiamo, ancora una volta a una pagliacciata sempre e soltanto in nome della visibilita' e, magari, di qualche voto in piu' alle prossime amministrative''.

Il momento dell'Inno.

Pellegrinaggio a Mauthausen con l'Associazione Roberto Camerani.


Nel fine settimana appena trascorso (11/12/13 marzo), l' Associazione Roberto Camerani, conosciuta a Sulbiate per essere stata presente il 27 gennaio 2011 in occasione della Celebrazione del Giorno della Memoria, ha organizzato l'ultimo suo viaggio/pellegrinaggio nei campi di concentramento di Mauthausen, Gusen, Ebensee.

Testimone narrante e guida della tre giorni austriaca il sig. Giancarlo Bastanzetti, figlio di Pietro Bastanzetti ucciso e passato dal forno crematorio di Gusen.

Qui pubblichiamo il video delle prime parole del sig. Giancarlo davanti alle mura di Mauthausen:




Al termine di questa esperienza sono tanti gli interrogativi che restano sospesi.
Quello che è avvenuto in questi luoghi, è assurdo, enorme, ed ingiusto.

Dopo quanto vissuto gli impegni di tutti coloro che hanno partecipato e parteciperanno in futuro a questi pellegrinaggi sono: diventare a loro volta testimoni dello sterminio; credere ancora nell'utopia che il mondo possa vivere in pace e che l'uomo impari a riconoscere e rispettare la dignità e il valore della vita di ogni singola persona; difendere con forza e dare del bugiardo guardando fisso negli occhi e a schiena diritta, chiunque osi sfregiare o negare, questa nostra preziosa incancellabile memoria storica.

Di seguto una piccola selezione del video presentato anche a Sulbiate in occasione dell'ultima Giornata della Memoria dall'Associazione Roberto Camerani che ripropone l'ultimo viaggio del sig. Roberto svoltosi nel maggio del 2004 nei campi di Mathausen ed Ebensee.
Se qualcuno desiderasse avere il video integrale può farne richiesta all'Associazione.
Qui il sito.


1861 -2011 CENTOCINQUANT'ANNI D'ITALIA.


Il 17 marzo del 19861 nasceva a Torino il Regno dell'Italia unita.

Questa è la settimana delle celebrazioni.
Vi segnaliamo tra i tanti il link dello speciale del quotidiano torinese la Stampa che racconta in modo originale ed interessante i 150 anni della storia del nostro paese.
Ricordiamo che a Sulbiate le celebrazioni ufficiali si terranno il giorno 17 marzo 2011 presso l'Auditorium della scuola, inizio alle ore 21 secondo il programma già pubblicato.

Il circolo del Partito Democratico di Sulbiate invita ad esporere il Tricolore alla vostra finestra.

Il vizietto del Caimano parte da molto lontano.

per ingrandire cliccare sull'articolo.

Nota del mattino del 15 marzo 2011.

A cura dell'Ufficio Nazionale Circoli PD.

1. NUCLEARE. TUTTO IL MONDO RIFLETTE SUL DRAMMA GIAPPONESE. IN ITALIA FA GOLA LA COLATA DI CEMENTO. BERSANI: IL PD SOSTERRA’ IL REFERENDUM.
Tutto il mondo è attonito di fronte al dramma del Giappone. E tutto il mondo sta con il fiato sospeso con gli occhi puntati sulla sorte delle vecchie centrali nucleari in cui sono andati in panne i sistemi di raffreddamento. In Germania la cancelliera Angela Merkel ha sospeso la proroga all’attività delle vecchie centrali, decisa solo pochi mesi fa (hanno 40 anni di vita, proprio come quelle giapponesi). In Francia si discute sulle misure di sicurezza. In Usa gli stessi democratici hanno chiesto al presidente Barack Obama di riflettere sulla ripresa del programma nucleare.
Il governo italiano, invece, non vuole proprio sentirne parlare, anche se basterebbe fare un giro di interviste ai governatori regionali (centrosinistra e centrodestra) per sentirsi dire, a questo punto, un no a tutto tondo sulla possibilità di impiantare sui rispettivi territori una centrale. Ancora non ci sono i siti tra i quali scegliere l’ubicazione degli impianti. Ancora non è chiaro dove verrebbero stoccate le scorie. Ma la parola d’ordine è: “Si va avanti”. Forse, prima ancora del piano energetico, sono il cemento e le commesse industriali (per larghissima parte una centrale nucleare è costruzione in cemento armato e turbine) il business che guida questa irriducibilità.
Con un’intervista del segretario Pier Luigi Bersani all’Unità il Partito Democratico chiarisce senza tentennamenti la propria posizione su questo tema. “Il Pd, annuncia in questa intervista Pier Luigi Bersani, sosterrà il referendum per abrogare la legge sul ritorno al nucleare…Domanda. Segretario, cosa risponde al governo, che definisce sbagliate le reazioni nostrane di fronte alla tragedia di Fukushima? «Certamente si tratta di un caso estremo ed è vero che ci sono nel mondo generazioni di centrali più evolute. Tuttavia continuare a classificare come emotive le reazioni dell`opinione pubblica è sbagliato».
Domanda. Il governo non ce l`ha con l`opinione pubblica ma con voi che ne criticate il piano sul nucleare...«E sbaglia perché c`è una diffusa percezione, anche a prescindere da questa tragedia, che la tecnologia del nucleare sia ancora molto giovane e presenti seri problemi, sia per quanto riguarda lo smaltimento delle scorie che per le conseguenzedi eventuali incidenti». ..«Non è la probabilità degli incidenti che suscita allarme, ma quanto siano tremende le potenziali conseguenze. A preoccuparci è il modo in cui il governo sta affrontando la questione. Già prima di quanto accaduto noi avevamo ottime ragioni, e le abbiamo ancora, per essere contrari al piano nucleare. Anzi, a questo fantapiano, che non ha nessuna fattibilità, che è economicamente svantaggioso e che prevedendo l`impiego di tecnologie non nostre ci renderebbe totalmente dipendenti da altri». Domanda. Non sarà fattibile ma intanto il governo va avanti e si sta discutendo il decreto sulla localizzazione dei siti delle nuove centrali. «Stanno solo deviando l`attenzione dalle priorità, cioè efficienza energetica, rinnovabili, un`operazione di investimenti nella ricerca anche delle tecnologie nucleari. Il governo deve capire che se si vogliono fare le cose difficili, prima bisogna saper fare le facili». «Non stanno lavorando all`Agenzia di sicurezza, non hanno risolto il problema delle scorie già esistenti, non hanno smantellato le vecchie centrali, che sarebbe il vero allenamento per i nostri tecnici e le nostre capacità industriali. Non si stanno impegnando nei luoghi della ricerca per un nucleare che abbia strutturali condizioni di sicurezza e sostenibilità economica». Domanda. Tra pochi mesi ci sarà un
referendum sul piano del governo: cosa farà il Pd? «Lavoreremo perché dalle urne esca una risposta chiara contro questo piano. Abbiamo chiesto che i referendum vengano accorpati con il voto delle amministrative perché vogliamo che si raggiunga il quorum». Domanda. Richiesta respinta. Non c`è il rischio che senza il raggiungimento dei 50% dei votanti sia un boomerang? «Sappiamo che la strategia referendaria presenta questo problema, perché è da 24 consultazioni che il quorum non viene raggiunto e spesso si strumentalizza il risultato. Noi ci impegneremo comunque per fermare questo piano che poggia sulla sabbia ed è totalmente sbagliato». Domanda. La destra vi dirà che importiamo ac aro prezzo energia e che voi non proponete alternative. «Non è vero. Anzi, proprio nel settore energetico il governo sta facendo perdere la faccia all`Italia quasi al pari del bunga bunga, mentre noi sosteniamo che si debba insistere sull`energia da fonti rinnovabili, un settorein grande crescita, con miliardi di finanziamenti provenienti da ogni parte del mondo, ma che ora il governo vuole distruggere con un decreto. Bloccato l`attuale sistema di incentivi, che comunque andrebbe risagomato, ci saranno banche che definanzieranno gli investimenti sugli impianti per le energie rinnovabili, con evidenti conseguenze sul piano occupazionale e della crescita economica. Che sono poi le vere priorità di questo paese».

2. IL DRAMMA GIAPPONESE VISTO DALLE TORRI DELLA FINANZA: L’ECONOMIA GELERA’ OVUNQUE O RIPARTIRA’ A RAZZO CON I 180 MILIARDI DI DOLLARI IN PALIO PER LA RICOSTRUZIONE?
Il dramma del Giappone è al centro di tutte le stime e le previsioni degli economisti, dei centri di ricerca, dei servizi studi delle grandi banche d’affari e delle multinazionali. L’obiettivo è: capire se il rallentamento dell’economia giapponese e i costi del disastro avvenuto in Estremo Oriente avrà un riflesso negativo sull’economia mondiale gelando la mini ripresa in corso e provocando invece una fiammata dei prezzi (il Giappone dovrà restare per alcuni mesi ai minimi termini, perché nell’isola ci sono problemi di approvvigionamento energetico, trasporti in panne, catene di montaggio “toccate” dal terremoto), o se i 180 miliardi di dollari di spesa stimata (creditSuisse) per la ricostruzione saranno la base di una ripresa di attività formidabile per molte imprese giapponesi e straniere. E’ business, e il cinismo regna sovrano. I pareri degli esperti non sono unanimi.

3. LIBIA. L’OCCIDENTE INDECISO A TUTTO. L’ESTABISHMENT ARABO SI PREOCCUPA: I SUNNITI SAUDITI MUOVONO L’ESERCITO CONTRO LA RIVOLTA SCIITA IN BAHREIN.
I ministri europei aspettano il parere dell’Onu. Si parla di no fly zone. Ma intanto le truppe di Gheddafi riconquistano i territori in mano ai ribelli. E la rivolta del Nord Africa rischia di trasformarsi in un bagno di sangue. Lapo Pistelli (PD) all’Unità: «Dopo le sanzioni mirate, l`embargo, le minacce verbali, il deferimento al Tribunale penaleinternazionale, il mandato di cattura dell`Interpol: la Comunità internazionale è sola davanti alle sue responsabilità dopo aver parlato, fino ad ora a vuoto di "no fly zone" e controllo navale. Se le decisioni adottate non saranno subito supportate da adeguate misure coercitive, Gheddafi tornerà padrone del campo in un bagno di sangue poiché la disparità di mezzi non è colmabile dalle parole della diplomazia... Alle cancellerie europee, a cominciare da Palazzo Chigi, vorrei chiedere: e se poi Gheddafi vince nel sangue, cosa gli racconterete? Che non volevate disturbarlo?".
«Occorre scegliere tra il cinismo della realpolitik e le speranze di libertà che animano le giovani generazioni protagoniste della "Primavera araba"».
Il governo saudita ha intanto mandato circa mille soldati con i blindati per tenere sotto controllo la rivolta in Bahrein. Soldati sunniti, contro rivolta sciita.

4. GIUSTIZIA. POCHE ORE ALLA FINE DEL BUONISMO. DA DOMANI PROCESSO BREVE E CONFLITTO DI ATTRIBUZIONE SUL PROCESSO PER RUBY. IL PD RI-PUBBLICA LE PROPOSTE APPROVATE E GIA’ PRESENTATE: COSI’ NESSUNO PUO’ GIOCARE CON LA NENIA DEL DIALOGO COSTRUTTIVO.
Oggi la maggioranza di centrodestra dovrebbe presentare gli emendamenti al provvedimento sul processo breve. Avrebbe dovuto farlo ieri, cancellando secondo le promesse buoniste del ministro Angelino Alfano le norme “salvaBerlusconi”. Non lo ha fatto. Oggi la prova del nove. Anche le l’appuntamento decisivo per verificare la strategia della faccia buona ci sarà domani, quando la giunta parlamentare per le autorizzazioni discute la proposta del Pdl di sollevare un conflitto di attribuzione tra poteri contro i magistrati milanesi per tentare di dirottare il processo Berlusconi-Ruby verso il Tribunale dei ministri. Il centrodestra vuole giocare questa carta a tutti i costi, anche se la Cassazione sul precedente sollevato dal Senato per il caso Mastella - ha confermato che spetta sempre a un magistrato stabilire se il reato commesso da un politico sia o meno di natura ministeriale. L’obiettivo è comunque: prendere tempo, resistere.
Nel frattempo la strategia del polverone mediatico, con la nuova parola d’ordine adottata anche dai cosiddetti commentatori indipendenti “dialogo, dialogo” va avanti, per dimostrare che la destra è “buona e disponibile” e il centrosinistra “cattivo” e sull’Aventino. Il Pd ha già preso una posizione chiara. Da tempo ha preparato e presentato le proprie proposte sulla Giustizia. Ieri per ricordarlo a tutti e togliere l’alibi del “non lo sapevo” le ha anche rinviate alle agenzie di stampa, a tutti i tg, a tutti i quotidiani, a tutti i periodici di carta e on line. E tutto lo stato maggiore del Pd ha chiarito che la discussione si fa in Parlamento e che non v’è dubbio sul giudizio del partito sul merito delle proposte avanzate dal governo: non vanno affatto bene, sono deleterie per la giustizia e per la democrazia. Altro che riforma positiva.
Di Giustizia ha parlato ieri il segretario del Pd nell’intervista (già citata sull’energia) all’Unità. Domanda. A giudicare dal dibattito politico, al di là della discussione sul nucleare innescata da Fukushima, la priorità al momento è la riforma della giustizia. «Ma perché abbiamo un governo del dopolavoro, che non sa e non vuole affrontare i veri problemi, che sono appunto la produzione industriale, l`occupazione, gli ammortizzatori in deroga, l`inflazione». Domanda. È perché non si discute di questo ma di giustizia che andate sull`Aventino? «Ma quale Aventino, non scherziamo. Siamo gli unici che stanno in Parlamento, anche se il governo l`ha ridotto uno straccio, costretto com`è a lavorare soltanto un giorno e mezzo alla settimana, perché dall`esecutivo non arriva più niente». Domanda. È Casini che vi ha invitato a non andare sull`Aventino... «Noi siamo pronti a discutere in Parlamento, nessun Aventino. Ma non si parli di un fumoso dialogo. Ci sono Camera e Senato, ci si confronti lì». Domanda. E voi che cosa direte? «Che è sbagliato affrontare la questione con legge costituzionale e poi rinviare le decisioni alla politica, cioè alla maggioranza e al governo. Non si possono dare in mano alla maggioranza di turno le leve per il controllo della magistratura, o la decisione sulle priorità per un`azione penale, che giustamente oggi è obbligatoria». Domanda. Però ci sono urgenze da
affrontare nel settore giustiza, o no? «Sì, ma sono affrontabili con legge ordinaria. E noi siamo pronti a discuterne partendo dalle proposte che abbiamo già depositato in Parlamento». Domanda. Anche sulla responsabilità dei magistrati in caso di colpa? «Anche. Noi non siamo il partito dei giudici, io sono pronto a disturbare la magistratura. Ma lo voglio fare per l`efficienza per i cittadini, non per esigenze di Berlusconi. Tra poco il Parlamento può essere chiamato a pronunciarsi sul conflitto di attribuzione per i suoi processi. E questo sulla base del presupposto che Berlusconi abbia svolto azioni di distensione internazionale salvando la nipote di Mubarak. Vorrei ricordarlo anche a Casini, a cosa è costretto il Parlamento».

5. BENI CULTURALI AL COLLASSO. POLIZIOTTI SENZA RISORSE. DEBITO ALLE STELLE. TASSE A PIOVERE SU DIPENDENTI E PENSIONATI. E LA DESTRA? SI RIUNISCE A ARCORE PER TENERE BUONI SCAJOLA (QUELLO DELLA CASA REGALATA) E I RESPONSABILI CON IL RIMPASTO.
Dopo le dimissioni di Salvatore Settis, dopo le proteste del mondo del cinema e del teatro, dopo la clamorosa protesta di pochi giorni fa di Riccardo Muti, dopo le parole di fuoco di Daniel Barenboim, ieri si è dimesso dalla presidenza del Consiglio superiore dei Beni Culturali Andrea Carandini, storico di fama internazionale. Il motivo? I tagli rozzi e drastici alle dotazioni del ministero rendono impossibile qualsiasi azione di manutenzione seria, di tutela e salvaguardia (di rilancio nemmeno a pensarci) del principale patrimonio italiano, quello che ci viene invidiato da tutto il mondo: cultura e beni culturali. Un disastro di fronte al mondo. E un caso straordinario di inadeguatezza del governo della destra: il ministro Sandro Bondi si rifiuta di andare al proprio posto, al ministero, da Natale. E nulla accade. Tranquillamente si procede verso il disastro.
La polizia non ha la benzina per far muove le automobili. I poliziotti hanno stipendi da fame e fermi. L’organico è ridotto ai minimi termini. Ieri manifestazione di fronte alla villa di Arcore. Berlusconi cerca di rabbonire i poliziotti e scherza sulla rigidità di Tremonti.
Ennesimo record annunciato dalla Banca d’Italia per il debito pubblico italiano: 1.879,9 miliardi di euro. Entro il 25 marzo l’Unione europea stabilirà come bisognerà procedere alla riduzione degli squilibri nei conti pubblici. Il criterio suggerito dall’Italia di tenere conto anche del debito privato (in Italia il risparmio delle famiglie è notevole) sarà pure preso in considerazione. Ma l’indicazione del rientro dagli squilibri, e in tempi brevi, resterà. Dunque non saranno rose e fiori per gli italiani.
Risultati positivi per le entrate nel 2010. Il governo se ne è vantato. Peccato che la maggior parte degli aumenti di gettito, con un incremento di quasi 7 miliardi di euro, è venuto dall’Ire (la ex Irpef), grazie ai lavoratori dipendenti (soprattutto il pubblico impiego) e i pensionati. «A pagare sono i soliti noti - commenta Stefano Fassina (Pd) - mentre gli altri redditi restano molto elastici».
Di fronte a tutto questo, il maggior impegno dello stato maggiore della destra qual è? Si susseguono ad Arcore e a palazzo Grazioli a Roma le riunioni per far posto nel governo o al vertice del Pdl all’ex ministro Scajola (quello al quale hanno comperato una casa a sua insaputa) e quello di trovare qualche poltrona di sottosegretario o simili per i cosiddetti responsabili. Il rimpasto di governo è diventato un puzzle per interessi privati.