Carissimi
come sapete ieri è caduto il 65esimo Governo dell’Italia. Uno dei peggiori della storia della Repubblica.
Il progetto della maggioranza giallo/verde che doveva produrre un cambiamento, una rivoluzione, dopo 14 mesi di lavoro è fallito.
Sono stati per l’Italia mesi drammatici. Segnati da una perenne litigiosità delle forze di maggioranza e dall’incapacità di indicare al Paese una via, un orizzonte, una strada da seguire.
Il dibattito di ieri al Senato non è stato da meno. Il Governo ha terminato il suo percorso tra insulti e urla e con un tardivo racconto da parte del Presidente Conte dell’irresponsabilità istituzionale del principale protagonista del suo Esecutivo.
Per mesi noi, nelle sedi parlamentari e nel Paese, facendo opposizione e nel paese abbiamo lavorato insieme per denunciare molte delle cose che ieri sono riecheggiate nell’aula del Senato dalle parole dei leaders del Governo che si sono rinfacciati a vicenda le responsabilità.
In questo tempo hanno fatto più notizia i conflitti o i sorrisi tra gli esponenti della maggioranza che non la crudeltà contro gli esseri umani. E tutto questo mentre i problemi del Paese scivolavano sullo sfondo. La verità ora è emersa, denunciata come è giusto dagli esponenti delle opposizioni, anche ieri, e anche incredibilmente dalle accuse reciproche all’interno della maggioranza.
Per il Paese l’eredità di questo governo è drammatica.
Per i cittadini è drammatica.
29 agosto 2019
25 agosto 2019
LA NEWSLETTER DI ENRICO BRAMBILLA N. 254 del 21 agosto 2019
Le consultazioni
La sveglia all’alba col mare ancora immobile e la spiaggia deserta, il treno da La Spezia per Roma, il tassista pentastellato (difficile trovarne uno che non lo sia a Roma) che quando gli chiedo di portarmi al Nazareno mi spiega di essere contrario all’accordo PD-M5S: così sono arrivato alla riunione della Direzione Nazionale del PD, fiducioso comunque che sarebbe stata una buona giornata.
Ieri del resto è caduto uno dei peggiori governi della nostra storia, cosa che fino all’ultimo temevo non potesse accadere e che già costituisce un successo.
Oggi si tratta di capire quali possano essere le prospettive future, e la premessa perchè esse siano positive è che il PD ritrovi una sua unità sotto la sola guida legittima, quella del segretario.
E questo almeno per il momento è avvenuto, con la votazione all’unanimità del documento che detta le condizioni per un’eventuale accordo di governo.
Una pregiudiziale che escludesse per principio qualsiasi intesa sarebbe stata sbagliata. Non solo perchè avrebbe finito col dare ragione a Salvini nella sua impulsiva corsa al voto, ma soprattutto perchè contraddicente un sistema parlamentare che richiede di verificare nelle Camere le maggioranze ed una legge elettorale di fatto proporzionale.
12 agosto 2019
12 agosto 1944 - Eccidio nazista di SantʼAnna di Stazzema
Era il 12 agosto 1944 quando 560 civili, tra i quali 130 bambini, furono uccisi in una fucilazione di massa. E’ il settantacinquesimo anniversario dell’atroce eccidio di Sant’Anna di Stazzema, giorno solenne di raccoglimento e di memoria per la Repubblica italiana e per l’Europa.
La più piccola tra i bambini, Anna Pardini, aveva soltanto venti giorni e fu uccisa tra le braccia della madre. “La strage, perpetrata allo scopo di seminare terrore da reparti dell’esercito nazista, accompagnati da fascisti repubblichini, costituisce uno degli episodi più brutali e disumani di quella guerra, innescata nel nostro continente da volontà di dominio sulle altre nazioni – ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. – Sono esemplari la tenacia e la forza morale con cui la comunità di Sant’Anna ha saputo tenere vivo il ricordo, trasmetterlo ai più giovani, trasformare quella ferita profonda in un impegno di ricostruzione, di convivenza, di sviluppo democratico. E’ questo lo spirito che ha animato l’Italia della Liberazione, della Costituzione, dell’affermazione dei diritti inviolabili della persona. E’ lo spirito dei fondatori dell’unità europea che hanno voluto voltare pagina dopo le guerre fratricide susseguitesi nei secoli. Di quei valori abbiamo sempre bisogno, oggi come allora.Non dovrà mai essere dimenticato quanto è accaduto, comprese le pagine più spaventose della nostra storia, perché chi dimentica è più debole, più esposto ai pericoli che, nel suo tempo, intolleranza, ostilità, violenza ripropongono”.
Per commemorare l’anniversario è stato srotolato il tappeto del mondo, realizzata con stoffe e lavori all’uncinetto inviati da ogni parte d’Italia e da altri 112 Paesi. L’opera “avvolge” la cerimonia di commemorazione in memoria delle vittime. Con i suoi 1.000 metri di lunghezza e i 6.000 pezzi che lo compongono, infatti, il tappeto accompagna i partecipanti alla cerimonia, lungo un percorso colorato, da piazza della Chiesa di Sant’Anna all’Ossario, nel Parco nazionale della Pace.
“Abbiamo creato un network, si tratta di un lavoro che può durare all’infinito”, affermano soddisfatti gli ideatori del progetto, nato all’interno dell’Associazione I Colori per la Pace.
La giornata avrà un respiro internazionale, sancito dal gemellaggio con il comune tedesco di Moers, dalla presenza del sindaco della città greca di Distomo, teatro il 10 giugno 1944 di una strage nazista che costò la vita a più di 200 civili.
La più piccola tra i bambini, Anna Pardini, aveva soltanto venti giorni e fu uccisa tra le braccia della madre. “La strage, perpetrata allo scopo di seminare terrore da reparti dell’esercito nazista, accompagnati da fascisti repubblichini, costituisce uno degli episodi più brutali e disumani di quella guerra, innescata nel nostro continente da volontà di dominio sulle altre nazioni – ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. – Sono esemplari la tenacia e la forza morale con cui la comunità di Sant’Anna ha saputo tenere vivo il ricordo, trasmetterlo ai più giovani, trasformare quella ferita profonda in un impegno di ricostruzione, di convivenza, di sviluppo democratico. E’ questo lo spirito che ha animato l’Italia della Liberazione, della Costituzione, dell’affermazione dei diritti inviolabili della persona. E’ lo spirito dei fondatori dell’unità europea che hanno voluto voltare pagina dopo le guerre fratricide susseguitesi nei secoli. Di quei valori abbiamo sempre bisogno, oggi come allora.Non dovrà mai essere dimenticato quanto è accaduto, comprese le pagine più spaventose della nostra storia, perché chi dimentica è più debole, più esposto ai pericoli che, nel suo tempo, intolleranza, ostilità, violenza ripropongono”.
Per commemorare l’anniversario è stato srotolato il tappeto del mondo, realizzata con stoffe e lavori all’uncinetto inviati da ogni parte d’Italia e da altri 112 Paesi. L’opera “avvolge” la cerimonia di commemorazione in memoria delle vittime. Con i suoi 1.000 metri di lunghezza e i 6.000 pezzi che lo compongono, infatti, il tappeto accompagna i partecipanti alla cerimonia, lungo un percorso colorato, da piazza della Chiesa di Sant’Anna all’Ossario, nel Parco nazionale della Pace.
“Abbiamo creato un network, si tratta di un lavoro che può durare all’infinito”, affermano soddisfatti gli ideatori del progetto, nato all’interno dell’Associazione I Colori per la Pace.
La giornata avrà un respiro internazionale, sancito dal gemellaggio con il comune tedesco di Moers, dalla presenza del sindaco della città greca di Distomo, teatro il 10 giugno 1944 di una strage nazista che costò la vita a più di 200 civili.
6 agosto 2019
I cattolici un tanto al chilo
Editoriale di don Aldo Buonaiuto - IN TERRIS
Lungi da noi ergerci a paladini dell’ortodossia, giannizzeri di qualunque forma di papolatria, guardia pretoriana del Sacro Soglio. Non è una novità in duemila anni di storia pontificia avere opinioni discordanti sui successori di Pietro, ciò che invece è strumentale è tirare per la bianca veste i Pontefici a seconda delle convenienze del momento. Le antipatie, le invidie, le maldicenze, le ostilità non risparmiarono neppure i patriarchi biblici come Abramo e Mosè, figuriamoci se potevano mancare nella litigiosa comunità nascente dei seguaci di Gesù. Se c’è un posto nella storia e nella geopolitica antiche, in cui lo spirito polemico, per usare un eufemismo, abbondò, fu proprio la Palestina di duemila anni fa. Lo stesso Gesù, come amava ripetere il Cardinale Giacomo Biffi, aveva un temperamento mediorientale fumantino e appassionato come ben sanno i mercanti nel tempio. Così non sorprende che fin dalle origini del cristianesimo non siano mai mancati strali acuminati scagliati contro i Vicari, contrapposti persino a quel Principale da cui traggono la loro autorità. Anche nell’ultimo mezzo secolo non sono stati risparmiati attacchi ad alcun Pontefice: per i nemici Roncalli era modernista, Montini amletico e tentennante, Luciani improvvisatore e inadeguato, Woytila viaggiava troppo e pensava solo alla Polonia, Ratzinger troppo astratto e lontano dal popolo. Il trattamento però riservato a Francesco dai sedicenti cattolici tutto d’un pezzo, presenta caratteristiche anomale. Stavolta infatti sono proprio certi cattolici a sparare senza pietà la più inplausibili accuse.
Lungi da noi ergerci a paladini dell’ortodossia, giannizzeri di qualunque forma di papolatria, guardia pretoriana del Sacro Soglio. Non è una novità in duemila anni di storia pontificia avere opinioni discordanti sui successori di Pietro, ciò che invece è strumentale è tirare per la bianca veste i Pontefici a seconda delle convenienze del momento. Le antipatie, le invidie, le maldicenze, le ostilità non risparmiarono neppure i patriarchi biblici come Abramo e Mosè, figuriamoci se potevano mancare nella litigiosa comunità nascente dei seguaci di Gesù. Se c’è un posto nella storia e nella geopolitica antiche, in cui lo spirito polemico, per usare un eufemismo, abbondò, fu proprio la Palestina di duemila anni fa. Lo stesso Gesù, come amava ripetere il Cardinale Giacomo Biffi, aveva un temperamento mediorientale fumantino e appassionato come ben sanno i mercanti nel tempio. Così non sorprende che fin dalle origini del cristianesimo non siano mai mancati strali acuminati scagliati contro i Vicari, contrapposti persino a quel Principale da cui traggono la loro autorità. Anche nell’ultimo mezzo secolo non sono stati risparmiati attacchi ad alcun Pontefice: per i nemici Roncalli era modernista, Montini amletico e tentennante, Luciani improvvisatore e inadeguato, Woytila viaggiava troppo e pensava solo alla Polonia, Ratzinger troppo astratto e lontano dal popolo. Il trattamento però riservato a Francesco dai sedicenti cattolici tutto d’un pezzo, presenta caratteristiche anomale. Stavolta infatti sono proprio certi cattolici a sparare senza pietà la più inplausibili accuse.
Sicurezza bis: ecco cosa prevede il testo e cosa non va
5 agosto 2019 - Le critiche al testo non arrivano solo dalle Ong ma anche da molti esperti giuristi
E’ in arrivo l’ultimo passaggio per il decreto legge sicurezza bis: domani il provvedimento voluto dal vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini dovrebbe incassare il via libera del Senato, dove dovrebbe essere posta anche la questione di fiducia.
Il provvedimento si occupa prevalentemente di immigrazione e di manifestazioni pubbliche. E’ soprattutto sul primo tema che si è concentrata la comunicazione politica di Salvini, all’insegna di una “stretta” sulle operazioni di soccorso operate in mare dalle Ong, che a ben vedere risultano essere il bersaglio sostanziale del decreto.
Ma le critiche al testo non arrivano solo dalle Ong ma anche da molti esperti, giuristi, come anche l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani che con una lettera di dodici pagine il 18 maggio ha chiesto all’Italia di ritirare le direttive di marzo e aprile sul soccorso in mare.
PALETTI PER L’ACCESSO DELLE NAVI: il ministro dell’Interno “può limitare o vietare l’ingresso il transito o la sosta di navi nel mare territoriale” per motivi di sicurezza, quando si pensa che sia stato violato il testo unico sull’immigrazione e sia stato compiuto il reato di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.
Questo articolo in particolare è stato criticato da diversi esperti perché pone una questione di conflitto di competenze tra ministero dell’interno, ministero dei trasporti e delle infrastrutture e ministero della giustizia. È competenza infatti del ministero dei trasporti e delle infrastrutture autorizzare l’entrata di una nave in un porto italiano, inoltre è compito delle procure e quindi del ministero della giustizia aprire un’indagine per un’ipotesi di reato di tipo penale come il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
E’ in arrivo l’ultimo passaggio per il decreto legge sicurezza bis: domani il provvedimento voluto dal vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini dovrebbe incassare il via libera del Senato, dove dovrebbe essere posta anche la questione di fiducia.
Il provvedimento si occupa prevalentemente di immigrazione e di manifestazioni pubbliche. E’ soprattutto sul primo tema che si è concentrata la comunicazione politica di Salvini, all’insegna di una “stretta” sulle operazioni di soccorso operate in mare dalle Ong, che a ben vedere risultano essere il bersaglio sostanziale del decreto.
Ma le critiche al testo non arrivano solo dalle Ong ma anche da molti esperti, giuristi, come anche l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani che con una lettera di dodici pagine il 18 maggio ha chiesto all’Italia di ritirare le direttive di marzo e aprile sul soccorso in mare.
PALETTI PER L’ACCESSO DELLE NAVI: il ministro dell’Interno “può limitare o vietare l’ingresso il transito o la sosta di navi nel mare territoriale” per motivi di sicurezza, quando si pensa che sia stato violato il testo unico sull’immigrazione e sia stato compiuto il reato di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.
Questo articolo in particolare è stato criticato da diversi esperti perché pone una questione di conflitto di competenze tra ministero dell’interno, ministero dei trasporti e delle infrastrutture e ministero della giustizia. È competenza infatti del ministero dei trasporti e delle infrastrutture autorizzare l’entrata di una nave in un porto italiano, inoltre è compito delle procure e quindi del ministero della giustizia aprire un’indagine per un’ipotesi di reato di tipo penale come il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
5 agosto 2019
SettegiorniPD in Regione Lombardia
La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia
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2 agosto 2019
Newsletter | TANTO CORAGGIO A URSULA E A TUTTI NOI CITTADINI EUROPEI
Care, cari,
un saluto prima delle vacanze, che vi auguro siano le migliori per voi.
Come sapete, questi due mesi dopo le elezioni sono stati dedicati alla ricostituzione degli organi e dei vertici delle Istituzioni europee, arrivando a due importanti risultati: l’elezione di David Sassoli alla Presidenza del Parlamento UE e la “prima” votazione di Ursula Von der Leyen, e dico prima perché per completare l’elezione a ottobre il Parlamento UE dovrà votare lei e l‘intera Commissione europea, dopo aver fatto un ”esame” a ciascun Commissario.
Per quanto riguarda me, sono nuovamente stata eletta come Vicepresidente della Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia, membro della Commissione per lo Sviluppo e membro delle delegazioni interparlamentari per la cooperazione settentrionale e per le relazioni con la Svizzera e la Norvegia, per le relazioni con i paesi della Comunità andina, all'Assemblea parlamentare euro-latinoamericana.
Brevi considerazioni politiche su quanto è accaduto:
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1 agosto 2019
SettegiorniPD in Regione Lombardia
La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia
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30 luglio 2019
Il Fascismo che ritorna. Perchè Salvini è più pericoloso di Casa Pound e Forza Nuova. L’inchiesta di Claudio Gatti rivela radici e scopi della Lega per Salvini premier
By redazione - 28/07/2019 - FarodiRoma
Un nutrito gruppo di post-nazisti, formatisi nell’entourage eversivo di Franco Freda (considerato l’ideologo della strage di piazza Fontana) e del suo discepolo Maurizio Murelli (undici anni di galera alle spalle), è entrato a livelli apicali nella Lega, fin dalla fondazione. Lo ricostruisce il libro “I demoni di Salvini. I postnazisti e la Lega”, del giornalista del Sole 24 Ore Claudio Gatti pubblicato da Chiarelettere.
L’inchiesta molto approfondita dimostra che Matteo Salvini nasce e cresce politicamente nell’estrema destra e che non ha nessun fondamento la leggenda (abilmente costruita) del “comunista padano”; la sua identità reale è quella di un uomo di estrema destra nutrito di retorica, idee e soprattutto frequentazioni esplicitamente postnaziste. Non mancano i nessi col nazismo storico, quello di Hitler: nel lontano 1976 al futuro senatore Borghezio viene trovata in casa una divisa da ufficiale nazista, mentre Gianluca Savoini aveva nel suo ufficio della redazione della «Padania» una cornucopia di simboli hitleriani.
Sul ruolo di questo personaggio (per un lungo periodo portavoce di Salvini, e l’anno scorso tra gli organizzatori del suo viaggio in Russia da ministro dell’interno) c’è ancora molto da scavare: ci penseranno i giudici che indagano sul Russiagate e presumibilmente ne vedremo delle belle. Savoini ha un passato dichiarato e mai rinnegato con l’estrema destra, attraverso quella casa editrice-centrale di agitazione politica “Orion” che non ha mai lesinato di nostalgie nazifascistoidi.
Un nutrito gruppo di post-nazisti, formatisi nell’entourage eversivo di Franco Freda (considerato l’ideologo della strage di piazza Fontana) e del suo discepolo Maurizio Murelli (undici anni di galera alle spalle), è entrato a livelli apicali nella Lega, fin dalla fondazione. Lo ricostruisce il libro “I demoni di Salvini. I postnazisti e la Lega”, del giornalista del Sole 24 Ore Claudio Gatti pubblicato da Chiarelettere.
L’inchiesta molto approfondita dimostra che Matteo Salvini nasce e cresce politicamente nell’estrema destra e che non ha nessun fondamento la leggenda (abilmente costruita) del “comunista padano”; la sua identità reale è quella di un uomo di estrema destra nutrito di retorica, idee e soprattutto frequentazioni esplicitamente postnaziste. Non mancano i nessi col nazismo storico, quello di Hitler: nel lontano 1976 al futuro senatore Borghezio viene trovata in casa una divisa da ufficiale nazista, mentre Gianluca Savoini aveva nel suo ufficio della redazione della «Padania» una cornucopia di simboli hitleriani.
Sul ruolo di questo personaggio (per un lungo periodo portavoce di Salvini, e l’anno scorso tra gli organizzatori del suo viaggio in Russia da ministro dell’interno) c’è ancora molto da scavare: ci penseranno i giudici che indagano sul Russiagate e presumibilmente ne vedremo delle belle. Savoini ha un passato dichiarato e mai rinnegato con l’estrema destra, attraverso quella casa editrice-centrale di agitazione politica “Orion” che non ha mai lesinato di nostalgie nazifascistoidi.
29 luglio 2019
LA NEWSLETTER DI ENRICO BRAMBILLA N. 253 del 27 luglio 2019
Domenica, 28 Luglio 2019
Dalla Direzione
Ieri ho partecipato per la prima volta alla Direzione Nazionale del PD, in qualità di membro della Commissione Nazionale di Garanzia.
Ne sono uscito rinfrancato e con la convinzione che, per quanto lungo potrà essere il nostro cammino nel deserto gialloverde, valga la pena di percorrerlo insieme.
Buona parte del merito va riconosciuta a Nicola Zingaretti, capace di condurre il gruppo ed indicare una meta. Riconosco però anche a molti di coloro che sono intervenuti con posizioni critiche di averlo fatto quasi sempre nel merito, contribuendo quindi ad una sintesi migliore.
Siamo in una situazione del tutto inedita: c’è una crisi permanente di governo, palese ma ufficialmente negata. Nulla sembra più unire Lega e 5 stelle se non la difesa del potere: eppure la maggioranza in parlamento è ampia ( si veda quanto successo sul decreto sicurezza-bis ) ed il rapporto con il Paese ancora apparentemente solido. Nè i pessimi risultati economici nè gli scandali Siri e Russia-gate sembrano incidere sul l’orientamento degli italiani, semmai più colpiti dalle manipolazioni del caso Bibbiano alimentato tutto in chiave anti PD.
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