31 ottobre 2020

Covid, la denuncia: così in Brianza muore il contact tracing

Sette giorni d'attesa per un tampone, quarantene tardive, ritardi nell'isolamento dei malati. Così in Brianza muore il contact tracing. A denunciarlo sono i medici di famiglia che in questi giorni si sono riuniti proprio per affrontare il nodo "dell'incremento esponenziale di casi di Covid-19 e di conseguenza dell'incremento di lavoro e rischio a cui i medici di medicina generale del territorio di Ats Brianza sono sottoposti ed esposti ogni giorno". A tracciare un quadro sono i rappresentanti della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) Monza e Lecco.

Sono giorni difficili per quest'area della Lombardia. In particolare, la provincia di Monza e Brianza ieri era alla soglia dei mille positivi giornalieri. "In questi giorni di risalita della curva dei contagi la nostra Ats ha presentato le maggiori criticità nella funzione del Dipartimento di Igiene e Prevenzione e Salute (Dips)", scrivono ai colleghi delle sezioni provinciali Marino Lafranconi (segretario Fimmg Lecco), Carlo Maria Teruzzi, segretario Fimmg Monza, insieme ai colleghi Marco Grendele, Domenico Picone, Aurelio Limonta.

Elencano le gravi criticità che stanno incontrando in questi giorni: "Il fallimento del lavoro di contact tracing nel sottoporre a tampone tempestivamente i pazienti sospetti e i contatti dei casi accertati e la sostanziale incapacità dei punti tampone messi in campo da Ats". Il problema è che "l'attesa di un tampone ormai si attesta intorno ai 7 giorni dalla segnalazione sul Portale - incalzano i camici bianchi - In taluni casi i pazienti vengono contattati direttamente in decima giornata per la riammissione a lavoro. I reiterati ritardi nell'erogazione dei protocolli di isolamento per i casi Covid sospetti o accertati e di quarantena per i contatti stretti".

27 ottobre 2020

Dalla terra alla terra: come la bioplastica può salvare il pianeta

Il suolo che calpestiamo ogni giorno è in pericolo.
Diversi agenti lo depauperano mettendo a rischio il nostro futuro.
Eppure basterebbe poco per rigenerare risorse anziché distruggerle.
Un esempio? Il compost

Già nel Medioevo avevano compreso quanto fosse rischioso impoverire un terreno dei suoi minerali. La messa a maggese (ossia a riposo) della terra, unita alla tecnica della rotazione triennale delle colture, fu uno degli elementi chiave per la sopravvivenza e la rinascita economica dopo una crisi. Sono nozioni che si imparano alle scuole medie, che si conoscono da migliaia di anni, eppure il problema del consumo del suolo è oggi più che mai presente e pressante: secondo la FAO un terzo di quello del mondo è oggi degradato e colpito da processi di salinizzazione, compattazione, acidificazione e deperimento dei nutrienti.

SOS: salviamo la terra, letteralmente
Il suolo è una risorsa non rinnovabile: per formarne uno strato di soli 10 centimetri ci vogliono duemila anni. Ecco perché è importante preservarlo dal depauperamento e dalla degradazione causati da vari fattori: il cambiamento climatico, l'inquinamento, le piogge acide, la deforestazione, le colture intensive e la cementificazione. Solo quest'ultimo elemento, per esempio, è responsabile della perdita in Europa di mille chilometri quadrati di terreni produttivi ogni anno (un'area grande quanto Roma). E in Italia più del 4% del territorio è sterile e oltre il 21% è considerato a rischio desertificazione. Eppure il suolo sano e fertile è vita e non solo perché elemento imprescindibile per il settore agricolo e di prevenzione da frane, allagamenti e desertificazione, ma anche perché tutti i terreni fertili del pianeta potrebbero assorbire ogni anno 0,7 miliardi di tonnellate di carbonio (dati Re Soil Foundation), l’equivalente di tutte le emissioni prodotte dall'utilizzo dei combustibili fossili nell’intera Unione Europea.

Un aiuto che viene dall'umido
Ma allora cosa è possibile fare per ridare 'vita' al suolo? Sono tanti gli interventi che dovrebbero essere messi in atto, ma uno fra questi è alla portata di ciascuno: fare correttamente la raccolta dell'umido. L'utilizzo del compost di qualità, ottenuto dal corretto compostaggio dei rifiuti organici, è fondamentale per preservare la sostanza organica del suolo. Ma a fronte di questa opportunità, due terzi dei rifiuti organici urbani nell’Unione europea (pari a 96 milioni di tonnellate) vengono ancora inviati in discarica, come gran parte dei fanghi di depurazione provenienti dal trattamento delle acque reflue urbane, che spesso sono anche inceneriti. L'Italia sta un po' meglio, con un riciclo intorno al 50%: ma è chiaro che i margini di miglioramento sono ancora ampi.

26 ottobre 2020

SettegiorniPD in Regione Lombardia

   La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale Alla ricerca del tempo perduto

Con il tempo non si scherza, quello passato come quello che verrà. Il tempo è variabile fondamentale per la gestione di una pandemia che dovremmo anticipare e non inseguire. Chi guida la Lombardia non lo ha fatto e non lo sta facendo. Ci vorrebbe grande unità d’intenti, ma questo non sembra accadere. Abbiamo offerto la nostra disponibilità e le nostre idee, ma il presidente Fontana ha solo fatto finta di accoglierle, preferendo nascondersi all’ombra di un leader politico che pare avere la capacità di mettersi di traverso alla realtà, sperando, forse, di raccattare qualche voto. L’incursione di Salvini in Lombardia è stata inopportuna per tempi e modi e ha trascinato Fontana nell’ennesimo scontro con gli altri livelli istituzionali, al di fuori di ogni logica e saggezza politica.
I contagi galoppano e chi dovrebbe guidare la regione dimostra grande incertezza di fronte a opposte sollecitazioni che andrebbero risolte con tutta la concordia istituzionale del caso.
Per questo, si registra un tragico ritardo nel compiere i passi suggeriti dalla prima ondata dell’epidemia e ci ritroviamo di fronte a un tempo inesorabilmente perduto e allo spettro di un nuovo lockdown. Potrà forse risparmiarlo la saggezza dei cittadini, visto che manca quella di chi governa. D’altronde, come scrive Marcel Proust nel monumentale “Alla ricerca del tempo perduto”: “La saggezza non si riceve, bisogna scoprirla da sé dopo un percorso che nessuno può fare per noi, né può risparmiarci, perché è un modo di vedere le cose”. Una saggezza che manca e che stiamo inseguendo a caro prezzo.

La seconda ondata è arrivata, ma la Lombardia non è pronta

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25 ottobre 2020

E se sulla scuola provassimo a fare un ragionamento più articolato dell'aperto/chiuso?

Aluisi Tosolini dirige il Liceo Bertolucci di Parma. Da lunedì parte il GOL: un giorno alla settimana a casa in didattica a distanza. Per alleggerire la pressione sui trasporti, certo, ma soprattutto per poter mettere in campo quelle didattiche di cooperative learning che la scuola in presenza oggi non permette. «Le scuole hanno fatto i compiti e sono divenute centri di innovazione didattica e digitale. Per questo è sbagliato ragionare solo in termini di aperto/chiuso, servono scelte "personalizzate". Chiudere tutto è la scelta più facile, ma è una sconfitta»

di Sara De Carli (redazione di VITA)

Aluisi Tosolini ha parole chiare: la chiusura delle scuole in blocco è una «sconfitta per tutti». Campania, Lombardia, Lazio e Liguria sono le prime regioni ad aver preso un provvedimento in questo senso, con scelte differenti da una regione all’altra. «Finalmente c’è un ragionamento territorialmente mirato e questo è positivo poiché è evidente che non tutti i contesti territoriali hanno bisogno della stessa “cura da cavallo”», commenta il dirigente del Liceo Bertolucci di Parma. Però non è ancora abbastanza: «Siamo sicuri, allora, che la situazione a Chiavenna sia uguale a quella di Milano, giusto per stare alla Lombardia? Credo proprio di no. E allo stesso modo, sulla proposta di iniziare alle 9, in una città di medie dimensioni come Parma, dove le corriere essenzialmente portano in città solo gli studenti dalla provincia, spostare l’ingresso dalle 8 alle 9 significa solo spostare il traffico dalle 8 alle 9, non alleggerirlo alle 8. Nelle città, con la metropolitana, le cose sono diverse. Mi sembra venga messa a prova l’autonomia, come se proprio quelli che l’hanno tanto cercata ora non la volessero più. Qui in Emilia Romagna - almeno mia provincia – è stato messo in piedi una sorta di microgruppo di lavoro tra provincia, sanità, scuole e trasporti per rispondere velocemente all’evoluzione dei dati. Perché è chiaro che se ce ne fosse bisogno la scuola va chiusa, non siamo qui a dire che non si deve chiudere o che la scuola va tenuta aperta ad ogni costo. Soltanto diciamo “non si scelga sempre la strada più facile”».

24 ottobre 2020

Attilio Fontana, il ‘front office’ della Lega in Lombardia

di Pietro Bussolati - Immagina

È così che Nino Caianiello, chiama Attilio Fontana: il front office, un politico che mette la faccia su decisioni di altri. Una sorta di fantoccio da usare alla bisogna.

Nino Caianello è stato un esponente di spicco del centro destra Lombardo, già arrestato per corruzione nel 2019.

Lo ha intervistato lunedì 19 ottobre 2020 Report, Rai 3, che con una inchiesta giornalistica ha fatto emergere una trama sconvolgente di conflitti di interessi e appalti truccati, incarichi professionali alla figlia del Presidente, fino ad arrivare ai rapporti di alcuni esponenti della destra con la ‘ndrangheta. Questo è lo scenario emerso ieri sera nella descrizione dei meccanismi di Regione Lombardia.

Al di là delle vicende giudiziarie, che ci interessano il giusto, emerge una gestione del potere scanzonata dove chi riveste un ruolo apicale non ha tutte le leve del potere, e dove spesso sussiste un sottobosco di piccoli leader che impongono le proprie persone e le proprie scelte, lontano dalle telecamere e dalle istituzioni.

A marzo dell’anno scorso, mentre la pandemia imperversava furiosa in Lombardia, mentre migliaia di uomini e donne morivano anche per la scelta scellerata della giunta regionale di ricoverare nelle stesse strutture anche i pazienti Covid positivi dimessi dagli ospedali, mentre gli ospedali traboccavano di pazienti per una medicina territoriale martoriata dalle destre, il Presidente Attilio Fontana era intento a pasticciare tra fondi esteri e appalti che riguardavano le aziende di famiglia. Ma in modo ancora più grave, in quell’occasione, mentiva ai cittadini lombardi, affermando di non sapere nulla dell’appalto e sostenendo che la fornitura di camici da parte dell’azienda del cognato fosse una donazione (anche se le due procedure burocratiche – l’affidamento diretto e la donazione – seguono iter molto differenti nella pubblica amministrazione).

22 ottobre 2020

Fact-checking dem sul Mes

di Piero De Luca (deputato Pd) - HuffPost

Il MES conviene ma solo per i 300 milioni l’anno per dieci anni di minore spesa per interessi.

La linea sanitaria che può essere attivata fino al 2022, ad oggi, consente di risparmiare circa 300 milioni l’anno che equivalgono a 3 miliardi in 10 anni. Non si tratta di risorse indifferenti o di poco conto. Peraltro, se restituiti in 7 anni, i tassi Mes sono addirittura negativi e quindi il risparmio sarebbe superiore. Ed aggiungo che questo calcolo si fonda ovviamente sul tasso attuale dei BTP. Non sappiamo però quale saranno gli interessi sui nostri titoli in futuro, nei prossimi mesi. Qualora dovessero aumentare, il vantaggio economico di accedere al Mes diventerebbe ancora maggiore. Ad ogni modo, la convenienza legata al minor costo dei tassi di interesse non può essere disgiunta dal vantaggio ulteriore di disporre di un complesso di risorse fino a 37 miliardi immediatamente disponibili per interventi urgenti in campo sanitario, senza dover attendere nuove sempre rischiose emissioni di titoli sul mercato.

La linea di credito MES non ci consentirebbe di aumentare la spesa sanitaria.

Questa affermazione è falsa e non corrisponde a verità. La linea sanitaria MES consente di finanziare in modo sostitutivo spesa sanitaria (in deficit) già fatta nel 2020 oppure nuovi, futuri, investimenti anche indiretti nel comparto sanitaro fino al 2022.

Uno dei problemi è che se il Governo dovesse decidere di accedere al MES, il M5S non lo voterebbe in Parlamento.

Questo è il tema politico da affrontare con la maggioranza di Governo. Ma almeno si arrivi ad un punto di chiarezza che ci consenta politicamente di definire con nettezza le responsabilità del mancato utilizzo di queste risorse europee. Auspichiamo ad ogni modo un confronto serio, concreto e responsabile tra le varie forze politiche che sgombri il campo anche da equivoci ancora ricorrenti nel dibattito su vincoli e condizionalità. Questa linea sanitaria, lo ribadiamo, non prevede nessun obbligo di aggiustamento macroeconomico, nessunna sorveglianza rafforzata tradizionale, nessun intervento della Troika.

18 ottobre 2020

ANGELO MATTAVELLI, LA VIA DELLA MEMORIA

Il 9 ottobre 2020 presso l'Auditorium Giampiero Cavenago si è tenuta la presentazione del nuovo libro di Maurizio Leoni e Daniela Mattavelli, rispettivamente presidente e membro del direttivo dell'Associazione Culturale Amici di Sant'Ambrogio.

L'opera, dal titolo "ANGELO MATTAVELLI, LA VIA DELLA MEMORIA", ripercorre la storia del nostro concittadino sulbiatese arrestato e deportato nel campo di concentramento tedesco di Mauthausen nel 1945 e nel cui ricordo, il 26 gennaio 2020, è stata posata all'esterno del Comune di Sulbiate la Pietra d'Inciampo a memoria delle vittime della follia nazista. 

Il libro sarà in vendita per un periodo limitato presso il Minimarket Leoni a Sulbiate oppure scrivendo o telefonando all'Associazione.

Era presente il Presidente dell'ANED - Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti - sezione di Sesto San Giovanni, il Sig. Giuseppe Valota, figlio di Guido, anche lui deportato e ucciso a Mauthausen.

La storia di Angelo Mattavelli è diventata anche una ballata grazie a un pronipote, Lorenzo Cambiaghi, che ha scritto una canzone che racconta la vicenda soprattutto dal punto di vista di Vittoria, la sorella, che ogni giorno della sua vita gli ha rivolto un pensiero.


12 ottobre 2020

Vaccini: i nodi vengono al pettine

La gara di settembre, che doveva portare alla Regione Lombardia un altro milione e mezzo di vaccini, nonostante le condizioni estremamente favorevoli è stata annullata. Poco dopo l’apertura delle buste ne è stata aperta un’altra, la decima, chiusa il 5 ottobre con un esito sorprendente: alla Regione sono stati offerte da due operatori internazionali un totale di 500 dosi di cui 100 a 11 euro l’una e 400 addirittura a 26 euro. La gara precedente aveva come base d’asta 10 euro e il motivo dell’annullamento è che il solo operatore che aveva formulato l’offerta aveva proposto un prezzo unitario superiore. Pochi giorni dopo, la Regione è costretta a prendere ciò che c’è, a un costo che è quasi cinque volte quello pagato da Veneto ed Emilia Romagna nei mesi scorsi.

Ma quando avrà inizio la campagna vaccinale? E chi avrà diritto e accesso al vaccino? A partire dal 19 di ottobre la Regione ha annunciato che verranno vaccinati gli ospiti delle RSA e i pazienti più fragili e dalla seconda metà di novembre ci sarà la vaccinazione di massa sui bambini dai due ai sei anni, gli operatori sanitari e i cittadini da 60 anni in su, una popolazione che conta in Lombardia 3.874.744 persone. Il ministero raccomanda di vaccinarne il 95%, con un target minimo del 75%. Negli anni passati le cifre di adesione erano molto inferiori (meno del 50% degli over 65 si è vaccinato lo scorso inverno contro l’influenza) e la direzione generale Welfare della Regione non fa mistero di contare su numeri meno ambiziosi per poter utilizzare le dosi rimanenti sia per rifornire le farmacie sia per far vaccinare le altre categorie ad oggi escluse: il mondo della scuola, i lavoratori esposti al pubblico e gli adulti senza particolari patologie che, vaccinandosi, vogliono proteggere se stessi e i propri cari e, allo stesso tempo, contribuire a sgravare il sistema sanitario da una patologia dai sintomi simili che confonde e rallenta il tracciamento del coronavirus.

11 ottobre 2020

Scout e guide chiamati ad annunciare

 Il Consiglio generale dell’Agesci che si è riunito a fine settembre è stato un momento di ripartenza con l’approvazione del documento intitolato “Chiamati ad annunciare” che, si sottolinea, “declina il tema dell’annuncio contenuto nella scelta cristiana del Patto Associativo Agesci, incarnandolo nell’oggi”

“Ci sentiamo chiamati ad annunciare che l'Amore non è una proposta, ma è un mandato; non è una strada possibile, ma è l’unica Via.” Così si conclude Chiamati ad annunciare, un documento che vuole essere profetico per lo scautismo e il guidismo dell’Associazione Guide e Scout Cattolici italiani.

Il Consiglio generale massimo organo democratico dell’Agesci, che si è riunito a Sacrofano il 27-28 settembre scorsi, è stato un intenso momento di ripartenza, in questi tempi complessi di convivenza con la pandemia, che sta affliggendo il nostro pianeta.
Quando l’Assistente ecclesiastico generale p. Roberto Del Riccio ha letto il documento “Chiamati ad annunciare”, l’assonanza e la sensazione di comunità si è fatta profonda e stringente. E il Consiglio generale ha approvato il documento che declina il tema dell’annuncio contenuto nella scelta cristiana del Patto Associativo Agesci, incarnandolo nell’oggi.

“Chiamati ad annunciare” esprime la missione dell’Associazione: perché se “abbiamo vissuto un tempo incerto, carico di prove e di sfide nuove che ci chiamano a vivere fino in fondo il mistero di tutto ciò che è umano, ci sentiamo chiamati ad annunciare che al di là del noto, dentro ogni vissuto, c’è un nuovo e un oltre da illuminare”.

10 ottobre 2020

"Perché la politica non ha più bisogno dei cattolici"

Carissime, carissimi,

riprende l’attività di "Fare Brianza" in un momento delicato nel quale le preoccupazioni rimangono vive per la pandemia con i suoi molteplici effetti.

Con l’aiuto del direttivo, sto organizzando un ciclo di incontri che spero meritino il vostro interesse.
Cominceremo il 13 ottobre con la presentazione dell’ultimo libro di Fabio Pizzul: "Perché la politica non ha più bisogno dei cattolici". Un titolo a specchio dai contenuti molto intriganti.


Tenuto conto delle norme legate all’emergenza Covid-19 e dei limitati posti, per poter partecipare occorre iscriversi inviando una mail a scrivi@gigiponti.it

Sarà nostra cura dare conferma sino ad esaurimento posti.

Come già annunciato l’incontro potrà essere seguito anche in diretta streaming sulla pagina Facebook.

Spero di incontrarvi presto!
Un caro saluto,

Gigi Ponti

9 ottobre 2020

Inchiesta sulla più silenziosa delle stragi. Perché in Italia, ogni giorno, tre lavoratori perdono la vita nell'indifferenza di tutti

di CARLO BONINI (coordinamento editoriale e testo), SARAH MARTINENGHI (Torino), MARCO PATUCCHI (Roma).

L’Italia celebra l’11 ottobre la sua settantesima giornata nazionale per le vittime del lavoro. E mai come quest’anno nella ricorrenza, nei numeri di una strage silenziosa che non conosce contrazioni, sono le stimmate della cattiva coscienza del nostro Paese, della sua distratta e cinica classe dirigente. Da gennaio ad agosto di quest’anno, 830 donne e uomini hanno perso la vita uccisi dal lavoro. Uno ogni 8 ore. Dal lunedì alla domenica.

‘Climate elections’, finalmente i cambiamenti climatici sono protagonisti del dibattito politico

di Sarah Brizzolara - Immagina

Le elezioni presidenziali di quest’anno sono da molte persone definite come “climate elections”.

Il primo dibattito televisivo tra Donald Trump e Joe Biden che si è svolto il 29 settembre scorso, è stato anche il primo dibattito presidenziale del Ventunesimo secolo in cui sono state presenti domande relative alla crisi climatica.

Trump dall’inizio del suo primo mandato nel 2016 ha da sempre definito la crisi climatica come “una bufala inventata dai cinesi per minare la competitività dell’industria americana” e “an expensive hoax”, ovvero una bufala costosa (fonte: https://www.bbc.com/news/world-us-canada-51213003 ). Arrivando a notificare l’uscita dagli Accordi di Parigi.

Uscita che avverrà il 4 novembre 2020, il giorno successivo alle prossime elezioni presidenziali degli Stati Uniti, creando un precedente per altri Paesi.

La presenza di un negazionista climatico alla Casa Bianca e l’assenza degli USA non invaliderebbero comunque l’Agreement, ma renderebbe ancora più difficile rimanere sotto l’aumento di temperatura media di 2 gradi che gli scienziati dell’IPCC segnano come soglia da non superare per evitare effetti incontrollabili legati alla crisi climatica, tra cui la scarsità di risorse idriche e alimentari, migrazioni e guerre civili.

Joe Biden, invece, si è collocato sul versante opposto, annunciando un piano che porterebbe gli USA a diventare leader globale nella mitigazione della crisi climatica, con investimenti di 1750 miliardi di euro per riuscire a raggiungere le zero emissioni nel 2050 e cessare la dipendenza dalla fonti fossili già nel 2035.

7 ottobre 2020

“Piano Marshall”: 24 Sindaci chiedono a Regione di ripensarci, mancata concertazione col territorio

I sindaci del centrosinistra di Monza e Brianza chiedono la sospensione degli effetti della delibera regionale dello scorso 5 agosto 2020 con cui sono state ripartite risorse del cosiddetto Piano Lombardia

Ieri pomeriggio martedì 6 ottobre 2020 si sono ritrovati ad Arcore per manifestare contrarietà e spiegare le proprie ragioni rispetto a questo provvedimento. 

C'è anzitutto una questione di metodo sui finanziamenti di Regione - ha dichiarato Pietro Virtuani, segretario provinciale del PD - Se si decide di fare interventi sui Comuni, lo si fa con bandi pubblici a cui tutti possono decidere di partecipare. La Lega dice sempre di essere per i territori, però poi stabiliscono tutto dall'alto. Occorre piuttosto una vera sussidiarietà e un protagonismo degli enti locali.

Il motivo del ritrovo ad Arcore è stato illustrato dal primo cittadino Rosalba Colombo: Arcore è l'unico Comune del centrosinistra che riceverà direttamente un finanziamento, ma soltanto nel 2023 e per un intervento che il Comune ha già finanziato. Regione attribuisce quindi la stessa cifra per una manutenzione straordinaria di un cavalcavia che il Comune ha già in programma di realizzare con risorse proprie. 

È l'emblema - prosegue il sindaco - di come Regione lavori senza tenere conto del confronto necessario con i Comuni e come abbia distribuito soldi senza conoscere le vere esigenze dei territori ma semplicemente su istanze particolari. 

6 ottobre 2020

I decreti propaganda di Salvini non ci sono più


di Stefano Minnucci - Immagina

Dall’immigrazione a nuove norme per la sicurezza urbana. Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri in tarda serata un decreto-legge che manda in soffitta i due decreti Salvini, introducendo, tra le varie cose, anche misure più stringenti sulla sicurezza urbana.

La soddisfazione del segretario dem Nicola Zingaretti è stata immediata: “I decreti propaganda/Salvini non ci sono più. Vogliamo un’Italia più umana e sicura. Un’Europa più protagonista”, ha scritto su Twitter nei minuti in cui il cdm approvava il il nuovo decreto. D’altra parte si tratta di una modifica che il segretario dem ha voluto con forza, a partire da novembre 2019, quando da Bologna, durante l’iniziativa democratica Tutta un’altra storia, aveva proposto una nuova agenda di governo sottolineando nel suo discorso conclusivo “ci batteremo per cancellarli”.

È passato un anno e quei decreti non ci sono più. Si tratta quindi di una vittoria politica importante per il Partito democratico, che arriva dopo il netto successo ottenuto nella recente tornata elettorale e che di fatto riporta il nostro Paese sui binari della civiltà.

5 ottobre 2020

Caso Gregoretti. La Procura ha chiesto il "non luogo a procedere" per Salvini

Nello Scavo sabato 3 ottobre 2020 - Avvenire.it

Inizia il procedimento giudiziario contro l’ex ministro, accusato di sequestro di persona per aver impedito nel 2019 lo sbarco di 116 migranti Ma è solo l’inizio: ben più pesante il caso Open Arms

L’adunata convocata da Matteo Salvini a Catania arriva nel giorno in cui si apre il procedimento giudiziario (non ancora il "vero" processo) che in fondo preoccupa meno i legali del leader leghista rispetto al caso Open Arms: dove le prove raccolte e le ondivaghe versioni fornite allora dal Viminale rischiano di spingere l’ex ministro in un vicolo senza uscita, con il rischio di ritrovarsi – per effetto della Legge Severino – privato di cariche pubbliche prima ancora di una sentenza definitiva.

A Catania il leader della Lega, per l’epoca in cui era ministro dell’Interno, è accusato di sequestro di persona aggravato: secondo le contestazioni avrebbe impedito illegalmente lo sbarco dei 131 migranti raccolti dalla nave militare Gregoretti dopo il soccorso avvenuto al largo delle coste siciliane. I fatti risalgono alla notte del 25 luglio 2019 quando un peschereccio aveva soccorso 50 migranti a bordo di un gommone, poi avvicinato da un pattugliatore della Finanza che ne recuperò altri 91.

4 ottobre 2020

In Lombardia le vaccinazioni anti-influenza partiranno in ritardo

Le vaccinazioni della popolazione anziana contro l’influenza inizieranno non prima di novembre. Alla fine l’assessore Gallera lo ha dovuto ammettere, dicendo che a metà ottobre inizieranno solo con le categorie fragili e con le donne in gravidanza. Da novembre inizieranno con i cittadini dai 65 anni in su, anche se il ministero chiede di vaccinare i cittadini dai 60 anni in su, che in Lombardia sono poco meno di tre milioni. Ma i vaccini per gli adulti acquistati dalla Regione sono in tutto un 1,72 milioni, con una gara aperta per ulteriori 1,5 milioni, del cui esito non si sa ancora nulla. L’ultima gara è stata chiusa venerdì 25 settembre, e per cercare di ottenere le dosi richieste la Regione ha dovuto indicare un prezzo di 10 euro, il doppio della cifra a cui sono state acquistate le prime dosi, e a pagamento anticipato. Andrà a buon fine? Quel che è certo è che la prima gara è di marzo, e fu revocata perché l’unico partecipante aveva offerto i vaccini a un prezzo superiore a quello indicato dalla Regione, e solo a maggio l’assessorato alla sanità decide di aumentare i quantitativi richiesti.

Il Pd denuncia da luglio i ritardi della Regione, e solo ora, a ridosso della stagione fredda, il tema inizia ad essere rilevante. L’assessore Gallera sparge rassicurazioni e respinge le critiche, ma si guarda bene dal dire quando arriveranno i vaccini, quando saranno consegnati dalle case produttrici, come gli chiede il Pd.

3 ottobre 2020

3 Ottobre Giornata della Memoria e dell’Accoglienza


Il 16 marzo 2016 il Senato italiano ha approvato la proposta di legge del Comitato 3 Ottobre per l’istituzione della “Giornata della Memoria e dell’Accoglienza”, volta a creare una memoria e una cultura dell’informazione e dell’accoglienza. La “Giornata della Memoria e dell’accoglienza” si celebra il 3 ottobre di ogni anno e coinvolge diversi Comuni, comunità locali e, in particolare, numerose scuole distribuite su tutto il territorio nazionale.

Le attività di commemorazione e sensibilizzazione prevedono anche la partecipazione diretta di rifugiati, sopravvissuti e parenti delle vittime del naufragio del 3 ottobre 2013 e di altre stragi in mare.