30 ottobre 2014
29 ottobre 2014
Una nuova generazione di alunni
Nata in Italia la maggior parte degli alunni stranieri
È avvenuto il sorpasso: gli alunni con cittadinanza non italiana nati in Italia hanno superato gli studenti nati all'estero e poi arrivati in Italia. Il dato, che segna il primato delle seconde generazioni, emerge dal report statistico diffuso dal ministero dell'Istruzione e relativo all'anno scolastico 2013/2014
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I dati complessivi
Gli alunni nati in Italia da genitori stranieri sono in costante crescita: nel 2013/2014 sono aumentati dell'11,8% rispetto all'anno precedente (oltre 802mila in totale), facendo cos registrare il sorpasso: rappresentano ormai il 51,7% del totale degli alunni figli di migranti.
In totale, nelle scuole italiane il 9% degli studenti straniero: il 90% di questi frequenta una scuola statale (contro l'87% degli italiani). I dati dimostrano che esiste ancora un sensibile divario per quanto riguarda i risultati scolastici: a partire dalle scuole medie, solo il 90,6% degli studenti stranieri viene promosso, mentre la percentuale sale al 96,8% per gli italiani.
28 ottobre 2014
Reyhaneh Jabbari
Reyhaneh Jabbari
"Cara Sholeh dal cuore tenero, nell'altro mondo siamo tu ed io gli accusatori e gli altri gli accusati. Vediamo cosa vuole Dio. Vorrei abbracciarti fino alla morte. Ti voglio bene". Il testamento di Reyhaneh in una lettera alla madre
*****
Traduzione dall'inglese del testamento di Reyhaneh Jabbari
Cara Sholeh, oggi ho appreso che ora è il mio turno di affrontare la Qisas (la legge del taglione del regime iraniano). Mi ferisce che tu stessa non mi abbia fatto sapere che ero arrivata all'ultima pagina del libro della mia vita. Non credi avrei dovuto saperlo? Lo sai quanto mi vergogno perché sei triste. Perché non mi hai dato la possibilità di baciare la tua mano e quella di papà?
27 ottobre 2014
Reggio Calabria sceglie il giovane Falcomatà
Falcomatà:"Nel nome di mio padre rilancio Reggio Calabria"
Sentivo la politica come ostile. Poi con un gruppo di amici abbiamo costruito questa svolta.
Intervista a Giuseppe Falcomatà di Giuseppe Baldessarro - La Repubblica
Giuseppe Falcomatà ricorda bene gli anni in cui suo padre Italo era sindaco di Reggio Calabria. Ha le immagini del suo insediamento nel 1993 stampate nella mente, come quelle della sua ultima vittoria nel 2001, pochi mesi prima di essere ucciso dalla leucemia. Tredici anni dopo, con il 61% dei voti, a 31 anni, il sindaco è lui.
E` stato suo padre a iniziarla alla politica?
«No, anzi. Quando lui era sindaco, la politica non mi piaceva. E anche dopo, per diverso tempo ne sono stato lontano. Mi chiedevano come mai non stessi nei movimenti giovanili del partito. Io rispondevo che non mi interessava.
25 ottobre 2014
Maroni e la sua legge PRO consumo si suolo!
La legge PRO consumo di suolo di Maroni e della sua giunta
Siamo sconcertati dalla sfrontatezza con cui la maggioranza ha trattato questo tema. Questo testo è altro rispetto alle proposte formulate dalla Giunta e dalla Lega, proposte certamente non rivoluzionarie ma che almeno lasciavano spazio alla discussione e all’ inserimento di elementi migliorativi. È l’ennesimo esempio della debolezza politica di Maroni. Dopo che per mesi non è riuscito a tenere a bada i suoi, con un progetto farsa si fa mettere i piedi in testa da Forza Italia e Ncd che non ha mai nascosto la propria insofferenza in Commissione.
>>> LEGGI LA NOSTRA PROPOSTA: Il consumo di suolo deve diventare l’eccezione
Sono diversi i punti sui quali faremo strenua opposizione in Aula se il testo non verrà modificato nei pochi giorni che mancano all’approvazione definitiva il prossimo 11 novembre. Nel testo non sono previsti disincentivi al consumo di suolo: non c’è niente sulle compensazioni ecologiche, non è previsto alcun incremento dei costi di costruzione sui terreni agricoli, né altri strumenti concreti per contenere l’uso del suolo.
24 ottobre 2014
Epifani sulla manifestazione della Cgil
Epifani: "Certo che ci sarò, anche a difesa del sindacato"
Parla l'ex segretario PD: “Contro Renzi? È dal 1975 che non manco a una manifestazione della Cgil” - Intervista a Guglielmo Epifani di Giovanna Casadio – la Repubblica
Guglielmo Epifani chiede cambiamenti sul Jobs Act e dice di non avere pensato affatto di disertare la manifestazione di sabato, lui che fino al 2010 della Cgil è stato segretario generale, ex segretario Pd, ora presidente della commissione attività produttive di Montecitorio.
Epifani, va in piazza quindi?
«Certo che vado alla manifestazione».
Però non ha firmato la lettera-appello degli ex segretari Cgil. Perché?
«Perché ho oggi una funzione diversa, e ho sottoscritto un documento che abbiamo voluto come corrente dem di "Area riformista". La considerazione che abbiamo di quella manifestazione l'abbiamo messa nero su bianco in quella nota».
Anche se il documento si smarca dalla piattaforma della Camusso, non c'è un conflitto tra votare la fiducia al governo e poi manifestargli contro?
«Spesso ci sono e ci sono state polemiche su questo. Ma la piazza è un luogo dove ci sono giovani, studenti, operai pensionati, quella piazza è una parte del paese e del nostro elettorato. Questo è il punto da tenere presente».
22 ottobre 2014
La newsletter di Roberto Rampi
Nelle ultime settimane alla Camera abbiamo approvato diversi provvedimenti che riguardano la vita quotidiana dei cittadini. In
particolare nuove norme per contrastare la violenza negli stadi, un
significativo aggiornamento del codice della strada, regole nuove per
gli orari di apertura dei negozi, la pubblica amministrazione,
l'assegnazione del cognome ai figli, contro il depistaggio e una
importante salvaguardia per un gran numero di esodati.
Sul sito deputatipd.it è possibile vedere nel dettaglio i principali provvedimenti e seguire i lavori della Camera.
È iniziata in questi giorni la discussione sulla legge di stabilità,
che stabilisce le priorità di spesa per il prossimo anno, mettendo
significativamente tra queste la scuola, investimenti sul lavoro,
sostegno alle politiche sociali, risorse per le piccole imprese, per la
ricerca e l'innovazione e la stabilizzazione del credito fiscale per i
redditi più bassi (i cosiddetti 80 euro che diventano una misura
stabile). Si tratta di una manovra anticiclica per spingere su una
ripresa degli investimenti e dei consumi. Nel contempo si individuano
tagli alla spesa dei ministeri e delle regioni per ridurre gli sprechi e
ridare ordine ai conti dello Stato.
21 ottobre 2014
La cultura è protagonista a Monza!
Cultura protagonista a Monza sabato 25 ottobre
Una giornata dedicata alla cultura a Monza. “Da valore cultura all’Art Bonus. Un cambio di passo per il Paese” si svolgerà sabato 25 ottobre a Monza,
presso il Teatrino di corte della Villa Reale. L’iniziativa è del
gruppo del PD alla Camera: sarà probabilente l’unica iniziativa
nazionale di questa portata sul tema e raccoglie contatti e relatori
significativi del mondo della cultura.

In questa giornata di conferenze riconosciamo un filone di lavoro al quale stiamo prestando molta attenzione. Con questo convegno rafforziamo il nostro impegno per fare della cultura un vero motore di sviluppo per il nostro territorio e per tutto il Paese. Dal confronto di sabato 25 ottobre emergeranno nuovi possibili terreni di lavoro, per la Lombardia, per il Parlamento e per il Governo e noi, costruendo e rafforzando un’alleanza con il mondo della cultura in senso ampio, vorremmo proprio dare concretezza all’approccio descritto nella presentazione del programma:
In questa giornata di conferenze riconosciamo un filone di lavoro al quale stiamo prestando molta attenzione. Con questo convegno rafforziamo il nostro impegno per fare della cultura un vero motore di sviluppo per il nostro territorio e per tutto il Paese. Dal confronto di sabato 25 ottobre emergeranno nuovi possibili terreni di lavoro, per la Lombardia, per il Parlamento e per il Governo e noi, costruendo e rafforzando un’alleanza con il mondo della cultura in senso ampio, vorremmo proprio dare concretezza all’approccio descritto nella presentazione del programma:
20 ottobre 2014
Il parere di Civati sugli 80 euro alle neomamme
Vi prego: gli asili nido, non gli 80 euro (è meglio, meglissimo)
Perché spendere 80 euro per tre anni (pare che il conto ci porti a impegnare risorse tra il miliardo e mezzo e i due: desumiamo i dati dalle trasmissioni tv) quando quelle risorse ingenti potrebbero essere investite per aprire asili nido?
A parte il maschilismo certamente involontario (“per le mamme”, che così se ne stanno ancora un po’ a casa) e il messaggio sicuramente forte sotto il profilo del marketing elettorale spintissimo a cui siamo quotidianamente esposti, mi pare una mossa molto sbagliata.
Sulle bambine e i bambini non voglio certo fare polemica, ma come sanno tutti (soprattutto gli esperti), l’investimento in asili nido è quello più redditizio per la società: da tutti i punti di vista. Perché dà lavoro di qualità, perché riduce le disuguaglianze, perché estende un servizio che ora manca.
Non dico che sia la “spesa pubblica perfetta”, ma si avvicina molto all’idea.
Se quelle risorse ci sono e hanno copertura (la qual cosa non era prevista nemmeno nelle slide di pochissimi giorni fa), si usino bene. Altrimenti, pensando ai nostri figli, commetteremmo un errore proprio nei loro confronti.
Nuovi fondi per l'Agricoltura
Martina: "Due miliardi all'agricoltura"
"Il `fondo di garanzia prima richiesta` copre fino al 70% dell`importo finanziato dalle banche e dovrebbe portare 510 milioni di investimenti"Intervista a Maurizio Martina di Sandro Neri - QN
Ministro, 2 miliardi sono tanti. Dove troverete le risorse?
«Le risorse di parte pubblica del piano ci sono già. Sono quelle stanziate e messe a bilancio dalle due società controllate, Isa e Ismea. Ma lo Stato non si sostituisce all'impresa: per questo ad ogni euro stanziato dal pubblico deve corrisponderne almeno un altro ad opera dei privati. Noi dobbiamo accompagnare e aiutare le imprese, non certo sostituirle. Lo Stato interviene solo a titolo di garanzia o di supporto».
Cosa vi rende così sicuri che i privati investiranno così tanto?
Il PD per tutto il Paese
Guerini: "Il nuovo PD parla a tutto il Paese non solo a un pezzo"
"Un partito degli elettori non solo degli iscritti".
L'intervista al vicesegretario del PD di Carlo Bertini, La Stampa
Da dieci mesi governate voi la ditta. In cosa si differenzia da quella di Bersani?
«Intanto
nel messaggio: si sono visti i limiti che il richiamo alla cosiddetta
ditta scontava. Il nuovo PD è un partito che parla a tutta l`Italia e
non solo a un ne di chiudersi in una ridotta per navigare in mare
aperto.
E in cui le forme di partecipazione si devono
rinnovare: dobbiamo riconquistare la fascia tra i 20 e i 35 anni e per
farlo l`uso dei social network è essenziale. Non sul modello grillino,
ma sul modello Obama per intenderci.
A sette anni dalla sua
nascita dobbiamo proiettare il PD nelle sfide del futuro. Sapendo che le
forme del passato hanno mostrato i loro limiti: deve essere chiamata
alla partecipazione la platea degli iscritti ma anche quella degli
elettori che ci hanno dato fiducia alle europee, coinvolgendoli ad
esempio con referendum tematici».
17 ottobre 2014
Legge di stabilità
"La Legge di Stabilità varrà 30 mld, senza un centesimo di aumento delle tasse"
"La manovra nel suo complesso avrà 30 miliardi di euro, senza un centesimo di aumento delle tasse. Dal 2015 verrà abolita la componente lavoro dalla tassa dell'Irap, un taglio pari a 6,5 miliardi di euro". Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi intervenendo all'Assemblea di Confindustria a Bergamo
"Quello che è inaccettabile è lo scaricabile. Sei mesi a discutere su chi l'ha fatto, su chi ha la colpa, e poi si ricomincia. Questo porta alla stagnazione e alla crisi. Ci saranno 18 miliardi che taglieremo come tasse dei quali una parte andranno destinati a incentivi per un triennio per evitare completamente i contributi a chi fa assunzioni a tempo indeterminato - ha annunciato Renzi -.
16 ottobre 2014
Toc toc, Maroni è in casa?!
Caro Maroni, che ti succede?
Che succede a Maroni? No, tranquilli, non siamo interessati alla sua vita privata, che peraltro Bobo presidente tiene giustamente ed efficacemente riservata, ma al modo in cui interpreta il ruolo di leader della regione più importante d'Italia.
Da un anno e mezzo a questa parte il governatore lombardo ha perso progressivamente smalto e visibilità e pare in balia delle pressioni dei suoi alleati che sgomitano per imporgli un rimpasto di Giunta che ha sempre più il sapore di una resa dei conti.
Il silenzio, in alcuni casi, è segno di sicurezza e forza, perché, più che l'affanno comunicativo può la concretezza amministrativa e politica. Il silenzio di Maroni non ci pare però appartenere a questa categoria, sembra piuttosto l'imbarazzo di chi non sa bene che cosa dire e non ha certezze riguardo la strada da intraprendere, salvo affidarsi ai ritornelli di antico sapore leghista sulla necessità che tutti imitino la virtuosissima Lombardia.
Pressato dai suoi, Maroni ha tentato di invertire l'inerzia di una comunicazione ripiegata su lui stesso e, prima, ha giocato la carta Sgarbi in piena estate, salvo venirne oscurato e anche quasi canzonato, poi si è deciso a ritagliarsi una tribuna televisiva che, dopo la curiosità della prima volta, è sparita nel triste tran-tran di un'emittenza locale sempre più in crisi di risorse e di idee.
Che succede a Maroni? No, tranquilli, non siamo interessati alla sua vita privata, che peraltro Bobo presidente tiene giustamente ed efficacemente riservata, ma al modo in cui interpreta il ruolo di leader della regione più importante d'Italia.
Da un anno e mezzo a questa parte il governatore lombardo ha perso progressivamente smalto e visibilità e pare in balia delle pressioni dei suoi alleati che sgomitano per imporgli un rimpasto di Giunta che ha sempre più il sapore di una resa dei conti.
Il silenzio, in alcuni casi, è segno di sicurezza e forza, perché, più che l'affanno comunicativo può la concretezza amministrativa e politica. Il silenzio di Maroni non ci pare però appartenere a questa categoria, sembra piuttosto l'imbarazzo di chi non sa bene che cosa dire e non ha certezze riguardo la strada da intraprendere, salvo affidarsi ai ritornelli di antico sapore leghista sulla necessità che tutti imitino la virtuosissima Lombardia.
Pressato dai suoi, Maroni ha tentato di invertire l'inerzia di una comunicazione ripiegata su lui stesso e, prima, ha giocato la carta Sgarbi in piena estate, salvo venirne oscurato e anche quasi canzonato, poi si è deciso a ritagliarsi una tribuna televisiva che, dopo la curiosità della prima volta, è sparita nel triste tran-tran di un'emittenza locale sempre più in crisi di risorse e di idee.
15 ottobre 2014
La lettera di Walter Tocci ai giovani (e non solo)
Tra i tanti messaggi che ho ricevuto a seguito delle mie dimissioni da senatore, quelli dei giovani in particolare sembrano averle interpretate come un segnale di abbandono. Ho chiesto a Pippo ospitalità sul suo blog per dire loro che non è così, anzi. Il mio gesto vuole essere un incitamento ai giovani a impegnarsi in politica, rischiando per le proprie idee, contribuendo a migliorare il rapporto dei partiti con la società.
Fin dalla sua nascita, il Pd si è appoggiato molto alla figura del leader, con alterne fortune, ma non ha mai messo a frutto le tante altre risorse disponibili: ci sono tre milioni di elettori pronti a impegnarsi; nei territori giovani amministratori realizzano quelle innovazioni che stentano a livello nazionale; tanti movimenti che curano i beni comuni avrebbero molto da proporre a un partito disposto ad ascoltare; tante competenze, nuovi linguaggi, esperienze creative potrebbero essere coinvolte nell’inventare nuovi modi di fare politica. Un partito che utilizza appieno le risorse civili disponibili è in grado di durare più dei suoi leader. Viviamo nel tempo corto della comunicazione, ma i partiti servono anche al tempo lungo del cambiamento. La grande politica che trasforma un paese ha una durata.
Questo è il Pd non ancora che insieme abbiamo sognato nelle primarie.
14 ottobre 2014
Servizio idrico e Lombardia
Servizio idrico, una quota della tariffa ai paesi in via di sviluppo
Abbiamo quindi presentato un emendamento che chiede di mantenere questa possibilità: fino a oggi sono stati portati avanti diversi interventi virtuosi da parte delle aziende idriche a favore di popolazioni che altrimenti non avrebbero mai potuto averli. La Lega ha dato il suo ok (“siamo i primi ad aver sempre sostenuto il principio che queste popolazioni vanno aiutate a casa loro” hanno spiegato).
Gigi Ponti è il nuovo Presidente della Provincia di Monza e Brianza
E' stato eletto con il 63,2% dei voti. La lista Brianza Rete Comune con il 57,13% ottiene 10 consiglieri provinciali su 16.
"Innanzitutto vorrei ringraziare tutti voi che vi siete candidati per aver dato la vostra disponibilità e reso possibile questo bel risultato.
Ringrazio anche Fausto Perego e Luca Tomaino che hanno lavorato in questi giorni a preparare la documentazione e presidiare i seggi.
Ora inizia un nuovo percorso, nel quale servirà ancor più che ora il contributo di tutti, per far sì che quanto abbiamo in mente per il nostro territorio possa diventare realtà". E' stata la prima dichiarazione del neo Presidente.
"Innanzitutto vorrei ringraziare tutti voi che vi siete candidati per aver dato la vostra disponibilità e reso possibile questo bel risultato.
Ringrazio anche Fausto Perego e Luca Tomaino che hanno lavorato in questi giorni a preparare la documentazione e presidiare i seggi.
Ora inizia un nuovo percorso, nel quale servirà ancor più che ora il contributo di tutti, per far sì che quanto abbiamo in mente per il nostro territorio possa diventare realtà". E' stata la prima dichiarazione del neo Presidente.
13 ottobre 2014
Genova di nuovo in ginocchio
Genova e non solo
"Basta scaricabarile: è il tempo del coraggio e nessuno può tirarsi indietro. Vedo i ragazzi che spalano il fango dalle strade e a loro va il mio grazie". Matteo Renzi
C'è
bisogno di sbloccare i cantieri, come abbiamo iniziato a fare con
l'unità di missione. Di superare la logica dei ricorsi e controricorsi
che rendono gli appalti più utili agli avvocati che non ai cittadini,
come abbiamo previsto con il disegno di legge delega sulla Pubblica
amministrazione. Di coordinare la protezione civile con un maggior ruolo
del livello centrale come prevede la riforma costituzionale del titolo
V.
Si chiamano Sbloccaitalia, riforma della
P.A., riforma costituzionale, riforma della giustizia, cantieri
dell'unità di missione le priorità per l'Italia che vogliamo.
C'è l'emergenza certo. Non manca e non mancherà il sostegno del Governo e penso innanzitutto a quei commercianti che hanno preso il mutuo per pagare i danni del 2011 e sono di nuovo da capo. Ci saranno forme di ristoro anche per i privati, è giusto e doveroso e urgente.
C'è l'emergenza certo. Non manca e non mancherà il sostegno del Governo e penso innanzitutto a quei commercianti che hanno preso il mutuo per pagare i danni del 2011 e sono di nuovo da capo. Ci saranno forme di ristoro anche per i privati, è giusto e doveroso e urgente.
12 ottobre 2014
Nobel per la Pace 2014
Malala Yousafzai studentessa pakistana e Kailash Satyarthi attivista indiano impegnato da decenni a liberare i bambini dalla schiavitù, si sono divisi il Premio Nobel per la Pace. I saggi, per Malala, hanno segnalato che "nonostante la sua giovane età combatta da anni per il diritto delle bambine all'istruzione", ha subito anche un attentato talebano per difendere questi diritti. Kailash è un operatore sociale, non molto noto, ma che da anni ha salvato almeno 80.000 bambini schiavi.
Questo riconoscimento deve essere anche un messaggio per cercare di risolvere le controversie non con le cannonate ma con il dialogo e questo è l'augurio di tutti.
10 ottobre 2014
Consumo di suolo in Lombardia
Consumo di suolo, da Maroni ancora solo parole
Maroni a primavera: “l’8 luglio in consiglio la legge sul consumo di suolo”.Poi, un piccolo slittamento: “il 15 luglio in consiglio la legge sul consumo di suolo”.
Passa ancora una settimana e…: “il 30 luglio in consiglio la legge sul consumo di suolo”.
Maroni, oggi: “l’11 novembre in consiglio la legge sul consumo di suolo”
9 ottobre 2014
Perchè iscriversi al PD?
Perché iscriversi al Pd? Parliamo del senso di questo partito
Pierluigi Castagnetti - Europa
Per informazioni sul tesseramento nel comune di Sulbiate puoi mandare una mail all'indirizzo: pdsulbiate@alice.it - ti aspettiamo!!!
Confesso che sono un po’ in imbarazzo, perché tutto questo dibattito sul tesseramento del Pd lo trovo un po’ déplacé rispetto alla gravità del quadro internazionale e ai problemi economici dell’Europa e del nostro paese. Ma quando un tema diventa così centrale nella discussione politica non ci si può voltare da un’altra parte.Dico, dunque, la mia. Innanzitutto considero la notizia dei 100mila iscritti (al momento) piuttosto preoccupante, perché significa che neppure tutti gli amministratori locali del partito hanno rinnovato la tessera. Disattenzione? sciatteria? disorganizzazione? Forse un po’ di tutto. Certo il problema esiste, se penso che persino il mio piccolo PPI ne aveva più del doppio. Altri tempi ovviamente. Sbaglieremmo però a pensare che la lentezza con cui procede la campagna del tesseramento dipenda dal nuovo corso del Pd. È del tutto evidente che la militanza nel partito ha cominciato a manifestare problemi “esistenziali” già da diversi anni, se è vero che Veltroni, il primo segretario del Pd, ha coltivato seri dubbi per lunghi mesi circa la possibilità di riorganizzarla come in passato.
Esaurito infatti l’amalgama ideologico che per lunghi anni aveva consentito quel senso di appartenenza che, nei vari partiti allora esistenti, la faceva assomigliare a una sorta di fede laica, occorreva porsi il problema di come “motivare” in un contesto culturale e persino antropologico nuovo l’affiliazione partitica.
Altro che zero ticket, zero risultati
Maroni e Salvini si occupano molto di poltrone e ben poco di cose concrete per la vita dei cittadini. Altro che zero ticket: zero risultati. Parliamo del primo intervento della giunta Maroni sui costosi ticket lombardi: l’estensione dell’esenzione sui farmaci per i cittadini over65, con l’aumento della soglia di reddito da 11 a 18mila euro.
La misura è in vigore dal primo di aprile di quest’anno e nelle intenzioni della giunta avrebbe dovuto interessare 800mila lombardi e costare alla Regione 40 milioni di euro in termini di mancato introito.
Con i dati ufficiali messi a disposizione di Federfarma, abbiamo dimostrato che non solo i cittadini non hanno pagato di meno, ma che addirittura la Regione ha finito per incassare di più. Facendo il confronto con i dati del 2013, nei cinque mesi di applicazione della misura i lombardi hanno versato alla Regione, attraverso i ticket sui farmaci, quasi due milioni in più (1.963.000 euro), che salgono a 2,44 milioni se si prendono in considerazione anche i primi quattro mesi dell’anno. In totale, dunque, la spesa per ticket del 2014, fino al mese di agosto compreso, ammonta a 172,341 milioni di euro, rispetto a poco meno di 170 milioni nello stesso periodo del 2013. Un dato in crescita, nonostante la misura “zero ticket”, propagandata dalla Regione con una campagna di comunicazione e di affissioni da 200mila euro.
La vera manovra da fare è far pagare a chi se lo può permettere e togliere del tutto i ticket a chi ha redditi inferiori a 30mila euro: non solo quelli sui farmaci ma anche i superticket sulle visite specialistiche e sugli esami. Quest’anno ci sono tutte le condizioni per tagliare i ticket e per renderli più equi grazie al patto per la salute siglato a Roma tra governo e regioni, che prevede per la Lombardia risorse in più già dal 2014 per oltre 500 milioni. È evidente che uno sgravio non è più rinviabile, non ci sono più alibi.
GUARDA IL VIDEO
Per saperne di più:
I ticket in Lombardia nel confronto con le altre regioni
La misura è in vigore dal primo di aprile di quest’anno e nelle intenzioni della giunta avrebbe dovuto interessare 800mila lombardi e costare alla Regione 40 milioni di euro in termini di mancato introito.
Con i dati ufficiali messi a disposizione di Federfarma, abbiamo dimostrato che non solo i cittadini non hanno pagato di meno, ma che addirittura la Regione ha finito per incassare di più. Facendo il confronto con i dati del 2013, nei cinque mesi di applicazione della misura i lombardi hanno versato alla Regione, attraverso i ticket sui farmaci, quasi due milioni in più (1.963.000 euro), che salgono a 2,44 milioni se si prendono in considerazione anche i primi quattro mesi dell’anno. In totale, dunque, la spesa per ticket del 2014, fino al mese di agosto compreso, ammonta a 172,341 milioni di euro, rispetto a poco meno di 170 milioni nello stesso periodo del 2013. Un dato in crescita, nonostante la misura “zero ticket”, propagandata dalla Regione con una campagna di comunicazione e di affissioni da 200mila euro.
La vera manovra da fare è far pagare a chi se lo può permettere e togliere del tutto i ticket a chi ha redditi inferiori a 30mila euro: non solo quelli sui farmaci ma anche i superticket sulle visite specialistiche e sugli esami. Quest’anno ci sono tutte le condizioni per tagliare i ticket e per renderli più equi grazie al patto per la salute siglato a Roma tra governo e regioni, che prevede per la Lombardia risorse in più già dal 2014 per oltre 500 milioni. È evidente che uno sgravio non è più rinviabile, non ci sono più alibi.
GUARDA IL VIDEO
Per saperne di più:
I ticket in Lombardia nel confronto con le altre regioni
7 ottobre 2014
Pippo Civati scrive a Napolitano
Lettera al Presidente della Repubblica
Signor Presidente,
il Governo si appresta a chiedere al Parlamento una nuova fiducia. Questa sarà posta sulla legge delega in materia di lavoro, perpetuando una prassi deprecabile, che ha assunto, con questo Esecutivo, una dimensione particolarmente preoccupante anche rispetto al passato. Risulta, infatti, che ben il settantacinque per cento delle leggi approvate fino all’inizio di settembre lo sia stato a seguito dell’apposizione della fiducia.
Questo, naturalmente, impedisce ogni confronto reale, ogni discussione proprio all’interno dell’organo a ciò deputato: il Parlamento. La questione mi preoccupa in particolare oggi che la questione di fiducia viene posta su un disegno di legge delega, per il quale l’articolo 72 della Costituzione, disponendo una riserva di assemblea, intende assicurare la più ampia discussione, e che, spostando il potere normativo dal Parlamento al Governo, deve lasciare il primo pienamente libero di stabilire se e in quali termini farlo. La preoccupazione cresce, naturalmente, in considerazione della materia su cui verte la delega – quella della disciplina dei rapporti di lavoro – così delicata, da un punto di vista sociale, tanto più in un momento di grave crisi economica come quella che il nostro Paese sta attraversando ininterrottamente da anni. Una materia che, anche rispetto all’impostazione di massima già contenuta in una delega di cui è stata più volte sottolineata l’eccessiva vaghezza, ha già visto emergere posizioni molto distanti tra le forze sociali e politiche e che per questo avrebbe richiesto, a mio avviso, una adeguata composizione nel dibattito parlamentare, che non può essere sempre vissuto con fastidio o come un mero allungamento dei tempi della decisione politica.
Serracchiani sul Jobs Act
Serracchiani: "La direzione del partito ha raggiunto un punto di equilibrio che adesso va rispettato"
"Sul Jobs Act siamo arrivati al dunque, alla fine
del processo. Sui temi del lavoro abbiamo discusso a lungo, e la
direzione del partito ha raggiunto un punto di equilibrio. Che adesso va
rispettato". L'intervista al vicesegratrio PD Debora Serracchiani di
Umberto Rosso, la Repubblica
Presidente Serracchiani, in aula i parlamentari della minoranza del partito dovranno adeguarsi alla mozione della direzione?
«È
passata con l`80 per cento dei voti. Continueremo a confrontarci fino
all'ultimo minuto utile, il ministro Poletti sta lavorando a definire
nei dettagli la tipologia dei licenziamenti disciplinari da tutelare
nell'articolo 18. Ma alla fine bisogna votare in base alla volontà
della stragrande maggioranza del Pd».
Sulbiate Riciclone
COMUNI RICICLONI
Anche per l'anno 2014 il Comune di Sulbiate ha ricevuto il riconoscimento di Legambiente!!
3 ottobre 2014
Tesserati al Partito Democratico!
CIRCOLO PD SULBIATE
SABATO 4 OTTOBRE
dalle ore 9,00 alle ore 12,00 in P.zza Beretta Sulbiate Sup.
DOMENICA 5 OTTOBRE
dalle ore 9,00 alle ore 12,00 in P.zza Giovanni 23° Brentana
TI ASPETTIAMO!!!
La newsletter di Lucrezia Ricchiuti

Sul primo versante, Matteo Renzi ha sostenuto e sostiene con forza un'impostazione di allentamento delle politiche rigoristiche e una maggiore attenzione all'economia reale, alle necessità di investimenti. In una parola: meno vincoli di bilancio e più sviluppo, posizione ora assunta anche dalla Francia. Su questo, da militante del PD e da parlamentare, sono con lui e il Governo.
Sul secondo versante, invece, sono in totale dissenso. Ristabilire l'uguaglianza tra i lavoratori parificando al ribasso il livello delle tutele è sbagliato. La nostra Costituzione ha già fatto la scelta - dopo sacrifici fatti di lotte, guerre e sangue - che il lavoro e' la base del nostro ordinamento (articoli 1 e 4). Se parificazione deve essere - e deve - occorre estendere le tutele a coloro che non le hanno, non ridurle a chi ancora ce l'ha.
Bisogna ridurre le tipologie contrattuali, prosciugando il lago delle forme di precariato, eliminare le dimissioni in bianco, spostare la tassazione dal lavoro alla rendita e rendere fiscalmente più conveniente il lavoro a tempo indeterminato rispetto alle altre tipologie.
L'art. 18 della legge n. 300 del 1970 - poi - non è a rigore una regola del mercato del lavoro. E' la sanzione per la violazione delle norme sul lavoro. Se una persona viene ingiustamente licenziata deve essere reintegrata. Altrimenti e' inutile dire quali siano le regole, giacché esse potrebbero essere impunemente violate. Per fare un esempio: che senso ha dire quali siano le regole della proprietà dei beni se poi si depenalizza il furto? Se il ladro non fosse costretto a restituire la refurtiva o se la potesse tenere pagando una modesta cifra in danaro, in che paese saremmo? Per questi motivi in Senato ho presentato emendamenti volti a sventare l'ipotesi dell'abolizione dell'art. 18, a ridurre il numero delle tipologie contrattuali, ad aumentare i livelli di paga minima oraria per le prestazioni saltuarie e non coperte da un contratto collettivo nazionale.
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