Ciao Lino e grazie per come hai vissuto

La figura di
Lino
Pedroni, “Modroz” il suo nome da partigiano della 122 brigata
Garibaldi, ha da sempre accompagnato le manifestazioni partigiane alle
quali fin da ragazzo ho partecipato. Figura imponente, voce
tonante, autorevolezza che, come ho avuto modo di apprendere, derivava
dall’esperienza di chi giovane di 16 anni ha
sperimentato il coraggio della ribellione,
la pericolosità della lotta partigiana, il dolore e la tragedia che
sempre accompagnano le guerre. Nel tempo la figura si era un poco
ripiegata, la voce un po’ affievolita, ma
la fierezza dello sguardo no, non era mai venuta meno.
Ho imparato a conoscerlo, lui Presidente dell’ANPI provinciale, da
amministratore locale ed esponente politico, nonchè da attivista delle
Fiamme Verdi, in occasioni pubbliche sui tanti luoghi della storia delle
Resistenza bresciana, ma anche a coglierne, in momenti pi privati,
risvolti pi personali, se volete più dolci di Lino.
Forte è
sempre stato il suo richiamo ai valori della libertà e della giustizia,
così come la lotta contro ogni forma di ingiustizia e diseguaglianza.
Lo ricordo reagire senza alcun dubbio e con veemenza contro chi in
piazza Loggia durante un 25 Aprile voleva impedire all’allora Sindaco di
parlare. Aveva ben chiaro che il
valore della resistenza
consiste anche e soprattutto nell’essere un patrimonio messo a
disposizione e non rinchiuso in un cerchio ristretto ed esclusivo.
Così come lo ricordo gli ultimi tempi assieme ad Agape Nulli Quilleri, Presidente provinciale
delle
Fiamme Verdi, in tante cerimonie in montagna, figure incredibili che
sapevano trasformare la “fragilità” dell’età nella forza coinvolgente
della testimonianza.